TESTI[1058]
Dire senza dire. Non dire dicendo (II)
Il potere di una congiunzione
Dire senza dire. Non dire dicendo (I)
Siamo parole in carne e ossa
Quando, con le nostre voci o con il nostro silenzio parliamo,๐๐ข ๐ฌ๐๐จ๐ฉ๐ซ๐ข๐๐ฆ๐จ ๐๐จ๐ฆ๐ฉ๐จ๐ฌ๐ญ๐ข ๐๐ข ๐ฉ๐๐ซ๐จ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐ข ๐ข๐ง๐๐๐ซ๐ง๐๐ง๐จ in ogni ruga che attraversa i nostri sguardi, in ogni arricciatura che le nostre labbra prendono e in ogni gesto che, partendo da un dentro turbolento e complesso, si dirige sempre verso un esterno dove quel disordine sembra rispecchiarsi, come causa o conseguenza.
[culยทtรนยทra]
Cultura rinvia alla forma di un participio futuro, come natura, creatura, ventura; la stessa parola latina futurus รจ participio futuro del verbo esse (cosรฌ come presente รจ un participio presente โ da prรฆesse, essere di fronte โ e passato รจ un participio passato โ da passare). La matrice che genera la parola cultura รจ un verbo latino, cรฒlere, che significa innanzitutto coltivare, anche nel senso figurato di avere cura, trattare con attenzione o con riguardo, quindi onorare; per estensione, perchรฉ la coltivazione implica la stanzialitร , significa anche abitare. Da tutto questo prendono vita parole comuni e diffuse come: agricoltura, culto, colonia e colono, inquilino... oltre a coltivare, e cultura.
Le parole che graffiano, feriscono, curano!
Capita spesso, nelle case abitate da amori stanchi, che certe parole finiscano per graffiare. Ogni sguardo puรฒ aprire crepe in una relazione a cui, nel tempo, non รจ stata fatta manutenzione (di solito a causa di incuria con buona fede). Il dialogo sembra cosรฌ un esercizio di equilibrismo su una corda tesa: ogni passo รจ incerto e non si sa dove porterร , ci si sente in costante pericolo di caduta.
Ridare un senso alle parole
Un testo tratto dal mio ultimo libro ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ -๐๐ซ๐๐ญ๐ข๐๐ก๐ ๐ฎ๐ฆ๐๐ง๐ข๐ฌ๐ญ๐ ๐ฉ๐๐ซ ๐ซ๐๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐๐ซ๐ ๐๐ฅ ๐๐๐ญ๐๐ฏ๐๐ซ๐ฌ๐จ. - Nella societร delle piattaforme il linguaggio, semplificato e mummificato dentro concetti, memi e acronimi (spesso in lingua inglese), sembra servire principalmente a fare la cronaca delle nostre vite, istante dopo istante, a navigare la nostra epoca fatta di applicazioni social, di profili digitali parlanti, le cui identitร poco rispecchiano il vissuto reale delle persone che li hanno creati. A parole tutti siamo alla ricerca di felicitร e gratificazioni, nella realtร percepiamo di essere intrappolati negli automatismi di macchine, lineari nei loro funzionamenti, โequivocheโ nelle loro intenzioni e nei loro obiettivi, alle quali abbiamo dato una delega di responsabilitร in bianco. Per questo incapaci di soddisfare i reali bisogni che caratterizzano la vita reale, di noi che ancora siamo umani.
Carezzare le parole - Parole inflazionate, parole ricche di significati
Per comprendere il nostro modo di guardare alla realtร e a cosa ci stia succedendo, sempre che lo percepiamo, ne sentiamo la necessitร e/o lโurgenza, dobbiamo partire da una riflessione attenta, ermeneutica, sulle forme, espressioni, contenuti e parole del nostro linguaggio. Intenti a abitare mondi diversi, molti dei quali virtuali, rischiamo di non comprendere fino in fondo quanto abitare una lingua, farne la propria dimora (dal latino demorari - indugiare, tardare, attendere, arrestarsi stabilmente in un luogo), sia fondamentale, per capire sรฉ stessi, gli altri e la realtร esistenziale nella quale siamo tutti confinati.- ๐จ๐ป ๐๐ถ๐ฎ๐ด๐ด๐ถ๐ผ ๐ถ๐ป ๐ฝ๐ถรน ๐ฝ๐๐ป๐๐ฎ๐๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐ป ๐๐ฒ๐๐๐ถ ๐๐ฟ๐ฎ๐๐๐ถ ๐ฑ๐ฎ๐น ๐บ๐ถ๐ผ ๐น๐ถ๐ฏ๐ฟ๐ผ ๐ข๐๐ง๐ฅ๐๐ฃ๐๐ฆ๐ฆ๐๐ฅ๐ - ๐๐ป๐๐ฟ๐ฒ๐ฐ๐ฐ๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐ผ๐น๐ฒ ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฒ ๐๐ฒ๐ฐ๐ป๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ๐ฎ.
15 maggio. Il dovere di pesare le parole
Stamattina ho riaperto un libro digitale che avevo sfiorato giorni fa. Il titolo ancora mi parlava โ Ipnocrazia. Un concetto affascinante, evocativo, carico di risonanze contemporanee. Rappresentava, in un certo senso, una sintesi delle mie inquietudini. Lโavevo acquistato dโimpulso, attratto dalla promessa di una riflessione sul potere ipnotico dellโinformazione. In parte ci avevo creduto. In parte avevo voluto crederci. Mi sono accorto, perรฒ, che il problema non era il libro in sรฉ, nรฉ il fatto che lโautore si sia rivelato una finzione, unโinvenzione editoriale costruita tra intelligenze umane e artificiali. Il vero problema รจ che non mi ero fermato. Non avevo interrogato fino in fondo la fonte. Avevo lasciato che la plausibilitร del testo, la sua coerenza stilistica, la sua forma accurata mi bastassero.
Carezzare le parole - Parole in forma di carezze
Di parole in forma di carezze tutti hanno oggi un grande bisogno, forse ne hanno anche un insopprimibile desiderio. Un bisogno diventato urgenza a causa di un contesto comunicazionale e relazionale, mediato tecnologicamente e dentro lโinfosfera, nel quale a prevalere รจ la brutalitร del linguaggio, spesso declinato in parole violente, velenose, nella forma di schiaffi, calci e pugni in faccia, ma anche la sua auto-referenzialitร , il cinismo, la comunicazione tautologica e centrata sul sรฉ che lo caratterizzano. Il bisogno insoddisfatto che genera solitudini, ansie, disturbi psichici e depressioni, alimenta solipsismi e crea โeremiti di massa che comunicano le vedute del mondo quale appare dal loro eremo, separati lโuno dallโaltro, chiusi nel loro guscio come i monaci di un tempo sui picchi delle alture.โ - ๐จ๐ป ๐๐ถ๐ฎ๐ด๐ด๐ถ๐ผ ๐ถ๐ป ๐ฝ๐ถรน ๐ฝ๐๐ป๐๐ฎ๐๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐ป ๐๐ฒ๐๐๐ถ ๐๐ฟ๐ฎ๐๐๐ถ ๐ฑ๐ฎ๐น ๐บ๐ถ๐ผ ๐น๐ถ๐ฏ๐ฟ๐ผ ๐ข๐๐ง๐ฅ๐๐ฃ๐๐ฆ๐ฆ๐๐ฅ๐ - ๐๐ป๐๐ฟ๐ฒ๐ฐ๐ฐ๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐ผ๐น๐ฒ ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฒ ๐๐ฒ๐ฐ๐ป๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ๐ฎ.
Una parola: Rispetto
RISPETTO [dal latino: respectus, da respicere guardare indietro, composto di re- indietro e spicio guardare. Per analogia apprezzamento, stima, considerazione, alta opinione. Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona.
Carezzare le parole che cambiano, noi con loro
Chi รจ capace di entrare in connessione empatica con gli altri, รจ abituato allโascolto, e a guardare negli occhi il suo interlocutore o la sua interlocutrice, sa che con le parole รจ possibile ferire un corpo cosรฌ come accarezzarlo dal di dentro, armonizzando mente e cuore, emozioni e pensieri. - Un capitolo intero da me scritto, tratto dal libro OLTREPASSARE - Intrecci di parole tra etica e tecnologia, scritto insieme a Nausica Manzi e pubblicato nel 2022.
Alluvioni di parole, deserti di concetti
In pochi anni tutto si รจ uniformato e contemporaneamente รจ diventato confuso. Le parole, ormai svuotate di significati, impoverite e brutalizzate, sono manipolate semanticamente, il verosimile ha sostituito il reale, la realtร ha finito per essere sostituita dalle sue narrazioni, che sono diventate infinite e per nascondere la veritร dei fatti. Atrofizzato risulta essere anche il linguaggio e lโuso che ne viene fatto per la narrazione della realtร con parole il cui peso e significato sembra evaporato.