Testi
A proposito del poetare nell’età della Techne
E’ ancora possibile la Poesia nell’età della Techne? Questo è il tema di questa lirica. La risposta che si ricava dai versi è una risposta desolata, pessimistica, negativa. In un’età in cui la ratio occidentale è giunta alla sua massima espressione con il dominio della scienza e della tecnica, la domanda sul senso dell’esistenza, che nasce dalla meraviglia di un cielo stellato (“gli spazi siderali”), dal legame con “la terra degli uomini”, dalla parola nuova e inaudita (“il non detto dei sapienti”), appare ormai caduta in oblio. Al poeta di questa nostra società ipertecnologica, che ha cancellato il senso cosmologico dell’esistenza, che vive nell’oblio dell’essere (Heidegger), non rimane che affidarsi al “silenzio della propria insignificanza” e al “vuoto della propria dispersione” per cercare di cogliere qualche debole segnale (“l’eco flebile della tua voce”) della parola della musa. Silenzio e vuoto: proprio ciò che manca all’uomo di oggi, proprio ciò che viene evitato come la peste. Che è come dire che l’uomo moderno fugge da sé e dal proprio significato destinale, evitando accuratamente di fermarsi a guardare dentro se stesso e a porsi le domande esistenziali che lo rendono pienamente un essere umano. Il poeta sembra non aver più nulla da dire, o di non essere più in grado di proferir parola, conscio com’è di rimanere inascoltato, consapevole che le parole hanno perso la loro sostanza, la loro potenza, la loro risonanza interiore, triturate e polverizzate dal clamore mediatico. Eppure nei versi finali rimane aperta una speranza: “un’eco flebile” da captare, forse una nuova parola originaria si sta affacciando…
Il tempo del disincanto
Viviamo il tempo del disincanto, percepiamo e forse abbiamo anche compreso quanto sian illusorie le promesse della tecnologia e delle sue piattaforme. Il disincanto nasce dalla consapevolezza di quanto lontana sia la felicità promessa e insufficienti le gratificazioni e i doni elargiti da piattaforme sempre più abuliche nella lororicerca affamata di dati e informazioni. Il disincanto nasce anche, per alcuni, da una accresciuta consapevolezza sull'essere stati trasformati in semplici consumatori, merci.
Il tempo tecnologico è viscoso e agitato!
Il tempo tecnologico è lineare, binario, accelerato, compresso, pulsante. Il tempo tecnologico fa da attrito per tutti gli elementi con cui è in relazione, si contrae come un buco nero, non lasciando dietro di sé alcuno spazio, ma un semplice campo gravitazionale. Così intenso da non lasciare sfuggire nulla, neppure le tante azioni che caratterizzano socialmente i mondi abitati dalle moltitudini della Rete.
Balocchi e profumi
Chi ha passato i 50 anni forse ricorderà ancora di non aver potuto scansare una canzone che giungeva periodicamente ad ammorbare l’umore. “Profumi e balocchi”, scritta tra le due guerre e riciclata nel tempo da vari artisti, parla di infanzia abbandonata, di bambini lasciati soli, privati di attenzione e balocchi e destinati di conseguenza a fatale deperimento, consunzione e morte. Aldilà delle venature morali e sessiste del testo, comunica un fastidio ancora attuale: in un tempo in cui i non luoghi dei centri commerciali sono le piazze di non incontro della vita quotidiana, la luce delle vetrine eclissa i bisogni di fondo dei bambini. Che sono di tutti. Oggi la morte è inaridimento relazionale, rischio concreto per adulti e bambini, prima e dopo il Covid.
DevOps e la rivoluzione del “saper fare”: filosofia, tecnologia e pragmatismo
Immaginate di essere al volante di un’auto d’epoca, impeccabile e affascinante. Ogni dettaglio è curato, il motore gira come un orologio svizzero, ma ora vi trovate su una superstrada moderna, circondati da auto elettriche che sfrecciano veloci e silenziose. Questa immagine illustra perfettamente il rapporto tra i modelli tradizionali di gestione IT, come ITIL o SDLC, e le necessità del mondo attuale, dominato da velocità, agilità e imprevedibilità.
Internet non è quello che sembra
Come infrastruttura, ormai privatizzata e occupata da piattaforme che hanno costruito in Rete veri e propri mondi chiusi, Internet è aperta ma non è più libera. Dipende ed è controllata da pochi Internet provider e da poche aziende tecnologiche, principalmente Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Netflix, che hanno trasformato Internet in un cartello, una mega-caverna platonica, in un grande centro commerciale (Saramago) nel quale gli utenti sono semplici consumatori e merci al tempo stesso. Gli spazi , gli arredi, i corridoi, di questi centri commerciali vengono usati per costruire narrazioni omologate e coformistiche, ma anche a diffondere messaggi reazionari e bigotti, fascisti e complottisti, false verità e informazioni sempre più fuori controllo.
Libri…books… e tecnologia
Le strade e le metropolitane sono piene di persone con lo sguardo fisso sul loro telefonino. Rischiano sempre di urtare qualcuno, mai di andargli incontro Sbattergli addosso, rimanendo turbati da quello che si percepisce, permetterebbe forse di cogliere la sua differenza e diversità, di sperimentare la curiosità che nasce dalla non conoscenza, dalla casualità dell’incontro e dai concatenamenti che potrebbe determinare. L’incontro a cui faccio riferimento non è quello tra profili digitali e facce virtuali che può essere condotto attraverso scambi di messaggi e informazioni.
L’epoca della tristezza
Viviamo da tempo una realtà fatta di passioni tristi, di insicurezza e incertezza che si trasformano in tristezza. Una tristezza per molti insopportabile che genera sofferenza, malessere psichico, angoscia e incapacità di ritrovare (la luce) la speranza.
Architetture civili
Da un punto di vista politico, le architetture civili sono frutto del senso di responsabilità personale e sociale di progettisti che si considerano prima che tecnici, cittadini appartenenti ad una comunità, eredi di una storia, viventi in una cultura. Dalla posizione del cittadino, il progettista sviluppa strumenti per la cittadinanza attiva e per la partecipazione.
Tecnologie e sviluppo del benessere psicobiologico
Un prontuario di sopravvivenza attiva, pensato per genitori, psicologi e psicoterapeuti. Alcune semplici regole per ridurre la fatica della genitorialità e contribuire al benessere psicobiologico dei bambini.
La tecnologia deve essere centrata sull'uomo
"[...] stiamo entrando nello stadio ultimo della tecnologia, intesa non più come discorso sulla tecnica, ma in quanto termine che prende atto della sua facoltà di proferire verbo, proferire logos, al solo scopo però di garantire il vero. Questo potere costituisce la principale caratteristica di quella che viene definita intelligenza artificiale e che determina poi tutte le funzioni che le vengono attribuite. [...] la tecnologia riveste un potere ingiuntivo [...] l'umanità si sta rapidamente dotando di un organo che la spossessa di sè stessa, del suo diritto di decidere, con coscienza e responsabilità, le cose che lo riguardano ...l'intelligenza artificiale è la punta dell'iceberg di tutte le tecnologie.." - Éric Sadin
Tecnologia critica
Il parlare d’altro serve a distrarre l’attenzione da un evento epocale, le ultime elezioni politiche, destinato a cambiare tutti gli equilibri, politici, istituzionali e sociali che hanno caratterizzato la geografia politica italiana fino ad oggi. Serve anche a stare lontano da prese di posizione riconducibili a ideologie, opinioni o narrazioni che poco aiuterebbero, al momento, a risollevare l’umore o a facilitare la presa d’atto che qualcosa si è rotto, è accaduto e non è velocemente riparabile.
Il cervello non viene modificato dalla tecnica ma da essa plasmato
Una intervista filosofica del 2017 di Carlo Mazzuchelli con il filosofo Pietro Montani. "Nell'incrocio tra mondo online e mondo offline si va via via ricostituendo, in modo nuovo e imprevedibile, il tessuto stesso del 'politico', lo spazio proprio della polis!"
Il vuoto in cui siamo tutti precipitati
Il vuoto, di significati, di senso, che si è generato e nel quale ci siamo rintanati, contenti delle regalie ludiche e delle gratificazioni consumistiche elargiteci, è derivata una realtà popolata da zombie. Nessuno si vuole riconoscere tale ma forse perché zombie lo è guù e tutti coloro che incontra non sono altro che zombie...con il telefonino.
Tecnologia e società dell’incertezza
Nell’era dell’incertezza nulla più dell’automazione, della robotizzazione e della intelligenza artificiale. dovrebbe suggerire una riflessione critica. Una riflessione utile per conoscere ciò che si nasconde dietro lo sviluppo di queste apparecchiature, sistemi di IA e loro infrastrutture. Necessaria per comprendere: l’emergere di nuovi modelli di sviluppo che cambiano il mercato del lavoro, quanto sia invasivo lo sfruttamento di risorse energetiche e minerarie, la pervasività predatoria per accaparrarsi dati violando ogni privacy, l’utilizzo a scopi militari, politici e di potere delle intelligenze artificiali e delle tecnologie di controllo e sorveglianza. Da intelligenti quali ci riteniamo, possiamo tutti far finta di nulla e godere dei vantaggi che la tecnologia ci regala.
Uman(istic)amenete Tecnoconsapevoli
L’era è tecnologica, il contesto da cui partire è molto umano, oggi fatto di crisi ricorrenti e di interrogativi su un futuro contingente, imprevedibile, nonostante i grandi avanzamenti della tecnica. Mentre crescono la potenza computazionale e le certezze dell’algoritmo, si diffondono automazione e intelligenze artificiali, il futuro si è fatto sempre più complesso, caotico, incerto e fragile, ricordando a tutti che, pur nelle nostre nuove vesti di simbionti e cyborg, siamo esseri umani e come tali collegati gli uni agli altri. La sfida che abbiamo tutti di fronte non è semplice, le nostre scelte possono determinare l’implosione di una evoluzione che ritenevamo senza interruzione oppure farci diventare più responsabili e (tecno)consapevoli.
La tecnoconsapevolezza che ci manca
Una riflessione sulla tecnoconsapevolezza e la libertà di scelta in un'epoca dominata dagli algoritmi, delle loro preferenze logiche, dai codici stranieri che li governano, dalle scelte di chi li ha implementati.
In viaggio alla ricerca di autenticità
Alcuni giorni di trekking nel deserto del Sahara mi hanno messo a confronto con realtà umane lontane anni luce dalle nostre. Ne è nata una breve riflessione sull’autenticità. Su quanto essa sia vissuta e raccontata nella nostra era tecnologica nella quale prevale l’individualismo a scapito dei vincoli collettivi. Vincoli, legami, esperienze ben presenti in realtà dove non manca lo smartphone ma prevalgono ruoli sociali riconosciuti, sincerità, norme condivise e sentimenti di comunità.
A proposito di caverne e centri commerciali...da Platone alla Cina
Chi crede che la realtà non sia prevedibile è destinato a doversi ricredere. A volte si tratta di profezie che si auto-avverano e quando questo succede non si è quasi mai completamente felici. Un esempio che merita di essere raccontato è quello del nuovo centro commerciale e luogo di vita (città-Mondo) realizzato in Cina. il New Century Global Center di Schengdu. Anticipato da Josè Saramago, nei suoi potenziali effetti sulle persone e sulle cose, nel suo libro 'A Caverna', scritto nel lontano anno 2000 e da Ballard nel suo libro 'Kingdom Come'.
Digital or human disruption?
L'evoluzione delle macchine obbliga l'umano a rifocalizzare l'attenzione sulla propria.