Dalla caverna allo schermo: la progressiva separazione tra corpo vissuto e corpo rappresentato

Questo saggio attraversa la storia della rappresentazione del corpo – dall'Egitto alla Grecia, dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco alle avanguardie, fino all'era degli schermi – seguendo un filo rosso preciso: la progressiva separazione tra corpo vissuto (il corpo sentito dall'interno, esperienza incarnata) e corpo rappresentato (il corpo visto, misurato, codificato dall'esterno).

Luca e il futuro

Racconto "Non sapeva ancora dove fosse diretto, ma capì che la sua strada non sarebbe stata una freccia di direzione, ma una costellazione. E per la prima volta dopo mesi, l'odore di carta stanca della biblioteca gli sembrò più fresco, mescolandosi al grintoso profumo di possibilità......"

Un mio esempio di empowerment femminile

Le tecniche moderne di empowerment femminile sono state intrecciate e abilmente nascoste nelle reazioni agli avvenimenti della vita delle protagoniste dei romanzi di Hornby. Le esperienze concrete della vita vissuta, parole compassionevoli, riflessione filosofica pacata e facile da comprendere dei suoi libri hanno avuto un effetto potentissimo sul mio empowerment femminile.

L’invecchiamento, la povertà e la violenza di genere

Ho scelto questi tre componimenti perché riguardano tematiche a me care: l’invecchiamento (e le relative malattie, quali Alzheimer, Parkinson, demenza senile, ecc.), la povertà e la violenza di genere. In una società, nella quale il benessere sembra essere il padrone assoluto, con i media che ci vogliono inculcare concetti come la bellezza imperitura, il denaro facile e il successo alla portata di tutti, esiste, tuttavia, una realtà che stride prepotentemente con questo quadro idilliaco.  E a me, per usare un gioco di parole, piace mettere in luce le ombre.

Thymós e rabbia: quando l’energia forma e quando distrugge

Quando mi dicono che la Sophia e lo studio della filosofia è solo mera teoria  e non fa parte della vita di tutti i giorni un sorriso divertito si palesa sul mio volto. Nella mia vita infatti diviene quello strumento necessario, con l’accezione  greca del termine, per  rapportarmi con il mondo in modo pratico e concreto, per mettere in pratica quella cura del sé di stampo Focultiano che mi è diventata così cara.  Per questo proprio in questi giorni,  per accadimenti personali, ho trovato utile soffermarmi sul rapporto rabbia e thymós

Il sapere negato. Donne, filosofia e la lunga storia dell’esclusione legittimata

Elena Cornaro, prima donna laureata in filosofia nel 1678, rappresenta un caso emblematico di sapere negato. La sua eccezionalità, anziché aprire un varco, servì a consolidare l’esclusione sistemica delle donne dalla trasmissione ufficiale del sapere. Il titolo le fu concesso, ma le fu negato ogni ruolo attivo. L’articolo ricostruisce una genealogia intellettuale di figure femminili — da Ipazia a Simone Weil — che furono ammesse al pensiero solo in forma marginale o silenziata. Un percorso critico attraverso la storia della filosofia e della cultura, dove la differenza sessuale ha agito come filtro implicito alla legittimazione del sapere.

La Guerra del Sentiment. Manipolazione psicologica e geopolitica nell'era digitale

Per chi come é cresciuto nella ‘politica’, in un mondo impregnato di politica, dove tutto era politica e l’impegno politico un dovere civico, é dura. Ma il distacco razionale , uno spazio riparato dal gorgo delle emozioni è quello che mi serve in questo momento particolare per tentare di capire l’anno che si sta per chiudere e quello che potenzialmente potrebbe aspettarci. Avvertenza: É un saggio lungo , per lettori profondi, nel senso per lettori che ‘hanno tempo da perdere

Shalmaneser: “computer capace di rivaleggiare con il cervello umano”

Shalmaneser, personaggio non umano, Supercomputer onnisciente e quasi onnipotente, campeggia nel romanzo di John Brunner 'Stand on Zanzibar', 1968 ('Tutti a Zanzibar', Editrice Nord, 1977). La sua presenza ingombrante e incombente è la costante nella complessa struttura del romanzo. Non un testo sequenziale, ma punti di vista differenti sulla vicenda narrata che si accumulano e si intersecano: contesto, flusso di eventi, sguardi sulla miriade di personaggi, aggiornamenti sugli stati del mondo.

Ciò che dovrebbe rimanere segreto e nascosto e che invece viene alla luce

Freud ci parla di ciò che alberga in noi, ma vorremmo non ci fosse. Unheimlich, perturbante, inquiétante étrangeté, Uncanny, Unhomely, lo siniestro, lo ominoso, o infamiliar. Locus suspectus, intempesta nocte. Freud ci mostra un cammino, sia pur difficile, per combattere la paura che tutto questo affiori. Ci dice che solo accettando l'esistenza di questo inquietante possiamo conoscere noi stessi e quindi il mondo. Ma le nostre paure ci spingono a cercare una alternativa: costruire macchine -scatole nere- destinate a contenere l'inquietante.

WWW: Il web è una cosa strana

La verità (la praxia conduce alla verità) è che navigare (necesse est navigare) è diventato un dramma (anticipazione pragmatica dell'ultimo verso), se non attaccate all'USB del PC il cavo dell'elettroencefalografo (ironia pragmatica, non antifrastica), cioè se non fate funzionare il cervello, chi non ha intuito che il www sia divenuto un «symbolic outlet» (Bauman, con inversione sociologica distopica dei concetti utopici di «emotional outlet» e «creative outlets» di Barbara Fredrickson o Lisa Feldman Barrett), cioè una no-where zone in cui l'homo consumericius lipovetskyiano, riesca, con continui «sfoghi simbolici», a soddisfare l'eterna insoddisfazione del desiderio, sia condannato a osservare - come un anatomopatologo- la rete (web/rete da tennis [net]), inter-net, come Boris Beckett (onomastic portmanteau pragmatico), cioè Boris Becker/Samuel Beckett, en attendant Godot (in ethernet).

L'uso dannoso della IA è già in atto

Yoshua Bengio, considerato da molti uno dei padrini dell'intelligenza artificiale, è da tempo in prima linea nella ricerca sull'apprendimento automatico. Negli ultimi anni le sue opinioni sulla tecnologia sono cambiate. Non a caso è impegnato a spiegare quali possano essere i rischi posti dall'intelligenza artificiale e a suggerire cosa si potrebbe fare per sviluppare un'intelligenza artificiale più sicura e attenta ai bisogni dell'essere uano.

Perché l'introduzione acritica dell'intelligenza artificiale nelle scuole è un problema?

Le linee guida ministeriali parlano di "utilizzo etico", di "mitigazione dei rischi", ma questo linguaggio rischia di fare l'effetto della proverbiale foglia di fico, a nascondere le pudenda di un'operazione che non può per definizione essere etica, né mitigata in alcun modo nel momento in cui a portarla avanti è Big Tech. La professoressa Daniela Tafani ci aiuta a comprenderne le ragioni: