No more kings: Europe's last chance to matter

This is no longer about Europe's renewal for its own sake. It is about a global struggle between solidarity and subjugation. In an interdependent world, democracy cannot endure where domination thrives. Europe must refuse thrones—not only in its past, but in its future.

Il potere dello spettacolo. Commento al romanzo di Norman Spinrad 'Bug Jack Barron'

Romanzi che dovremmo leggere o rileggere: Norman Spinrad, 'Bug Jack Barron', 1969. Politici e imprenditori prendono lezioni dal conduttore di talk show Jack Barron. Ma presto risulta chiaro che se Barron si presenta alle elezioni, la vittoria sarà sua. Nel romanzo 'Bug Jack Barron', pubblicato nel 1969, Norman Spinrad riesce a immaginare che Ronald Reagan si candiderà, e vincerà a mani basse. Ma ora, mezzo secolo dopo, sappiamo che era solo l'inizio.

Neutralità. Una nuova forma di leadership globale?

In un mondo lacerato da conflitti che sembrano non avere fine, dovremmo iniziare a considerare che la neutralità degli Stati non rappresenta una forma di debolezza, ma al contrario, la più coraggiosa espressione di leadership. Un rifiuto consapevole di perpetuare cicli di violenza. La scelta audace di costruire ponti invece di muri (Papa Francesco).

Tempi moderni: vivere alla fine dei tempi

Un articolo scritto nel 2012 e pubblicato sul mio portale SoloTablet (www.solotablet,it). Conteneva brevi riflessioni a partire da un articolo intervista pubblicato su la Repubblica. Ad essere intervistata una filosofa, Myriam Revault d'Allones che aveva pubblicato in Francia un libro (La crise sans fin) nel quale si interrogava sulla crisi che stiamo vivendo come un sintomo di qualcosa d'altro. Un qualcosa che tocca il nostro modo di vivere completamente immersi nel presente e che ha eliminato il passato (cultura e tradizione) e sta rendendo impossibile ( nella percezione collettiva) il futuro. Lo ripubblico qui perchè penso possa essere ancora attuale e di interesse comune.

The death of the ethical leadeship

The spectacular destruction of the Trump-Musk alliance is tearing away the final veneer of dignity from American leadership, exposing a grotesque theater of pathological narcissism that threatens the very foundations of democratic governance. This is not merely a political feud—it is the public autopsy of moral leadership in the modern era.

La vida es chingar o ser chingado. Pelear puede ser una fiesta

Il nuovo papa ha passato vent'anni in America Latina. Si pone di solito l'attenzione su ciò che il missionario insegna. Ma ancor più conviene guardare a cosa ha insegnato al missionario il suo stare in quei luoghi. Tornando a Chicago, e stando ora a Roma, non potrà dimenticare. Solo una notizia ha rivaleggiato, sui media peruviani, con la salita di Padre Roberto al soglio papale. Il massacro di 13 persone in una miniera illegale. Non è una novità di oggi, sono anni che cresce in tutta l'America Latina, "l'allarmante auge dell'attività criminale intorno alle estrazioni minerarie illegali." Manca lavoro. Il lavoro nero è controllato dalla malavita. C'è una società che le élites non sanno e non vogliono vedere. Una società ridotta allo stremo, dove però ancora funziona una basica solidarietà sociale, non fondata su istituzioni, ma costantemente ricreata da esseri umani capaci di aiutarsi, di volersi bene. Nonostante la disperazione. Il rovescio della medaglia è la violenza. Continuamente la vita umana è messa a repentaglio, messa in discussione. Due frasi rappresentano la cultura latinoamericana, e forse anche la nostra. 'La vida es chingar o ser chingado'. 'La vita è fottere o essere fottuti'. 'Pelear puede ser una fiesta'. Litigare, combattere, può essere una festa. C'è una via d'uscita, una speranza.

NON ACCONSENTIAMO: Un rifiuto europeo della visione del mondo della Silicon Valley

Aderisco a quello che potrebbe essere un manifesto europeo, stilato per rifiutare la visione del mondo della Silicon Valley. Un manifesto che si propone di programmare futuri diversi per non subire la programmazione di altri, pochi miliardari e politici che aspirano al dominio del mondo attraverso l'instaurazione di un nuovo regime, non democratico, autocratico e non etico.

Ribellione, autoritarismo e crisi della realtà: rileggere 'The Rebel Sell'

Le teorie del complotto, il culto del leader forte, il disprezzo per la mediazione e il compromesso democratico sono diventati parte integrante del clima culturale dominante. In questo contesto, la domanda centrale è: com’è possibile che, mentre la coscienza critica si dichiara viva e attiva, il potere autoritario guadagni terreno? E come mai le forme culturali che si propongono come alternative sembrano così facilmente neutralizzate? È proprio da questo paradosso che partiva 'The Rebel Sell', il libro scritto nel 2004 da Joseph Heath e Andrew Potter. Heath e Potter toccano una questione più profonda: la confusione tra cultura e politica. Molti ritengono che scegliere un certo stile di vita equivalga a cambiare il mondo. Non mangiare carne, boicottare un marchio, indossare vestiti vintage o non avere un televisore vengono considerati atti politici. Ma questi gesti individuali non mettono in discussione le strutture di potere. 'The Rebel Sell' ci invita a riconoscere le illusioni che ci rassicurano e a fare i conti con la complessità del reale. In un’epoca in cui le democrazie si svuotano e le autarchie si rafforzano, la ribellione estetica non basta. Serve un ritorno alla critica istituzionale, alla pratica democratica, al pensiero articolato. Serve una nuova consapevolezza che unisce l’analisi culturale con l’azione politica, la denuncia simbolica con la riforma concreta.

La memoria spezzata, il gesto falso, e l’arte perduta di fallire

𝑪𝒊ò 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒊 𝒆𝒍𝒂𝒃𝒐𝒓𝒂, 𝒓𝒊𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂. 𝑴𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒓𝒊𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒆𝒓𝒂.Ritorna come caricatura, come spettro che si traveste da radice, come mito vuoto che pretende di diventare identità. Il 25 aprile dovrebbe essere un rito di rigenerazione civile, e invece oggi è minacciato da una classe dirigente che celebra la Resistenza solo quando è costretta, mentre flirta con le ombre che da essa furono sconfitte. Eppure, si ostinano a chiamarlo “governo”. Ma si tratta, più propriamente, di una sindrome: regressiva, afasica, in ostaggio dell’algoritmo e della nostalgia.

The Solipsism of Decentralization - A response inspired by Carlo Mazzucchelli’s reflection on capitalist realism

We are witnessing an unfortunate and turbulent period which has arisen as a result of a project which began a century ago. This project was led as an assault by elitist interests on the rights of the people that make up the public. Behind it were a cohort of abominable men of economics (mainly from Britain, Germany, Austria, and Italy), and elites who, upon understanding the opportunity to use the ideas of these economists to advance their own interests, provided generous funding.

Sono uscito dalla caverna

Il mito della caverna di Platone viene ripreso e rivisitato da sempre. La parte del mito che a me ha sempre intrigato di più è il prigioniero che viene liberato in modo che possa vedere l’uscita della caverna.

Villaggio globale o vortice?

Provate a pensare a questi primi mesi del 2025 e al tornado Trump che sta devastando il mondo globalizzato, mettendo a rischio quello occidentale nella sua stessa esistenza e in discussione i suoi rapporti con il resto del mondo. Questo tornado può essere connesso a varie metafore. Qui ne accenno due, entrambe prese dal pensiero di Marshall McLuhan: 𝗩𝗜𝗟𝗟𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢 𝗚𝗟𝗢𝗕𝗔𝗟𝗘 𝗲 𝗠𝗔𝗘𝗟𝗦𝗧𝗥𝗢𝗠 (vortice). Per chi volesse fermarsi qui, l’ovvia domanda è se Trump sia appunto un “tribalizzatore” violento seriale che ci riporta al villaggio ancestrale o sia piuttosto un Vortice (Maelstrom) capace di centrifugare tutto con la sua forza centripeta, ma soprattutto per il controllo crescente di cui è dotato, grazie alla allenza con i signori delle piattaforme tecnologiche.

Contiamoci: la comunità che non esiste

Oggi, domani, dopodomani. Il futuro. La misurazione e l’osservazione del tempo e di ciò che accade ci rende consapevoli che la realtà nella quale viviamo è questa, non un’altra, non quella di “ieri”. Inutile far finta che il contesto non stia condizionandoci. Guai però a dimenticare che eravamo diversi e per certi versi migliori, sicuramente eravamo più liberi, soprattutto di pensare. Riflettiamo su cosa potrebbe servirci per esserlo di nuovo, senza dover tornare indietro (Back to the Future).

Capovolgere il linguaggio

Credo che siano pochissime le persone che accendono ancora la televisione, e non riesco nemmeno a dar loro torto. Son diventate smart tv che danno accesso alle nostre piattaforme, con algoritmi rassicuranti: ci fanno vedere le cose che probabilmente ci piacciono di più.