Con i miei progetti online non ho mai fatto parte dei modelli di business che hanno caratterizzato il WEB di oggi, non mi sono mai molto preoccupato (salvo rare occasioni) di monetizzare il traffico e la visibilità dei miei contenuti online. Ho fatto meno soldi ma mi sono divertito di più, sentendomi libero, anche da Google che ha dedicato più tempo a quanti avevano sposato i suoi modelli di guadagno basati sulla pubblicità online.
Oggi guardo con divertimento e interesse a quello che sta succedendo, condividendo ciò che ha descritto DataMediaHub: il traffico web su cui molti avevano investito e costruito i loro successi o sogni di guadagno si è inaridito.
La violenza e la potenza delle intelligenze artificiali che stanno facendo diminuire in modo rapido (-15% in un anno) il traffico di ricerca mondiale eseguito da esseri umani incarnati (la ricerca associata ad essi è già ridotta al 50% del totale, il rimanente non è umano).
Alcuni, illusi, credono di poter continuare a usare gli stessi modelli semplicemente migrando sulle piattaforme IA ma non funziona.
Altri si interrogano smarriti su cosa e come fare per mantenere flussi di guadagno già ridotti dalla bulimia delle piattaforme delle Big Tech.
Tutti dovrebbero interrogarsi su dove sta andando il WEB e cercare di influenzarne l’evoluzione futura.
A essere penalizzati di più sono i soggetti che hanno investito sui risultati delle ricerche tramite motori di ricerca. Si dice che alcuni organi importanti di informazione abbiamo visto scomparire il 50% del traffico online, i siti scientifici e didattici hanno perso il 15% del traffico, ecc.
A essere interessati da questa rivoluzione ci sono migliaia di persone che producono contenuti, obbligati non solo a ritagliarsi nuovi spazi dentro i sistemi attuali ma a ricercare vere e proprie alternative. Nella speranza di poter trovare ancora un modo di guadagnare con redditi utili a una vita “dignitosa”.
Può darsi che l’alternativa porti a un ritorno al passato, alla vecchia newsletter o APP personali capaci di attrarre audience e nicchie di “mercato”. Forse è per questo che una piattaforma come Substack sembra di moda, anche per scrittori, autori, giornalisti, che su Substack hanno costruito le loro newsletter a pagamento alla ricerca di qualche forma di guadagno.
Per me la soluzione è una specie di ritirata, posso permettermela perché il mio lavoro online è puramente intellettuale e senza scopo di guadagno.
La ritirata spinge a costruire falò digitali, angoli di mondo a parte, dove costruire e coltivare comunità di persone che non hanno bisogno di un motore di ricerca, perché sanno dove andare, di essere sempre accolti e di non dover spendere una lira, oops, un euro.
Questo posto per me si chiama www.stultiferanavis.it
Medidate gente, meditate, soprattutto se sui contenuti campate!
L'intelligenza artificiale sta uccidendo il WEB?
Lo racconta DataMediaHup nella sua newsletter domenicale, dalla quale prendo lo spunto per questa riflessione.
Pubblicato il 20 luglio 2025