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Nonostante il grave ritardo che tutte le democrazie occidentali hanno accumulato nel perseguire i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), le istituzioni europee e le organizzazioni del terzo settore hanno recentemente messo in campo un notevole sforzo teorico per proporre dei quadri di riferimento sulla sostenibilità. Un contributo di Maria Emanuela Galanti

Maria Emanuela Galanti (mega.gala@gmail.com)

Abstract

Hermeneutics can play a key role in advancing human well-being, but its potential remains underexplored. In this paper, I discuss the importance of Inner Development Goals relative to sustainable development to address global challenges from a humanistic, hermeneutical perspective. I propose specific criteria necessary for the fulfilment of a 'sustainability in first person' approach and link it to a widespread acknowledgement of the necessity of stepping into action through holistic, experiential methods. Hermeneutical action is defined as action accompanied by, and following from, the recognition feeling of truth. I conclude by proposing elements for a transformative learning program in the form of construction of Mini-Theories of Evolution, a development of the practice “Thinking at the Edge”, devised by the philosopher Eugene T. Gendlin. The program would allow hermeneutics to bridge the divide between theories of evolution, philosophical thought and concrete personal actions towards sustainability. The two dimensions of Being and Action would interact in a process-oriented version of an organic, evolutionary philosophical practice. Effective action towards authentic goals would be signaled in an open language through the shift to the verb “to Be” in conclusions that otherwise use the logical operator “=” among two terms of a formula.

Keywords: hermeneutics, evolution, IDGs, TAE, LLL

Nonostante il grave ritardo che tutte le democrazie occidentali hanno accumulato nel perseguire i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), le istituzioni europee e le organizzazioni del terzo settore hanno recentemente messo in campo un notevole sforzo teorico per proporre dei quadri di riferimento sulla sostenibilità.

Con il cosiddetto GreenComp (Bianchi et al., 2022), il Centro comune di Ricerca della Commissione Europea (Jrc) ha proposto dodici competenze per la sostenibilità, organizzate in quattro dimensioni: Valori, Complessità, Immaginazione del futuro, Azione. Ventitré obiettivi di sviluppo interiore sono stati invece individuati da un’indagine transnazionale coordinata da una organizzazione senza scopo di lucro che ha preso il nome di Inner Development Goals (IDG). In maniera non dissimile dal GreenComp, ma con un approccio non-istituzionale, gli IDG sono organizzati in cinque dimensioni: Essere, Pensare, Relazionare, Collaborare e Agire, con enfasi sulla collaborazione, il tramite tra crescita interiore al cambiamento culturale (Ankrah et al., 2023).

Entrambe le proposte, suffragate da anni di ricerca sul campo e da consultazioni con esperti e scienziati, prendono implicitamente o esplicitamente le distanze da un approccio tradizionale in termini di “problema e soluzione del problema”. Il GreenComp lo fa esplicitamente, introducendo la nozione di “wicked problem” (problema spinoso), un problema difficile o impossibile da risolvere. Nel suo glossario, troviamo sia una definizione di “problema spinoso” sia una definizione di “apprendimento trasformativo” (Bianchi et al., 2022, p. 33), Quest’ultimo è centrato su chi apprende e su una nuova epistemologia, che antepone una dimensione olistica in prima persona, guidata dalla metafora corporea “testa, cuore, mani” ai fatti oggettivi della scienza in terza persona (Bianchi et al., 2022, p. 17).

Seguendo queste suggestioni, un programma di apprendimento permanente, Lifelong Learning (LLL), per la sostenibilità in prima persona dovrebbe:

Criterio 1: Promuovere la capacità di agire creativamente, prendendo le distanze da problemi che potrebbero essere irrisolvibili, con le ulteriori condizioni:

  1. 1 https://www.innerdevelopmentgoals.org
  2. 1A: tramite il ricorso all’esperienza diretta e a un linguaggio sensibile alle sfumature di significato
  3. 1B: ... e attraverso una ricerca del sentimento del vero.

La condizione 1B deriva dal capovolgimento di uno dei dieci requisiti che secondo Rittel & Webber, 1973 caratterizzano un problema spinoso. Tra questi dieci criteri, tutti soddisfatti dal cambiamento climatico secondo Richard Heinberg, 2023, spicca l’assenza di soluzioni “vere”.

La ricerca della verità individua un orizzonte prettamente filosofico. Tra i vari possibili approcci filosofici, 1A e 1B insieme indicano la filosofia di Henri Bergson (1859-1941) e dei suoi interpreti come una candidata ideale, per l’enfasi sulla libertà creativa, ma non solo. Una citazione da G. Deleuze chiarisce la connessione tra questa filosofia e il

Criterio 1:

We are wrong to believe that the true and the false can only be brought to bear on solutions, that they only begin with solutions. This prejudice is social (for society, and the language that transmits its order-words, set up ready-made problems, as if they were drawn out of 'the city’s administrative filing cabinets' and force us to 'solve' them, leaving us only a thin margin of freedom). (Deleuze, 1991, p. 15)

Il meta-problema di un approccio filosofico alla sostenibilità in prima persona diventa allora quello di trasformare un problema consegnatoci attraverso un linguaggio burocratico senza però dismetterlo. Nella mia prospettiva, quella di un’ermeneutica della vita, la trasformazione può accadere solo se ci affidiamo alla nostra intelligenza organismica, anche questa individuata da Bergson, teorico dell’evoluzione:

Life is essentially determined in the act of avoiding obstacles, stating and solving a problem. The construction of the organism is both the stating of a problem and a solution. (Deleuze, 1991, p. 16)

Come possiamo allora costruire la nostra azione in modo che corrisponda a quella di un organismo evoluto, al tempo stesso dichiarazione e soluzione del problema? La risposta a questa domanda si trova non tanto nel Bergson come letto da Deleuze, ma nel Bergson come letto da Merleau-Ponty (Merleau-Ponty & Sini, 2008, p. 35) e in Eugene Gendlin (1997). Sono questi due filosofi ad aver trasformato il “movimento retrogrado del vero” da circolo vizioso a proprietà fondamentale dellaverità (Merleau-Ponty) o dell’accadimento di significato (Gendlin). Deleuze invece (1991, p.18) aveva giudicato un’illusione l’atto immaginativo che getta la verità nel passato.

Nella mia proposta - una lettura di Gendlin, 1997, 2004, 2009 - il circolo vizioso può diventare un circolo di azione ermeneutica, a condizione che il sentimento della verità si presenti due volte: una volta nel processo di 'derivazione' esperienziale del passo di azione dal vissuto personale e una seconda volta nel processo di derivazione di nuovi significati dai concetti esperienziali che quel vissuto personale ha contribuito a costruire. Il movimento retrogrado del vero diventa euristica dell’azione perché rintracciando nel passato una premessa, lo riconcettualizziamo rigenerandolo e liberando così il senso di autoefficacia che facilita il passaggio all’azione. Durante la sua carriera, il filosofo pragmatista Eugene T. Gendlin (1926-2017) ha dato vita a due pratiche di ri- concettualizzazione del passato: i) il ‘Focusing’ (ri-concettualizzazione del passato personale, perlopiù doloroso o traumatico) e ii) il ‘TAE’ (ri-concettualizzazione dei costrutti teorici del passato collettivo).

Nel seguito, delineo un programma di apprendimento trasformativo che si inspira a queste due pratiche, che soddisfa il Criterio 1 e che permette l’azione ermeneutica a partire da una ri- concettualizzazione personale del costrutto teorico “evoluzione”. La proposta intende facilitare la trasformazione dell’azione sostenibile in un compito evolutivo, riempiendo un vuoto di ideazione tra le dimensioni “interno (personale)” e “esterno (collettivo)”, un vuoto tanto più paradossale quanto più la tanto invocata interdisciplinarietà si è già realizzata negli ultimi due secoli proprio nel dialogo tra i concetti specialistici di evoluzione in biologia e psicologia dell’età evolutiva, di sviluppo economico e di progresso sociale.

Schema di un Programma di Formazione

  1. Attraverso il metodo dialogico, stabilire l’assioma del pensiero non-binario “L’evoluzione non è progresso e non è non-progresso”;
  2. Presentazione del modello di evoluzione di Gendlin e del concetto di “evoluzione creatrice” (Bergson);
  3. Focusing: il passo di azione emerge come gesto di cura, per soddisfare il bisogno di “stare con la poli-crisi” senza distruggere le forme di vita del pianeta;
  4. Introduzione al linguaggio LTL (“Language of the Tree of Life”) e Formazione delle Mini-teorie dell’Evoluzione (Miniature di Evoluzione, MTE). LTL è formato da:

a)  Assiomi del pensiero non binario (almeno uno, quello presentato in 1.),

b)  Un numero indefinito di termini (o brevi frasi descrittive) del linguaggio ordinario, che partono da tre termini iniziali, tra cui il termine “Evoluzione” e si aggiungono nel seguito,

c)  L’operatore logico “=”,

d)  La regola di inferenza “se A, B, C sono termini, da A = B, B = C, derivare A = C”,

e)  La pattuizione tra utenti del linguaggio secondo la quale il segno “=” posto tra due termini può essere sostituito dal verbo “Essere” solo a seguito di un passo di azione che abbia usato quella premessa come ispirazione, riconoscendone la verità.

Per esemplificare la formazione di una MTE e le derivazioni in LTL, presento due delle premesse che compongono la mia MTE, ovvero

Evoluzione = circondarsi o essere circondati da presenze verdi (A)

Evoluzione = poter attendere il ritorno del sole (B)

La prima premessa è una metafora che deriva dall’ addensamento di diverse situazioni di vita e che ha già dato luogo al movimento “retrogrado del vero” in quanto costituisce un ulteriore sviluppo e conferma del mio passo di azione come emerso nel Focusing. In questo senso, le presenze verdi sono gli alberi, la cui piantumazione è seguita dopo qualche mese di pratica con il compostaggio in balcone (il passo di azione). La seconda premessa evoca l’inizio della vita sulla terra con la produzione di ossigeno da parte dei cianobatteri, produttori di glucosio dall’energia solare.

Utilizzando d) 2, deduco la conclusione

2 Per la regola d’inferenza, vedasi il passo 12 del TAE in Gendlin, 2009. L’uso del segno di “=” e di termini non quantificati rende chiaro che si tratta di sillogismi aristotelici con un termine medio, trattati però come “enunciati speculativi” hegeliani o come funzioni proposizionali di Russell. La funzione della regola d’inferenza è comunque quella di favorire la trasformazione di un sillogismo in BARBARA in un sillogismo DARAPTI, dove “I” rappresenta l’emersione di un termine esperienziale di collegamento tra due premesse 'universali’.

(3) A = B.

Il sentimento del vero si accompagna a sorpresa: cosa hanno in comune queste due diverse situazioni tenute insieme da un generico segno di uguaglianza? Dall’ immersione nel vissuto personale emerge come termine medio esistenziale “fiducia nell’ambiente circostante”, che (per sostituzione o nuova applicazione della regola di inferenza) va a formare la nuova formula

Evoluzione = fiducia nell’ambiente circostante.

Allo stato attuale di sviluppo della mia MTE, in base a e) posso dire “Evoluzione circondarsi di presenze verdi” ma non posso dire “Evoluzione fiducia nell’ambiente circostante” anche se la trasformazione della formula in proposizione è uno dei compiti che mi sono data.

Che alcuni costrutti esperienziali di una MTE non diano luogo a proposizioni rappresenta un pregio di LTL, un linguaggio aperto e trasparente che cerca di colmare il divario tra parola e cosa, tra linguaggio e mondo, ponendo un limite alle nostre affermazioni sul mondo e contemporaneamente sviluppando la capacità di esprimere il sentimento di appartenenza al mondo attraverso l’azione sostenibile. In questo senso, gli utenti di LTL fanno proprio il detto di Wittgenstein “I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo” (Tractatus, 5.6) ma lo coniugano partendo dai limiti del pianeta, consapevolmente assunti. Nell’era dell’antropocene, ogni sconfinamento del linguaggio nel dire sul mondo è da ritenersi sospetto, fonte potenziale di un colonialismo della parola che non sopporta il silenzio della natura, la sua indifferenza ai nostri modelli. LTL con le sue formule aperte predilige invece l’espressione fenomenologica, che accompagna l’ermeneutica nel porre come irriducibile la nostra finitezza, irreversibile il tempo dell’attesa.

Bibliografia

  • Ankrah, D., Bristow, J., Hires, D., & Artem Henriksson, J. (2023). Inner Development Goals: from inner growth to outer change. Field Actions Science Reports. The Journal of Field Actions, Special Issue 25, 82– 87.
  • Bianchi, G., Pisiotis, U. and Cabrera Giraldez, M., (2022). GreenComp The European sustainability competence framework, Punie, Y. and Bacigalupo, M. editor(s), EUR 30955 EN, Publications Office of the European Union, Luxembourg, ISBN 978-92-76-46485-3, doi:10.2760/13286, JRC128040.
  • Deleuze, G. (1991). Bergsonism (Tomlinson Hugh & Habberjam Barbara, Eds.). Zone Books.
  • Gendlin, E. T. (1997). Experiencing and the creation of meaning: A philosophical and psychological approach to the subjective. Northwestern University Press.
  • Gendlin, E. T. (2004). Introduction to thinking at the edge. The Folio, 19(1), 1–8.
  • Gendlin, E. T. (2009). We can think with the implicit, as well as with fully-formed concepts. In Leidlmair K. Ed., After Cognitivism: A Reassessment of Cognitive Science and Philosophy, Springer, 147–161.
  • Merleau-Ponty, M., & Sini, C. (2008). Elogio della filosofia. SE.
  • Heinberg, R. (2023, dicembre). Museletter #368: Something Wicked This Way Comes. Richardheinberg.Com.
  • Rittel, H. W. J., & Webber, M. M. (1973). Dilemmas in a general theory of planning. Policy Sciences, 4(2), 155–169.

Maria Emanuela Galanti

Maria Emanuela Galanti / Organic Philosophy for sustainability and wise climate action

meg.benessere@gmail.com