TESTI
Calogero (Kàlos) Bonasia
Vite infinite, morti sospese: il lato oscuro della memoria digitale
La morte non è più soltanto un evento biologico o un fatto intimo da elaborare nel silenzio del lutto. Nell’era digitale, le tracce che lasciamo online sopravvivono a noi stessi: profili social, chat, immagini, archivi che continuano a parlare anche quando la vita si interrompe. Tecnologie emergenti trasformano questa eredità immateriale in presenza attiva, attraverso avatar, chatbot e piattaforme che promettono di mantenere vivo il legame con chi non c’è più. È un cambiamento che solleva domande profonde: fino a che punto siamo disposti ad affidare la memoria e la nostra identità a una macchina? E cosa accade quando il confine tra ricordo e simulacro diventa sempre più sottile, confondendo vita, morte e persistenza digitale?