Con la forza che l’ha reso celebre, il filosofo che sta riscrivendo la mappa concettuale del nostro tempo traccia un ritratto argomentato ma implacabile dell’èra in cui viviamo. Perché capire davvero ciò che sta accadendo è l’unico modo di resistere.
«Nel regime dell’informazione essere liberi non significa agire, ma cliccare, mettere like e postare». La digitalizzazione sta da tempo interessando anche la sfera politica e gli sconvolgimenti che produce nel processo democratico e nelle nostre vite sono massicci, epocali. Storditi dalla frenesia della comunicazione a ciclo continuo, ci ritroviamo impotenti di fronte a un sistema che trasforma l’essere umano in una miniera di dati da estrarre. Il nostro modo di pensare e intervenire nel mondo, il nostro rapporto con la verità stanno inesorabilmente cambiando. Siamo apparentemente liberi, ma incapaci di discutere. Immersi nell’infocrazia, nella quale libertà e sorveglianza coincidono, assistiamo al tramonto dell’epoca della verità.