Dalla caverna allo schermo: la progressiva separazione tra corpo vissuto e corpo rappresentato

Questo saggio attraversa la storia della rappresentazione del corpo – dall'Egitto alla Grecia, dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco alle avanguardie, fino all'era degli schermi – seguendo un filo rosso preciso: la progressiva separazione tra corpo vissuto (il corpo sentito dall'interno, esperienza incarnata) e corpo rappresentato (il corpo visto, misurato, codificato dall'esterno).

Un viaggio da sogno: il Fantastan

Questa è la bozza di itinerario che abbiamo costruito nella nostra mente e che, tutto sommato, potremmo provare anche a concretizzare quanto prima, stanchi delle solite mete; sicuramente immaginiamo possa essere un viaggio ...fuori dal comune. Qualcuno è interessato a condividerlo con noi? Se invece avete voglia di immaginare altri viaggi (im)possibili, potrete trovare nuovi spunti in alcuni libri che, tra il serio e il faceto, vi consentiranno di dare libero sfogo alla vostra fantasia, oltre a informarvi su luoghi realmente esistenti e altri inventati e da reinventare con la vostra immaginazione; a questo proposito vi consigliamo di leggere prima di tutto “Le città invisibili” del grande Italo Calvino, edito da Einaudi; e poi “Sovietistan” di Erika Fatland, edito da Marsilio, e “Molvania” di Santo Cilauro, Tom Gleisner e Rob Sitch, edito da Rizzoli; perché il primo luogo in cui germogliano i viaggi è proprio nella nostra mente, soprattutto quando la realtà è dura da sopportare...

Defezione digitale e controllo algoritmico: filosofia della resistenza ai social network

Dopo ventidue anni e sei blocchi algoritmici in dodici mesi, ho chiuso il mio account su un importante social network professionale. Non si è trattato di un gesto impulsivo ma dell'esito necessario di un processo di erosione della possibilità stessa di dialogo autentico. Questa riflessione parte da un'esperienza personale per interrogare filosoficamente il controllo algoritmico, l'estrazione di valore dalle piattaforme digitali, e la possibilità di resistenza. Tra Foucault, Hirschman e Deleuze, esploro tre grammatiche della resistenza e propongo la defezione come atto politico consapevole in un'epoca di capitalismo della sorveglianza.

L’era del soft-fanatismo digitale

La dissoluzione del dibattito pubblico, fra camere d’eco e frammentazione epistemica. Viviamo in un'epoca paradossale: mai nella storia dell'umanità abbiamo avuto accesso a una tale abbondanza di informazioni, eppure mai come oggi il dibattito pubblico è apparso così frammentato, polarizzato e impermeabile al confronto razionale. Questa contraddizione non è casuale, ma rivela una trasformazione profonda nelle strutture attraverso cui formiamo credenze, valutiamo evidenze e ci confrontiamo con posizioni divergenti. Al centro di questa trasformazione sta un fenomeno che merita particolare attenzione: l'emergere di quello che potremmo chiamare "soft-fanatismo cognitivo", una forma diffusa di chiusura epistemica che si manifesta non attraverso dogmi espliciti o ideologie rigide, ma attraverso l'isolamento algoritmico in camere d'eco informative.

La Morte dell'Eureka: Perché l'algoritmo sta uccidendo la tua genialità.

Il feed non è una finestra sul mondo, è uno specchio di comfort. E nessuno trova nuove terre guardando il proprio riflesso. Un'analisi su come il comfort digitale e la validazione algoritmica stanno distruggendo la nostra capacità di innovare. Per ritrovare il momento 'Eureka' (Kairos), dobbiamo rompere lo specchio di Narciso e abbracciare l'attrito.

La última mueca

Se presenta a sus nuevos amigos a la antigua usanza. No se descubre la muñeca. Ni la extiende. No se acerca a cada uno de ellos, frontalmente, con ojos muy abiertos para mostrar el iris. Pronunciar el propio nombre, sin otra identificación, ha caído en desgracia.

Conrad e il "punto nave" del nostro viaggio con l'AI

C'è un momento, nella navigazione, in cui il comandante deve fermarsi e fare il punto nave: verificare la posizione reale rispetto alla rotta prevista, misurare la deriva provocata dalle correnti, dagli errori accumulati. Non è sfiducia negli strumenti – è l'unico modo per evitare che una piccola deviazione diventi, nei giorni seguenti, una rotta completamente sbagliata. Forse è arrivato il momento di fare il punto nave della nostra relazione con l'intelligenza artificiale generativa. La proposta è semplice quanto radicale: spegnere, per qualche giorno, tutti i modelli generativi. Non come condanna, ma come esperimento diagnostico. Vedere cosa succede. Misurare cosa abbiamo delegato interamente e cosa, viceversa, abbiamo guadagnato. Capire quanto della nostra "forza muscolare cognitiva e critica" abbiamo già perso in questi due anni.

Oltre l’intelligenza artificiale: l’intelligenza ibrida tra creatività, apprendimento e responsabilità

L’intelligenza artificiale generativa obbliga a rivedere il modo in cui concepiamo creatività, e quindi identità; apprendimento, e quindi circolazione della conoscenza; etica, e quindi responsabilità. Non si tratta soltanto di stabilire che cosa l’IA può o non può fare, ma di chiarire che cosa vogliamo resti umano, cioè quali competenze intendiamo preservare e quali forme di convivenza vogliamo promuovere, ma anche che cosa vogliamo diventi l’umano. La tecnologia, per quanto potente, non decide al nostro posto: fornisce possibilità, invita a realizzare scenari. Spetta alle comunità politiche, alle istituzioni educative e ai singoli individui trasformare queste possibilità e opportunità in scelte coerenti con l’idea di umanità che intendono difendere e sviluppare.

Tesi di laurea come tesoro

Cresce nel nostro paese, nonostante ci si trovi ancora al di sotto della media europea, il numero dei laureati. Possiamo ben considerare la laurea non solo come conseguimento di un titolo di studio, non solo come completamento di un percorso formativo funzionale all'inserimento nel mercato nel lavoro. La laurea è anche, e sopratutto, formazione del cittadino adulto, attivo e responsabile. Una consolidata tradizione vuole che le il percorso di studi si concluda con un lavoro autonomo svolto da ogni studente: la tesi. Le tesi, a valle della valutazione critica della commissione di laurea, finiscono in archivio. Eppure ci sono tesi che meritano di essere trasformate in saggi, e pubblicate come libri con tutti i crismi da una casa editrice. Tramite questa trasformazione si potranno coltivare giovani autori e giovani lettori. La trasformazione della tesi di laurea in saggio stimola riflessioni a proposito di concetti e definizioni che tendiamo a dare per scontati: 'libro', 'saggio', 'monografia', 'autore', 'lettore'.

Come va il mondo. I disagi del manager

In un quadro socio-economico e politico dominato dalla finanza speculativa, appare sempre più necessario un agire autonomo, anticongiunturale dei manager. Proprio per questo gli spazi di azione e le leve in mano ai manager sono ridotti e sviliti tramite indirizzi e controlli provenienti dalla finanza speculativa.

Ecologia e Intelligenza Artificiale (POV #13)

Timothy Morton e Massimo Chiriatti: due modi di pensare la coesistenza tra umani, macchine e pianeta Che cosa significa parlare di intelligenza artificiale in un mondo colpito dalla crisi climatica? È solo una questione di algoritmi e sostenibilità energetica, oppure l’AI ci costringe a ripensare le categorie con cui interpretiamo la realtà, la responsabilità e il vivente? Il confronto tra Timothy Morton e Massimo Chiriatti permette di affrontare la domanda da due lati opposti: il pensiero ecologico radicale e la cultura tecnologica del limite. Da una parte Morton, teorico dell’“iperoggetto”, dissolve le frontiere tra umano, macchina e biosfera, l’AI non è altro che un nuovo attore nella rete planetaria degli oggetti che ci precedono e ci eccedono. Dall’altra Chiriatti, economista e tecnologo, rivendica una postura umana e normativa, l’AI resta un “esecutore incosciente”, potente ma privo di semantica, che va ricondotto dentro un orizzonte etico e politico.

Pura narrazione testuale. Le immagini non aggiungono nulla

Invitato da un amico ho compiuto il tentativo di aggiungere valore ad una narrazione attraverso immagini generate da una qualche intelligenza artificiale generativa. Ho concluso che è meglio affidarsi alla pura narrazione. Al racconto espresso in parole scritte. 'Stultifera Navis' infatti ha scelto questa via: niente immagini. Trovate qui sulla 'Stultifera Navis' il racconto intitolato 'A Empty Shell. O Torino distopica'.

Intervista ImPossibile a Pablo Picasso (IIP #12)

Il minotauro e l’algoritmo Che cosa resta dell’istinto creativo nell’epoca delle immagini generate automaticamente? In che modo la tecnologia sta trasformando la nostra idea di autenticità, responsabilità e libertà artistica? Da una parte c’è il minotauro, la creatura metà uomo e metà animale che Picasso. Dall’altra parte c’è l’algoritmo, il simbolo della nostra epoca digitale, una logica impersonale che ordina, calcola e genera immagini decidendo cosa possiamo vedere ogni giorno. Accostare queste due figure significa raccontare la tensione tra ciò che nasce dall’esperienza umana e ciò che viene prodotto da sistemi che imitano tutto senza vivere nulla. Il Minotauro rappresenta la parte irrazionale, emotiva e imprevedibile della creazione, l’Algoritmo, la macchina che combina e simula. Pablo Picasso è stato un’esplosione di energia creativa e distruttiva al tempo stesso, che ha spesso usato come suo alter ego, il minotauro, una figura istintiva, capace di incarnare la forza creativa ma anche la violenza del mondo. Un artista che ha denunciato la violenza, ha rifiutato compromessi e ha sempre rivendicato la responsabilità dell’artista. La sua visione dell’arte è ancora attuale, come ad esempio l’idea che “l’arte sia una menzogna che ci permette di conoscere la verità”. Questa Intervista ImPossibile prova a interrogarlo per un confronto immaginario su arte, falsificazione, allucinazioni algoritmiche e potere delle immagini in un periodo in cui il confine tra vero e falso è diventato il cuore del dibattito sulla crisi dell’autenticità, sulla delega creativa e sul futuro della libertà artistica nell’era delle macchine generative.

Sciopero

Possiamo chiederci se lo sciopero, strumento efficacissimo -nel 1800 e per buona parte del 1900- per la difesa dei diritti dei lavoratori, sia diventato obsoleto nei tempi del capitalismo delle piattaforme e dell'intelligenza artificiale.