Go down

Ti sei mai chiesto se stai ancora scegliendo con la tua testa o se hai semplicemente imparato ad adattarti? La velocità ci ha resi superficiali. L'abbondanza ci ha tolto profondità. Ci somigliamo sempre di più, ma pensiamo sempre di meno. Abbiamo smesso di leggere, dubitare, ascoltare. Eppure il pensiero critico, la lettura e l'autenticità non sono scomparsi, sono solo più difficili da trovare. L'importante è essere consapevoli di non aver perso la propria coscienza.


L'uomo assomiglia ai suoi tempi più di quanto assomiglia a suo padre (Guy Debord).

Questa frase mi ha colpita così tanto che non ho potuto ignorarla. Siamo davvero figli del nostro tempo più che dei nostri genitori? Guardiamoci intorno: un'epoca di velocità estrema, notifiche infinite, risposte immediate. Abbiamo modellato le nostre menti sui ritmi della tecnologia, perdendo per strada pezzi essenziali di umanità.

La lettura è in coma.

Quando è stata l'ultima volta che abbiamo finito un libro senza essere interrotti da una notifica? La lettura profonda, quella che ci faceva viaggiare in altri mondi e ci insegnava a riflettere, è stata sostituita da scroll infiniti di contenuti usa e getta. Leggiamo al volo titoli e mai libri, consumiamo frammenti di post e mai storie complete.

La conoscenza è diventata superficiale.

Un tempo si studiava per capire, oggi si googla per sapere. La differenza è abissale perché la vera conoscenza si costruisce con dubbi, errori, tempo e approfondimenti. Quella odierna invece è istantanea ma volatile: sappiamo tutto ma non capiamo nulla. Il sapere è diventato un quiz a risposta multipla invece di un percorso di scoperta.

L'anticonformismo è morto.

Paradossalmente, in un'epoca che celebra l'individualità, siamo tutti tremendamente uguali. Seguiamo gli stessi influencer, compriamo gli stessi prodotti, pensiamo gli stessi pensieri preconfezionati. L'anticonformismo vero, quello di chi dice "no" quando tutti dicono "sì", è diventato un esercizio di coraggio quasi impensabile.

Il pensiero critico è in pensione.

Accettiamo tutto ciò che conferma le nostre convinzioni e respingiamo tutto il resto. Non interroghiamo più le fonti, non mettiamo in dubbio i nostri bias. Il pensiero critico richiederebbe fatica, e noi abbiamo scelto la comodità dell'eco chamber.

L'intelligenza emotiva è stata digitalizzata.

Comunichiamo attraverso emoji, riduciamo sentimenti complessi a reaction. Abbiamo sviluppato intelligenze artificiali sempre più sofisticate ma abbiamo dimenticato come funziona la nostra intelligenza emotiva. Non sappiamo più leggere un volto, interpretare un silenzio o cogliere una sfumatura.

Forse sarebbe tempo di ritornare a ciò che ci rende davvero umani. Riscoprire la lettura come atto intimo, come spazio di silenzio e ascolto interiore. Leggere per riflettere, per lasciarci toccare da parole che parlano alla nostra coscienza, per sentire il peso e la bellezza del pensiero che si forma piano. La lettura ci insegna a stare, ad abitare il dubbio, a riconoscere ciò che ci smuove davvero.

E forse sarebbe tempo di iniziare a scegliere con consapevolezza. Scegliere la profondità invece della fretta, la conoscenza che si costruisce nel tempo, la libertà di pensare con la propria testa. Coltivare la capacità di sentire, di capire ciò che ci attraversa e ciò che ci lega agli altri. E forse, solo così potremo tornare ad assomigliare a ciò che realmente siamo e non solo a ciò che ci circonda.


Pubblicato il 14 luglio 2025

Camilla Scatena

Camilla Scatena / Direttore Aziendale (per hobby) - Bibliofila (di professione)

camilla.scatena@gmail.com