Autore del dramma epico in versi liberi di ambientazione islandese «Ingólf Arnarson» (2017) e delle sillogi di poesia «Per una strada» (2009), «Anima di Poesia» (2014), «Visione» (2016). Autore della silloge di aforistica «Pensieri Minimi e Massime» (2012). Ideatore e curatore del progetto di poesia “Dipthycha” dove la forma del dittico e trittico poetico è declinata rispettivamente a due e tre voci di autori diversi, del quale sono editi quattro volumi antologici (2013; 2015; 2016; 2022) a scopo benefico. Membro di giuria in vari concorsi letterari nazionali e internazionali dal 2012 a oggi. Presente in «L'evoluzione delle forme poetiche. La migliore produzione poetica dell'ultimo ventennio (1990-2012)» (2012). Sulla sua produzione hanno scritto, tra gli altri: Marzia Carocci [Per una strada] «La poetica di Marcuccio riflette lo stato d’animo di chi attentamente osserva il mondo da un’ottica ad ampio spettro»; Nazario Pardini [Anima di Poesia] «Poesia nitida, chiara, coinvolgente per il tentativo di scalare la montagna della vita e carpirne da là gli orizzonti più lontani»; Lorenzo Spurio [Ingólf Arnarson] «[L]a cesellatura dei versi liberi operata dall’autore, lo studio attento dei caratteri, la descrizione circostanziata e puntuale delle scene, l’esatta orchestrazione degli avvenimenti [...] dimostrano in maniera assai stupefacente il grande lavoro prodotto»; Lucia Bonanni (1951-2024) «Con i suoi scritti offre senso di appartenenza, incuriosisce, si traspone nell’altro e fa vivere speranze in un modo ricco e profondo. Come afferma Mallarmé, “Ogni cosa nel mondo esiste per essere inclusa in un libro” e Marcuccio nei suoi libri, oltre a se stesso, include l’Umanità intera»; [Ingólf Arnarson] «I personaggi scelti e descritti da Marcuccio, sono orchestrati nel loro profilo tridimensionale, commisurati al movimento e forti nell’agire, calati nella categoria di appartenenza e capaci di evolversi fino alla giusta conclusione»; Natalia Di Bartolo [Pensieri Minimi e Massime] «Marcuccio conduce il lettore tra le pagine di questa breve raccolta proprio con i pensieri che più lo rappresentano, che maggiormente danno l’idea della sua condizione di poeta che, pur nella sede specifica non poetando, sa trasmettere anche in tale contesto la profondità del proprio sentire, per se stesso e per chi legga»; Antonio Spagnuolo «[C]apacità immaginativa del palermitano, poeta dal multiforme profilo e dalla instancabile volontà di sperimentazione». Foto di sfondo: Dalla Premiazione del 8° Premio Nazionale di Poesia “L'arte in versi”: Jesi, 16 novembre 2019.