TESTI[1053]
Turisti dell'Inferno
Per interpretare un presente incomprensibile, mi trovo sempre più spesso a leggere pensieri che vengono dal passato, e questo pensiero di Herbert Marcuse, che benché abbia più di 50 anni mi sembra estremamente attuale.
Psicopolitica bellica. La militarizzazione della psicosfera
Venti di guerra sul Vecchio Continente. Una schiera variopinta di nemici pare assediarci da ogni direzione. Ogni nemico, prima ancora di essere reale, ci viene anzitutto narrato. Nell’epoca della menzogna universale non importa che il nemico esista, purché il popolo ci creda. L’Europa è bersaglio di un assedio mediatico finalizzato a militarizzarne la psicosfera. Gli scopi socialmente legittimi vengono ristrutturati: bisogna passare all’economia di guerra (comprando però costose auto elettriche). Crisi? Sì, ma smart-eco-inclusiva. Per un tramonto in technicolor. L’autodistruttività europea va mascherata con parole che suonino bene, possibilmente straniere e insensate. I tempi del benessere sono finiti. Automutilazione dell’Europa, con missili puntati. L’ultimo capitolo del nichilismo tragicomico made in UE è il Chihuahua che abbaia alla porta del Dobermann, credendo di essere un Rottweiler.
María Corina Machado. Premio Nobel al coraggio
L'attribuzione all'oppositrice venezuelana María Corina Machado del Premio Nobel per la Pace 2025 invita a qualche riflessione sui motivi del riconoscimento e anche sulla superficialità di moti commenti politici
Tempi di "flottille", vascelli, navi, navicelle e di coraggiosi folli!
L’avventura della Global Sumud Flottilla è collegabile per me anche al progetto della Stultiferanavis, una iniziativa pensata per folli che nel mondo ignorante, insensibile e disumano attuale appaiono come saggi. - Questo è tempo di vascelli, di viaggi avventurosi e consapevoli, di naviganti coraggiosi e folli, resilienti ma soprattutto resistenti, persone comuni che sentono il richiamo etico e valoriale a fare delle scelte, sfidanti e rischiose, che vanno al di là delle appartenenze politiche, delle fedi e delle ideologie, per reagire alle ingiustizie, alla disumanità teorizzata e praticata e alle persecuzioni, esercitando la responsabilità per andare in soccorso di chi sta male o sta subendo una ingiustizia. In un mondo che va a rotoli siamo tutti alla ricerca di senso e di significati più profondi della nostra esistenza. Mettersi in mare aperto è un punto di partenza, anche per evitare il naufragio che si sta preparando sulla terraferma.
E' tempo di mostrare i nostri colori
Oggi, in più di cento città italiane – da Roma a Milano, da Torino a Napoli – decine di migliaia di persone hanno marciato per chiedere giustizia e solidarietà con Gaza. Uniti nella protesta contro l'intercettazione da parte di Israele della Flottiglia Globale Sumud, un convoglio di oltre quaranta imbarcazioni che trasportavano 500 attivisti internazionali – tra cui Greta Thunberg, parlamentari e avvocati – che trasportavano medicinali e cibo di cui c'era urgente bisogno.
Intervista ImPossibile a George Orwell (IIP #04)
L’AI come nuovo totalitarismo George Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair, 1903–1950) è uno degli autori più influenti del XX secolo. Scrittore, giornalista e combattente antifranchista, ha denunciato i meccanismi del potere e della manipolazione con una chiarezza che ancora oggi inquieta. I suoi due romanzi più celebri – La fattoria degli animali (1945) e 1984 (1949) – sono parabole del totalitarismo moderno: il primo una satira contro la degenerazione del socialismo reale, il secondo una visione profetica della società della sorveglianza e del controllo mentale. Orwell credeva che la menzogna organizzata fosse la forma più alta di potere e che la verità, anche quando ridotta a una formula banale come due più due fa quattro, fosse l’ultimo baluardo della libertà umana. Cosa penserebbe il creatore del Grande Fratello davanti alla nascita di un’intelligenza che osserva tutto, capace di conoscere i nostri desideri prima ancora che li formuliamo?
Leggete e diffondete: per Gaza
Faccio mie le richieste di David Adler, attivista ebreo della Global Sumud Flottilla: "urlate contro i nostri patetici rappresentanti e unitevi alla nostra richiesta di un corridoio [per Gaza] ora". Non come un sogno, ma come una politica concreta. Le infrastrutture che non siamo riusciti a completare, gli stati devono costruirle. L’assedio che siamo venuti a spezzare, deve finire una volta per tutte. Se c’è una cosa che ho imparato in questo viaggio, circondato da questi straordinari nuovi amici provenienti da ogni angolo del mondo, è questa: che 𝒍’𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒆𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 è 𝒅𝒂𝒗𝒗𝒆𝒓𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒎𝒆𝒓𝒂𝒗𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐𝒔𝒂.
D/Istruzioni per l’uso
Stiamo assistendo all’uccisione in diretta della democrazia. Si è alla ricerca di strumenti di prevenzione a cominciare dall’abbecedario.
Keep calm & carry cash: la BCE ci ricorda l'importanza del contante in tempo di crisi.
Keep calm & carry cash: la BCE ci ricorda l'importanza del contate in tempo di crisi.
Alzare i tassi, abbassare il controllo. Appunti di project management hackerato
L’altro giorno, in un raro slancio di ordine domestico, ho deciso di mettere mano a un paio di scaffali della mia libreria. Fra volumi dimenticati e vecchi appunti, mi è capitato tra le mani qualcosa che non ricordavo nemmeno di possedere: *Io sono Giorgia*, l’autobiografia dell’attuale presidente del Consiglio. Nulla contro la persona – non è questo il punto – ma molto, moltissimo ci sarebbe da dire sulle scelte politiche del suo partito, specie di fronte al silenzio e alle ambiguità che circondano il genocidio in Palestina. Ma non è questo l’argomento che voglio affrontare qui. Chi mi legge sulla *Stultifera Navis* sa che il tema che porto avanti è quello del **project management hackerato**, un modo diverso di pensare la gestione dei progetti, più critico e sistemico, meno allineato al gergo aziendale e più vicino all’analisi delle strutture profonde del potere e dell’organizzazione. Così, invece di riporre quel libro, ho deciso di liberarmene: l’ho lasciato in una di quelle edicole di *bookcrossing* che amo frequentare, nella speranza di separarmene per sempre. E proprio lì, come spesso accade quando si lascia spazio al caso, ho trovato qualcosa di molto più stimolante: un libro dimenticato ma in ottimo stato, quello che troverete citato in appendice. Leggendolo, ho cominciato a riflettere su alcune idee che collegano l’economia, la politica e la gestione dei progetti. Idee che, come scoprirete tra poco, partono dal semplice atto di “alzare” o “abbassare” i tassi di interesse e arrivano a raccontare molto di più: il modo in cui governiamo sistemi complessi senza mai controllarli davvero.
SCINTILLA FLOTTILLA
Una riflessione, dalla pretesa filosofica, sugli eventi di questi giorni che hanno visto emergere con forza in Italia la voglia e la volontà di rompere la cornice dentro la quale sono quotidianamente, e anche violentemente, veicolate le narrazioni manipolatorie della realtà. Il tentativo è quello di provare (una forma di esercizio del principio speranza) ad assegnare all'iniziativa della Global Sumud Flottilla e alle manifestazioni che lunedì 22 settembre 2025 hanno riempito le piazze di Milano, l'anticipazione ela prefigurazione, forse, di quanto bolle in pentola e sta emergendo. Ho provato a paragonare l'evento (iniziativa) Flottilla alla scintilla. Nel farlo mi sono collegato a Elias Canetti e al suo libro, per me una bibbia da sempre, MASSA E POTERE.
Intervista ImPossibile a Gilles Deleuze (IIP #03)
AI e il desiderio di creare Gilles Deleuze (1925–1995) è stato uno dei filosofi più radicali e originali del Novecento. Tra le sue opere principali figurano Nietzsche e la filosofia (1962), Differenza e ripetizione (1968), Logica del senso (1969), L’Anti-Edipo (1972, con Félix Guattari), Millepiani (1980) e Che cos’è la filosofia? (1991). Il suo pensiero ha introdotto concetti chiave come il rizoma, il corpo senza organi, la deterritorializzazione, la critica alla psicoanalisi ed alla rappresentazione, e l’idea della filosofia come arte di creare concetti. Le sue analisi sul desiderio, sulla vita sociale e sulle “macchine” del capitalismo offrono ancora oggi strumenti utili per leggere e comprendere le tecnologie digitali. Che cosa direbbe oggi Deleuze, di fronte all’intelligenza artificiale?
La realtà è quella che è, anche per come è raccontata
I tempi che stiamo vivendo sono paradigmatici di una realtà che non riesce più neppure a fare i conti con sé stessa. In tanti condividono la sensazione di vivere tempi strani, crepuscolari ma senza sapere bene cosa fare.
Il dominio dell’AI (POV #03)
Shoshana Zuboff e Yoshua Bengio: algoritmi tra emancipazione e controllo. Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sembra promettere tutto: efficienza, conoscenza, persino giustizia. Ma gli algoritmi che regolano le nostre vite sono davvero neutrali? O nascondono nuove forme di potere e disuguaglianza? Da una parte, Shoshana Zuboff ci mette in guardia contro il “capitalismo della sorveglianza”, un sistema che trasforma ogni esperienza in dato da sfruttare, riducendo la libertà individuale a merce di scambio. Dall’altra, Yoshua Bengio, pioniere del deep learning, non nega i rischi ma invita a costruire regole, istituzioni e responsabilità collettive per fare dell’AI una tecnologia al servizio dell’umanità. Gli algoritmi sono una trappola che alimenta disuguaglianze sempre più profonde, o una risorsa che - se governata - può ancora rafforzare la nostra autonomia di pensiero?
Intervista ImPossibile a Hannah Arendt (IIP #01)
Hannah Arendt (1906–1975) è stata una delle più importanti filosofe politiche del Novecento. Ebrea tedesca, allieva di Heidegger e Jaspers, dopo l’esilio negli Stati Uniti ha pubblicato opere fondamentali come Le origini del totalitarismo (1951) e La banalità del male (1963), che hanno cambiato il nostro modo di comprendere il potere, il male e la responsabilità individuale. La sua riflessione sulla fragilità della democrazia, sul linguaggio politico e sulla libertà rimane ancora oggi un riferimento imprescindibile. In questa “intervista impossibile” proviamo a immaginare cosa direbbe Arendt di fronte alle implicazioni dell’intelligenza artificiale.
L'etica oggi, in tempo di guerra. La lezione di Edward Bond
L’arte ha molto da insegnare: il libero sguardo dell’artista ci permette di osservare, per differenza, la miopia e la falsa coscienza dei politici, dei tecnici, degli imprenditori e dei manager. E anche la miopia di ognuno di noi. Il linguaggio dell’arte riguarda in modo speciale chi, in ambito aziendale, si trova a lavorare con le persone, e per le persone. Tra le arti, peculiare è il caso del teatro. L’analogia tra la scena teatrale e la scena sulla quale viviamo quotidianamente la nostra vita è evidente. Avendo in mente temi attualissimi: guerra, disagio sociale, senso di impotenza, neoliberismo, capitalismo finanziario, lasciamo la parola al drammaturgo inglese Edward Bond.
Il mercato che temiamo
L'Occidente secolare non ha tanto abbandonato Dio, quanto ha trovato una divinità più esigente.
STULTIFERANAVIS simbolicamente in mare con la Global Sumud Flotilla
L'opinione pubblica di tutto il mondo si sta mobilitando per Gaza. Di fronte all'inazione, alla codardia e al malato pragmatismo di leader politici ormai incapaci di agire per paura di fare scelte coraggiose, al cittadino non rimane che manifestare pubblicamente e apertamente la sua opinione. In Europa e in molti altri paesi crescono in numero e in partecipazione le manifestazioni. In Italia ieri sera a Genova la fiaccolata a sostegno della Global Sumud Flottilla ha visto la partecipazione di quasi 40000 persone. Sempre ieri (sabato 30 agosto) a Venezia un'altra manifestazione, organizzata da Venice4Palestine ha sfruttato la visibilità della Mostra del Cinema di Venezia ha raccolto la partecipazione do qualche migliaio di persone.
Noi siamo vivi, voi siete tutti morti
Leggendo i numerosi post di Otti Vogt, autore della Stultiferanavis e attivista globale per una "leaderships for good", condividendo molte delle cose che scrive e come le scrive, mi è venuto da pensare che ciò che serve oggi è un racconto diverso della realtà.