With over 20 years of experience in digital innovation, I work at the intersection of organizational design, AI adoption, and marketing strategy. I help companies navigate complex transitions by combining data, creativity, and new models of collaboration. I’m currently Partner at Kopernicana, a company specialized in progressive organizational design, and Co-founder of FAIRFLAI, a startup that helps organizations reach their next evolutionary stage through applied AI. I am also a Co-Managing Director at JAKALA, overseeing digital and media operations and contributing to the growth of one of Europe’s top Mar-Tech firms. In the past, I was CEO of H-FARM Digital Marketing, where I led an exceptional self-managed team, pioneering post-hierarchical models. As an entrepreneur, I’ve co-founded ventures such as Nuvo.it, Neoseo.it, and Gliaffidabili.it, and supported startups like Aryel (WebAR marketing), Sustainable Brand Platform (fashion sustainability tech) and Immanence as advisor and investor. I’m also a speaker at innovation events and a university lecturer, passionate about sharing practical insights on the future of work, technology, and transformation.

Dentro il bozzolo dell’infocrazia: come l’AI sta trasformando le echo chamber in chat private

Sappiamo che i social non sono neutrali, quello che vediamo è il risultato di scelte algoritmiche pensate per massimizzare attenzione e coinvolgimento. Ma stiamo facendo lo stesso ragionamento sulle conversazioni con l’AI? Temo che le echo chamber non stiano sparendo, ma (solo) diventando "private". In questo articolo mi sono chiesto cosa succede quando una AI non ci espone a opinioni simili alle nostre, ma ci restituisce una versione ordinata, coerente e spesso rassicurante del nostro stesso pensiero. Il pericolo non è la disinformazione esplicita, ma la conferma sistematica. Ritrovo qui l’idea di hashtag#infocrazia, di Byung Chul Han, dove l’informazione non viene negata, viene modellata ma anche una versione postmoderna della metafora di Matrix dove non si parla più di una simulazione unica, ma di milioni di bozzoli cognitivi. Credo in gioco ci sia la libertà di pensiero, perchè questa passa dalla capacità di tollerare il dubbio.