Amo chi legge e leggo chi amo

C'è un legame profondo tra l'amore e la lettura, tra chi sa abitare le pagine di un libro e chi sa leggere l'anima degli altri. Io amo chi legge perché riconosco in lui il coraggio di mettersi in discussione e cercare il senso nascosto tra le righe. E leggo chi amo perché le persone che lasciano un segno sono quelle che diventano per me storie da attraversare, enigmi da decifrare e presenze da comprendere.

Pubblicanti o narranti?

Il rischio, mi sembra, è quello di smettere – per noia, per inettitudine, per sopravvenuta incapacità - di essere entità narranti per diventare invece delle mere entità pubblicanti…  un ambito in cui tutto ciò che normalmente collochiamo nel concetto di “intelligenze artificiali” già ci batte a mani basse.

La storia perduta di Jane Austen

Jane Austen è senza dubbio una delle più amate e lette scrittrici inglesi. I suoi libri sono stampati da vari editori, i film ispirati ad essi sono grandi successi e sono state scritte alcune biografie su di lei.

IO, IO, IO ...e il mondo

Non so a voi ma a me il mondo mi si costruisce intorno e mi attraversa in continuazione, ad ogni esperienza vissuta, evento o circostanza, incontro o informazione ricevuta.

Qui Terra! Umani abbiamo un problema!

I primi ad averne contezza sono super-uomini, ricchissimi e in controllo del mondo, che da tempo stanno cercando delle vie per la loro sopravvivenza futura, chi costruendo bunker in Nuova Zelanda (si dice Zuckerberg, Thiel e altri), chi pianificando una migrazione su Marte (Musk ma non è il solo), resa oggi “appealing” dalla scoperta di mari sotterranei di acqua, non si sa ancora se potabile o salata.

No al colonialismo algoritmico

La lettura di alcuni post sugli LLM e le lA mi hanno ricordato un testo scritto nel 2024 dopo una serata passata in centro a Milano. Vi si parlava di cose diverse anche di colonizzazione, che oggi sperimentiamo politicamente, culturalmente e tecnologicamente. La colonizzazione vincente, a questo ho pensato leggendo i post, è quella dell'IA. Viene realizzata con narrazioni convincenti, acculturate, filosofiche, finalizzate a celebrare le meraviglie dell'IA e il loro progredire.

La voce

Una riflessione sulla voce, primo strumento di contatto con l’Altro. La voce è suono prima ancora che parola, come parola può accarezzare o ferire, dare potere e valorizzare un pensiero. Senza la voce incarnata non si può comunicare la propria unicità, che sempre emerge da evidenze imponderabili che rivelano tratti della personalità di ognuno. La voce trasmette significati che vanno oltre le parole e il linguaggio, segnala la stretta relazione tra un dentro e un fuori. La voce, il suo uso in contesto e spazi sociali, è anche alla base della politica come ambiti plurali nei quali relazionarsi, socializzare e far politica. Nessuna piazza virtuale è in grado di sostituire l’esperienza della voce. Il prevalere della vista evidenzia come non mai il vuoto che si è creato in assenza di voce.

L'alba della produttività: quando tradizione e scienza si incontrano

Questo articolo esplora come la produttività mattutina nel lavoro da casa non sia solo una questione di organizzazione, ma tocchi qualcosa di molto più profondo nell'esperienza umana. L'alba ha davvero una qualità speciale che amplifica le nostre capacità mentali, e non lo diciamo solo noi: tradizioni spirituali di tutto il mondo - dai monasteri benedettini ai templi zen, dalla spiritualità islamica alle filosofie nordiche - lo hanno sempre saputo. Oggi la scienza conferma quello che monaci, mistici e saggi avevano intuito da millenni. Scopriremo come focus, efficienza, autocontrollo e equilibrio vita-lavoro trovino nelle prime ore del mattino la loro espressione più naturale, e perché lavorare alle cinque del mattino non solo è legittimo, ma può essere rivoluzionario.

Ogni racconto è una pianta. Ogni progetto è una pianta. Aiutiamola a crescere senza imporre controllo. Cosa ci insegna Felisberto Hernández

Felisberto Hernández, uruguayano, pianista mancato, autore di racconti, ci invita a vivere fedeli a noi stessi. Ci invita a cercare il nostro modo di essere artisti. Ci insegna anche -tramite la metafora di una piccola pianta, di cui osserviamo la crescita- a lasciare che, per quanto possibile, le nostre narrazioni 'si scrivano da sole' e i nostri progetti si sviluppino liberi da un asfissiante controllo.

La censura del silenzio

Due mesi fa è stato pubblicato su un noto social americano un post a proposito del libro di Eva Illouz "Emozioni antidemocratiche. L'esempio di Israele". Una settimana dopo, l'account è stato bloccato dalla piattaforma senza alcuna motivazione. Non è più possibile accedere, non si possono recuperare le foto, i post, i contatti di una vita. Tutto cancellato per aver promosso un libro. Un libro scritto da una sociologa israeliana, cittadina dello stato di cui osava criticare le derive autoritarie.

Alla ricerca della propria voce

Tutti bravi a scrivere post, me compreso, tutti bravi a costruire narrazioni online, ma forse non ci accorgiamo di essere diventati sempre più afoni, senza voce, senza qualcosa da dire, da raccontare.

Napoleone, il "figlio" della Rivoluzione che divenne imperatore -

Nessuna persona ha influenzato la Storia del 1800 come Napoleone (per i francesi Napoléon Ier) e nessuno ha influenzato tanto l'immaginario collettivo. È stato amato e odiato, ognuno ha "visto" un Napoleone diverso: il rivoluzionario corso che raggiunge il potere grazie alla sua audacia; l'imperatore che manovra i destini d'Europa; il geniale stratega militare ma anche il colonialista, lo scrittore mancato che incontra Goethe a Erfut che rimane stupito che continui a camminare su e giù mentre parla...   Si è guardato meno al prigioniero nell'isola di Sant'Elena che viene trattato malissimo, che vive assediato dai ricordi: Lodi, Austerlitz, Marengo, Wagram, Lipsia, Borodino, Waterloo.   Insomma, non sembra esistere un solo Napoleone ma tanti Napoleoni.

La biblioteca come rifugio

In un mondo fake perchè pieno di fake, i rifugi nei quali trovare consolazione sono rimasti pochi. Uno di questi è la biblioteca, un luogo nel quale, chi ne possiede una, può ritirarsi e, chiusa la porta e staccato il cellulare, può ricongiungersi con sè stesso, attraverso i libri, le storie, e i racconti in essi contenuti, ricercare verità e testimonianze nel passato, verificare quanto siano false e manipolatorie che circolano nelle narrazioni dominanti, provare a capire se e quanto sia possibile dare un contributo personale, scrivendo storie, racconti, libri. Non per sè ma per ascoltare il proprio cuore e nutrire la mente, per dare speranza a una umanità che la speranza ha ormai perso da tempo, per suggerire temi e spunti per conversazioni che possano portare lo scambio dai mondi virtuali e vuoti della rete a quelli incarnati nei quali si ritorni a guardarsi negli occhi, a scrutare i volti e a parlarsi, anche con il proprio corpo.

A contracorriente La prestamista

A contracorriente, la historia tantas veces escuchada, revivida y así narrada. En tiempos de frenéticos preparativos de guerras a mayor escala, se articula un contrapunto a las maquinaciones y designios de los poderosos, perfectamente en sintonía con los sentimientos y las necesidades de la gente común.

Ma in che mondi viviamo?

Moltitudini di persone vivono oggi, personalmente, professionalmente e politicamente, allegre e contente dentro i molteplici universi paralleli (compreso quello fattuale) che la tecnologia ha regalato loro.

Storia di un piccolo uomo

Quella che voglio raccontarvi oggi è la storia di un piccolo uomo nato tra le montagne ispide ed inospitali dell’Appennino centrale italiano, nel lontano 1936.