Fin dall’antichità il famoso motto “conosci te stesso” corrispondeva alla ricerca del proprio “daimon”, ovvero quella forza (o serie di forze) che oggi si impossessano e agitano la nostra esistenza. A volte i demoni sono nostri alleati, come quello di Eraclito, ma altre volte sono temibili avversari, come il demone di Cartesio.
La storia della filosofia è costellata da filosofi “indemoniati”. C’è Socrate, posseduto dal demone della maieutica e della curiosità; Spinoza, il cui demone è la libertà d’espressione; e, ancora, Kafka, posseduto dal demone del dubbio e dell’incapacità. E poi ci siamo noi: di quali demoni ci facciamo portavoce? E come possiamo riconoscerli, magari mettendoli a nudo e sconfiggendoli?
Oggi il demone dell’attenzione cerca di catturare le nostre vite in un gorgo di contenuti volti a far sentire la nostra voce; o quello della dopamina trasforma la realtà per la soddisfazione di bisogni effimeri. E quanto c’è da dire e pensare, poi, del demone dei social network, della popolarità, dell’amortalità? Ogni demone porta con sé caratteristiche particolari, punti di forza e talloni d’Achille, un certo timbro vocale e molta complessità. E senza poterli riconoscere non possiamo che esserne vittime.