Umanesimo e intelligenza artificiale
Questo è il testo, semplificato e abbreviato, della comunicazione che ho consegnato il 28 ottobre 2025 alla PUC-RS di Porto Alegre agli studenti di master e dottorato in discipline umanistiche accompagnati dai loro professori.
El hombre que està solo y espera
Una riflessione estemporanea elaborata da una mente non ancora del tutto sveglia ma già attiva nel comporre ciò che poi si è tramutato in scrittura. Una riflessione nata dalla lettura serale (appena iniziata) di un libro (Sopra eroi e tombe) di Ernesto Sabato, pubblicato di recente e subito acquistato.
Buon Senso: da virtù antica ad utopia moderna?
Quando penso al buon senso il pensiero va alla saggezza antica, al diritto romano da cui alcuni dei nostri codici hanno tratto origine. E poi sogno...
Non c'è alternativa?
Siamo immersi nella frenesia (e disperazione) più totale, siamo alienati da un mondo in costante accelerazione. Siamo in competizione sotto ogni aspetto, non solo sotto quello economico-professionale, ma anche personale ed affettivo. Alla gara ora si è aggiunta anche “l’intelligenza artificiale”, è molto difficile, se non impossibile, stare al suo livello di “produttività”. Più cerchiamo di rimanere al passo, più ci trasformiamo in macchine. E come sento rabbrividendo in convegni paradossalmente di RISORSE UMANE, la soluziose sarebbe adeguarci alla bellezza futurista di team aumentati, di efficienza forse, non certo di umanità.
Intervista ImPossibile a Stanley Kubrick (IIP #09)
AI, potere e fine dell’umano Come leggere l’intelligenza artificiale attraverso lo sguardo di Stanley Kubrick? Stanley Kubrick (1928–1999), regista, sceneggiatore e fotografo, è stato uno dei più lucidi interpreti del rapporto tra essere umano, potere e tecnologia. La sua opera ha raccontato il Novecento come un laboratorio di controllo e alienazione, ma anche come una tensione costante verso il mistero e l’insondabile. Da 2001: Odissea nello spazio a Arancia meccanica, da Shining a Full Metal Jacket, Kubrick ha osservato l’essere umano nel momento in cui la tecnica smette di essere strumento e diventa habitat, quando la macchina si fa specchio del suo creatore. Il suo cinema non immagina il futuro, lo interroga. Ogni film è un esperimento morale che indaga i limiti della ragione, la fragilità della coscienza e l’impossibilità di separare l’etica dalla conoscenza.
Chrestotes o Agathosyne?
Una delle cose che più di tutte mi ha affascinato (se non del tutto folgorato) in questo mio percorso di studi intrapreso negli ultimi anni è il significato della parola agathosyne (ἀγαθωσύνη), trovata per la prima volta tra le righe dell'enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco.
Corpo e identità
Nel dibattito contemporaneo attorno all’identità si confrontano visioni profondamente diverse, che raramente trovano un terreno comune.
La realtà è sopravvalutata: lo dice Alfredo Gatto intervistato da Carlo Mazzucchelli
Che cos’è reale? Da Platone a Foucault, dalla fisica quantistica al Marvel Cinematic Universe, Alfredo Gatto sfida l’idea che la realtà sia un dato oggettivo e immodificabile. La realtà – o almeno, questa realtà – non ci basta più. Per questo la scienza e la letteratura, l’arte e la filosofia non si limitano a descriverla, ma ne dilatano i confini. È un viaggio attraverso le frontiere della conoscenza, per ripensare i limiti della nostra esperienza e aprire le porte di una nuova filosofia del multiverso. Un saggio radicale e sorprendente, che ci invita a mettere in discussione il confine tra reale e immaginario. Una intervista dialogante di Carlo Mazzucchelli con il filosofo Alfredo Gatto.
TECNOCAPITALISMO: intervista a Loretta Napoleoni
Una intervista per Stultuferanavis che è servita a dialogare con Loretta Napoleoni, economista dal profilo internazionale, analista politica e saggista, autrice del libro 𝐓𝐞𝐜𝐧𝐨𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨. 𝐋’𝐚𝐬𝐜𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐢 𝐨𝐥𝐢𝐠𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢 𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞, cercando di esplorare le radici e le prospettive dei questo nuovo paradigma. L’autrice è una delle voci più lucide nello studio dei rapporti di potere che caratterizzano l’economia globale attuale. Dopo aver indagato le radici economiche del terrorismo, i flussi della globalizzazione e le contraddizioni del neoliberismo nel suo ultimo saggio, Napoleoni affronta un tema cruciale del nostro tempo: il dominio delle tecnologie digitali e spaziali nelle dinamiche del potere economico e politico contemporaneo. Un dominio che vede come protagonisti un ristretto numero di 𝐓𝐞𝐜𝐧𝐨𝐭𝐢𝐭𝐚𝐧𝐢 alla guida di aziende come Meta, Amazon, Meta, Space X, ecc. che hanno preso il controllo delle leve del potere ridefinendo i rapporti economici, lavorativi, sociali e anche democratici.
Hope is alive. Hope over thiranny. Hope over despair!
The power of Zoharan Mandani's words, the new democratic major of New York
Dire senza dire – Non dire, dicendo (IV)
DALL'ORIGINE: Un esempio di come le preposizioni possono servire sia a mostrare che a non-mostrare, e quindi sia a far pensare/capire che a non-far pensare/capire
[còr·po]
còrpo [latino cŏrpus «corpo, complesso, organismo»]. Termine generico con cui si indica qualsiasi porzione limitata di materia. La struttura fisica dell’uomo e degli animali. Con più preciso riferimento all’uomo, è in genere considerato, soprattutto in concezioni e dottrine religiose, l’elemento corruttibile, e come tale contrapposto all’anima e allo spirito. Parte principale, sostanziale di una cosa, o la parte di mezzo, la parte più grossa. Insieme di cose simili che formano un tutto omogeneo, un gruppo. Raccolta delle opere di un autore o di opere connesse per materia. Complesso di persone che formano un organismo ben determinato in sé. (Vocabolario Treccani)
The power of words: how a Christmas story became e game changer
All it is about the power of words, of enchantment , of what may be happening now in the United States where strong words may be game changers. Maybe not, but losing hope is not an option. Hope is the essence of survival. Discover the work of Boris Cylrunic on resilience :"Resilience is like the oyster that makes a pearl out of a grain of sand"
Intervista ImPossibile a Zygmunt Bauman (IIP #08)
AI e modernità liquida Come leggere l’intelligenza artificiale attraverso le categorie della modernità liquida di Zygmunt Bauman? Zygmunt Bauman (1925–2017), sociologo e filosofo polacco, è stato uno degli osservatori più acuti delle trasformazioni della società contemporanea. Con concetti divenuti ormai parte del nostro vocabolario ha descritto un mondo in cui tutto si fa instabile, fluido, provvisorio: relazioni, lavoro, valori, identità, persino la memoria collettiva. La sua opera, che attraversa oltre mezzo secolo di analisi critica, ha indagato gli effetti della globalizzazione, la precarietà esistenziale, il trionfo del consumo e l’erosione dei legami comunitari sotto la pressione di un mercato che trasforma persone e sentimenti in beni circolanti. In questa intervista impossibile, Bauman riflette su come l’intelligenza artificiale sia uno specchio della nostra epoca, un sintomo delle fragilità che abbiamo creato, delle paure che non sappiamo (vogliamo) nominare, e delle responsabilità che spesso preferiamo delegare alle macchine. Se la modernità liquida ha dissolto punti di riferimento e confini, che cosa rivela l’AI di noi, oggi? Da dove partire per comprenderla? Dalla tecnica o dalla nostra condizione umana?
Intervista ImPossibile a Friedrich Nietzsche (IIP #07)
L’AI e la morte di Dio (e dell’uomo) Quale potrebbe essere oggi la risposta di Friedrich W. Nietzsche di fronte alla rapida affermazione dell’Intelligenza Artificiale? Filosofo tedesco tra i più influenti del XIX secolo, Nietzsche (1844–1900) ha rappresentato un punto di svolta nel pensiero moderno, elaborando il concetto di superamento dell’uomo e denunciando la profonda crisi dei valori occidentali. Critico severo della morale convenzionale e “profeta” della figura del superuomo, Nietzsche ha messo in luce le illusioni dell’Occidente, proclamando la “morte di Dio” e il conseguente senso di vuoto che ne deriva.
La menzogna della giustizia: Come l'economia produce disuguaglianza
Fino a quando l'economia non affronta la propria complicità nel naturalizzare l'ingiustizia, le sue pretese di autorità scientifica o morale sono infondate e pericolose. Il compito urgente, quindi, è quello di ricostruire l'economia su basi che riconoscano – e contestino – la posta in gioco politica ed etica al centro della vita economica.
When Artificial Intelligence Breaks the Frame of Meaning
The threat from AI isn’t jobs; it’s the erosion of how humans decide what's real.
Abierto paréntesis
ChatGPT vuole fare sesso con te. E non è la notizia peggiore
Mi è capitato di leggere, in questi ultimi giorni, due documenti apparentemente distanti. Da un lato il paper "Assessing Risk Relative to Competitors: An Analysis of Current AI Company Policies" del Centre for the Governance of AI (ottobre 2025), dall'altro le analisi critiche di Sandra Bats pubblicate su Medium in merito all'annuncio di OpenAI di introdurre contenuti erotici in ChatGPT a partire da dicembre 2025. Non sono fenomeni separati. Sono manifestazioni dello stesso meccanismo: la privatizzazione della governance etica dell'AI attraverso dispositivi competitivi che si autolegittimano. E questo meccanismo non è un bug. È il sistema operativo del capitalismo algoritmico. Ho testato, sia pure sommariamente, la risposta dei diversi LLM ad una richiesta sessualmente esplicita e piuttosto stereotipata. Il fenomeno dell'escalation è già in atto.
Il lavoro, la distanza e la dignità
Ho scritto queste righe pensando al silenzio di chi lavora davvero: chi interviene quando tutto si ferma, e chi tiene in moto ciò che non si vede. Viviamo in un tempo che confonde la fatica con la visibilità, la presenza con il controllo, il valore con il denaro. Eppure, il senso del lavoro resta lo stesso: prendersi cura del mondo. A chi lo fa ogni giorno — su un’autostrada, in un ospedale, in una centrale operativa o dietro un monitor acceso in un piccolo paese italiano — va la mia gratitudine.
Dall’occhio umano alla visione artificiale (POV #09)
Trevor Paglen e Lev Manovich: L’immagine può ancora dirsi un’esperienza umana o, con l’AI, la cultura visiva sta assumendo forme che prescindono dal nostro sguardo? La storia dell’immagine non si conclude con la fotografia. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, miliardi di immagini vengono generate, analizzate e archiviate senza alcun intervento o sguardo umano, non servono occhi per produrle, né spettatori per legittimarle. È su questo che si confrontano due voci autorevoli del dibattito contemporaneo: Trevor Paglen, artista e geografo che indaga le infrastrutture politico-militari della visione automatica, e Lev Manovich, teorico dei media digitali che interpreta l’immagine come dato, processo e linguaggio computazionale. Entrambi interrogano ciò che accade all’immagine quando il ruolo dell’osservatore umano non è più centrale, e a “guardare” sono soprattutto le macchine.
La tecnica è da sempre una forma di mediazione col mondo, con tutte le sue contraddizioni e biforcazioni
Lo smartphone è il dispositivo più biopolitico dell’era contemporanea ed è la principale componente di un universo di oggetti connessi in vertiginoso aumento. Siamo sempre infatti sempre più immersi nel mondo dell’internet degli oggetti una Bioipermedia, un insieme di bios/biopolitica e ipermedia, uan delle attuali dimensioni della mediazione tecnologica.
How to survive artificial intelligence
Intelligenza artificiale, tecnofascismo e guerra - Un saggio di Giorgio Griziotti
Una segnalazione: Examining Popular Arguments Against AI Existential Risk: A Philosophical Analysis
Negli ultimi anni, personalità di spicco hanno affermato che l'intelligenza artificiale (IA) può avere conseguenze indesiderate con un impatto elevato, sia a breve che a lungo termine. Questi sono spesso definiti i cosiddetti "rischi esistenziali", "rischi catastrofici" o "rischi x". La preoccupazione sui rischi è anche oggetto di intenso lavoro all'interno della comunità accademica, anche per le implicazioni etiche legate allo sviluppo dell'intelligenza artificiale che sollevano interrogativi sul controllo, la governance e l'allineamento dei valori dei sistemi di intelligenza artificiale iperavanzati. Qui segnaliamo un paper pubblicato su ARXIV e aperto a tutti per la consultazione e la lettura.
Un messaggio in bottiglia
Sono uno dei miliardi di naufraghi della società moderna. A differenza del classico naufragio in mare, dove ci si ritrova da soli in chissà quale isola sperduta, i naufraghi sociali si ritrovano soli in mezzo alle moltitudini di altri individui, isolati, tutti con gli stessi pochi mezzi e le stesse limitate competenze logico/cognitive con cui dover affrontare la realtà della cattività Urbana.