Culmine di sei decenni di ricerca, La singolarità è più vicina è il coronamento del contributo di Ray Kurzweil alla rivoluzione che l'umanità sta per affrontare.
A vent'anni dalla pubblicazione de "La singolarità è vicina", Ray Kurzweil torna ad anticiparci il futuro.
Nel frattempo molte delle sue previsioni si sono avverate con l'intelligenza artificiale e le biotecnologie ormai parte della nostra vita. In questo nuovo libro, Kurzweil racconta i passi avanti verso la singolarità, prevede che le AI raggiungeranno il livello umano entro il 2029 e che nel prossimo futuro l'umanità cambierà in maniera radicale.
Si parla di intervenire sulla materia a livello atomico attraverso nanobot, di rallentare l'invecchiamento ed estendere la vita oltre il limite di 120 anni, di potenziare la mente collegando i nostri cervelli a computer in cloud, di utilizzare gli sviluppi esponenziali della tecnologia per la creazione di energie rinnovabili e per ridurre povertà e violenza.
Il quadro non è però privo di critica e trovano spazio argomenti controversi come l'impatto dell'AI sull'occupazione, la sicurezza delle auto autonome e la tecnologia afterlife, che mira a far rivivere virtualmente persone decedute attraverso una combinazione di dati e DNA.
Recensione
La recensione è di L. Emil Abirascid, journalist, founder and editor-in-chief of Startupbusiness, the first magazine on the Italian startup and innovation ecosystem.
Il nuovo libro è un aggiornamento di quello pubblicato nel 2005 ed esplora evoluzione e opportunità dell'evoluzione tecnologica esponenziale. La recensione qui fornita si limita a raccontare ciò che l'autore del libro ha elaborato e scritto per aggiornare la sua tesi della Singolarità espressa nel suo precedente libro del 2005.
‘La singolarità è più vicina’, è la versione aggiornata del libro scritto nel 2005 che si intitolava appunto ‘La singolarità è vicina’. L’autore è Ray Kurzweil che ha appunto coniato il concetto di singolarità tecnologica e che in questo libro mostra quanto è stato fatto fino a oggi e quali sono le opportunità e le evoluzioni che possiamo attenderci negli anni da qui a circa il 2030-2035.
Secondo Kurzweil nel corso del prossimo decennio vedremo lo svilupparsi di evoluzioni tecnologiche fondamentali sia nell’ambito della capacità computazionale sia in qualsiasi altro ambito: energia, industria, logistica, salute, longevità. Ciò perché l’autore enfatizza il fatto che l’evoluzione tecnologica evolve a un ritmo esponenziale, quindi ciò che accadrà nei prossimi 10 anni avrà un impatto molto superiore di quanto è accaduto negli ultimi 10, che già sono stati significativi ed è perciò che il libro ha richiesto un aggiornamento. Un’accelerazione che è dovuta per la gran parte a quelli che egli definisce come i ‘ritorni accelerati’, ovvero alla capacità delle tecnologie di sbloccare sempre nuove funzionalità e capacità che a loro volta divengono elemento che consente di accelerare l’evoluzione stessa. Al centro di questa struttura Kurzweil mette l’intelligenza artificiale che è perno ed esempio netto di come l’evoluzione tecnologica alimenta se stessa e così accelera, il sottotitolo del libro è ‘quando l’umanità si unisce all’AI’. Il riferimento è alla tecnologia dell’informazione che è l’ambito in cui l’evoluzione si manifesta in modo più esemplare ma la tecnologia dell’informazione ha ricadute su tutti gli altri ambiti: maggiore capacità computazionale consente di simulare strutture biologiche e ottenere cure più rapidamente, si veda l’esempio di AlphaFold per il calcolo di come le proteine si piegano che ha portato all’assegnazione del premio Nobel per la chimica a Sir Demis Hassabis maggiore capacità computazionale consente di accelerre lo sviluppo di tecnologie di frontiera anche per l’energia come per esempio il solare di nuova generazione e la fusione nucleare , ma anche la manifattura distribuita grazie alla manifattura additiva, la logista intelligente, l’agricoltura verticale che impiega una frazione di suolo e di acqua rispetto a quella tradizionale.
Kurzweil non si limita però a fare un’analisi delle tecnologie ma ne approfondisce l’impatto sociale, economico, ambientale e nello scorrere delle pagine dimostra come e perché oggi il mondo è un posto migliore rispetto al passato e come e perché le nuove tecnologie e la loro evoluzione lo renderanno ancora migliore. Il libro offre un messaggio positivo, guarda al futuro con ottimismo anche se, con saggezza, l’autore non si sottrae all’analisi di quelli che potrebbero essere i problemi e le criticità, li analizza e spiega come sarà possibile evitare che diventino un freno allo sviluppo. Kurzweil è anche consapevole del fatto che la percezione generale sia che il mondo vada male: ci sono le guerre, il lavoro è minacciato dalle nuove tecnologie, l’immigrazione e il cambiamento climatico sono sempre più evidenti, esistono ancora sacche di povertà troppo grandi nel mondo. Insomma a chiunque di noi se pensiamo allo scenario complessivo ci appare una situazione poco felice ma la realtà è ben diversa, soprattutto se la si esamina con occhio evolutivo. Negli anni, nei decenni tutto è migliorato, benché con differenze tra varie zone del mondo ma si tratta di un miglioramento generale: è migliorata la ricchezza individuale, è migliorata la dieta individuale, è migliorato l’accesso alla sanità, la vita media si è allungata, si lavora meno ore, la qualità dell’ambiente in cui viviamo è migliorata.
Senza chiudere naturalmente gli occhi sui problemi e le criticità, molti dei quali sarà proprio l’evoluzione tecnologica ad aiutarci a risolvere, Kurzweil guarda al futuro, alla connessione tra mente biologica e mente digitale, alla possibilità di fare un backup di ogni essere vivente, alla risoluzione di problemi strutturali come l’inquinamento da combustibili fossili, alla distribuzione più equa delle risorse e delle opportunità, a un modello economico meno impattante, fino ad arrivare alle considerazioni più legate all’etica e alla filosofia.
Il libro è pubblicato in Italia da Apogeo (394 pagine, 25 euro) ed è introdotto da David Orban che conosce Kurzweil per via della Singularity University e che, nota per il lettore, è stato il co-fondatore, insieme a chi scrive, di Startupbusiness nel 2008 quando il progetto vide la luce.