Da Platone all’intelligenza artificiale: il problema mente-corpo
Anno:
2018
Casa editrice:
Thedotcompany,

Da Platone all’intelligenza artificiale: il problema mente-corpo

Il "problema mente-corpo" è uno dei più importanti e indagati da sempre (oggi vi si dedica un intero settore della filosofia: la filosofia della mente) poiché, in sostanza, è il problema della nostra natura e quindi anche del destino di ogni essere umano. Nel discutere di tale problema non ne va della struttura dell'atomo o della realtà dei numeri, ma di noi stessi,

Il problema mente-corpo. Da Platone all’intelligenza artificiale” è il libro che Marco Salucci, cultore della materia presso l’Università di Firenze, ha  pubblicato con la casa editrice thedotcompany. Un libro che è servito all'autore a configurare un grande affresco storico-filosofico (dal dualismo di Platone, a quello di Cartesio, ecc.) sulle evoluzioni di una riflessione filosofica che da sempre appassiona e coinvolge numerosi pensatori, non solo filosofi: il rapporto mente-corpo.

Nella sua parte analitica il testo di Salucci ripercorre numerose teorie sul tema per sottolineare come nessuna teoria fin qui sviluppata sul rapporto mente-corpo rappresenti una soluzione definitiva e al contempo per evidenziare i punti deboli e le contraddizioni che hanno prodotto spesso più problemi che soluzioni.

Il tema trattato da Salucci nel suo libro è tanto più interessante quanto più lo si contestualizzi nell'evoluzione delle intelligenza artificiale attuale. Il rapporto mente corpo può essere visto come l’interazione tra due ambiti o regni comunicanti. Due regni dentro un sistema integrato con integrata una funzione di traduzione e scrittura. E' da  questa visione che nasce l’idea di una Intelligenza Artificiale Generale capace di duplicare ogni funzione umana. Ma forse la mente non è una semplice funzione meccanica del cervello, forse non è riducibile a un algoritmo o a componenti software computazionali. Se fosse così una intelligenza artificiale potrebbe essere in grado di operare delle generalizzazioni e, grazie alla capacità di apprendere, di attraversare livelli e domini diversi di conoscenza e soluzione dei problemi. Ma non potrà mai duplicare la mente umana e la sua complessità. Forse. 

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Cè un’intera corrente di pensiero – grosso modo ispirata ai modelli computazionali della mente - la quale ritiene che, sì, è possibile che robot e computer possano avere una mente per la buona ragione che la mente non è vincolata al supporto materiale: sia un’anima che un software per computer hanno un rapporto accidentale con il corpo in cui si trovano. E ciò stabilisce una singolarissima alleanza fra i vecchi dualisti che credono nell’esistenza dell’anima immateriale e i contemporanei cognitivisti che pensano che la mente sia un software per computer.