Regia algoritmica e potere nell’era della decisione automatica

In questi giorni, tra i molti segnali che la rete amplifica e disperde, ho notato un ritorno insistente: la copertina gialla di Humanless. L’algoritmo egoista di Massimo Chiriatti. Alla terza comparsa, ho deciso di acquistarlo. Non perché convinto da chi lo promuoveva, quanto per capire cosa avesse davvero da raccontare l’autore, se così tante persone lo stavano rilanciando. E non voglio pensare che fosse solo per ingraziarsi in qualche modo la sua attenzione — come spesso accade su LinkedIn — ma un po’ di dubbio, lo confesso, mi è venuto. A quel punto ho recuperato dalla mia modesta biblioteca domestica anche Superintelligenza di Nick Bostrom, che avevo già letto anni fa. Due visioni, due timbri, ma un interrogativo comune: che forma prende il potere, quando smette di presentarsi come tale? A completare il quadro — o forse a disturbare l’armonia — è arrivata un’altra lettura: Gli ingegneri del caos di Giuliano da Empoli. L’ho iniziato in anteprima Kindle ma, a dire il vero, non l’ho finito. Non perché privo di contenuti, ma perché l’ho trovato poco stimolante, almeno per me.

Il potere dello spettacolo. Commento al romanzo di Norman Spinrad 'Bug Jack Barron'

Romanzi che dovremmo leggere o rileggere: Norman Spinrad, 'Bug Jack Barron', 1969. Politici e imprenditori prendono lezioni dal conduttore di talk show Jack Barron. Ma presto risulta chiaro che se Barron si presenta alle elezioni, la vittoria sarà sua. Nel romanzo 'Bug Jack Barron', pubblicato nel 1969, Norman Spinrad riesce a immaginare che Ronald Reagan si candiderà, e vincerà a mani basse. Ma ora, mezzo secolo dopo, sappiamo che era solo l'inizio.