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Tutti parlano di cambiamento. Il concetto è spesso manipolato e abusato, delimitato a ambiti specifici che impediscono di cogliere i cambiamenti a essi esterni, la loro impercettibilità e la loro profondità. 

I cambiamenti sono intrinseci a ogni sistema complesso, possono essere graduali, impercettibili. Si può cercare di capirli, anticiparli, progettarli. Se non si riesce a adattarvici, si finisce per subirli. Il cambiamento accade. Le trasformazioni sono rapide, accelerate, imprevedibili, pervasive, co-evolutive, interconnesse e in ambiti diversi, ma non sempre ne siamo consapevoli. 

Il cambiamento è ambiguo in natura. Cosa succede se non si percepisce, se non si lascia interpretare, se è solo oggetto di narrazione retorica, se lo esaminiamo solo a fini strumentali, se non se ne coglie la profondità? Si perde di vista il carattere strutturale delle trasformazioni in atto, la capacità di cambiare destini e orizzonti di una specie intera. 

Si parla di convergenza, collaborazione, socialità, automazione e sharing economy ma emergono divergenza, divisione, solitudine, disuguaglianze e precarietà. 

La realtà è che non capiamo ciò che sta succedendo[1] perché è qualcosa di completamente nuovo. Nella società, nella testa delle persone e in quella dei loro attuali (mis)leader.


Note

[1] Questo testo è stato scritto prima della pandemia del Coronavirus


Tratto dal libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.

StultiferaBiblio

Pubblicato il 05 gennaio 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

c.mazzucchelli@libero.it http://www.stultiferanavis.it