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Un’analisi del potenziale nascosto delle tesi di laurea italiane come base di conoscenza per l’intelligenza artificiale, tra barriere legali, opportunità tecnologiche e il sogno di un sapere finalmente accessibile a tutti.


Immaginiamo una biblioteca che nessuno frequenta. Non per mancanza di interesse, ma perché le sue porte sono serrate. Al suo interno si trovano migliaia di opere: ricerche innovative, analisi acute e intuizioni che attendono solo di essere lette. Questa biblioteca esiste: è il corpus delle tesi di laurea italiane, un patrimonio che ogni anno cresce silenziosamente, eppure resta inaccessibile, custodito negli archivi universitari, protetto da barriere legali e culturali.

È una “nave dei folli” in senso inverso: un luogo dove la conoscenza non si disperde, ma si accumula senza mai salpare.

Eppure, in un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale, questa risorsa dimenticata potrebbe diventare un faro per la ricerca e l’innovazione. Cosa succederebbe se le tesi di laurea fossero rese liberamente accessibili e integrate in sistemi avanzati di analisi come i modelli multimodali di intelligenza artificiale? Questa è la domanda che ci invita a riflettere su ciò che significa condividere e custodire il sapere.

Il sapere chiuso e l’illusione dell’abbondanza

Viviamo in un’epoca di abbondanza informativa. Mai come oggi abbiamo avuto accesso a una quantità sterminata di dati. Eppure, questa abbondanza è un’illusione. Non tutto il sapere è disponibile. Le tesi di laurea italiane ne sono un esempio: la maggior parte rimane confinata negli archivi digitali delle università, accessibile solo con permessi speciali.

È una conoscenza che esiste, ma non agisce.

Come un libro in una biblioteca sigillata, il suo potenziale resta inespresso. E qui sta il paradosso: mentre parliamo di open access e di democratizzazione del sapere, non abbiamo ancora trovato un modo per valorizzare un patrimonio che potrebbe arricchire sia la ricerca accademica sia lo sviluppo tecnologico.

Dalla biblioteca chiusa al mare aperto: l’intelligenza artificiale come strumento di valorizzazione

L’intelligenza artificiale, e in particolare i sistemi di retrieval augmented generation (RAG), offre un modo per trasformare il sapere sommerso delle tesi in una risorsa viva. Questi sistemi sono progettati per combinare modelli linguistici avanzati con archivi di conoscenza specializzata, consentendo di rispondere a domande complesse con precisione e contesto.

Ma c’è di più: i modelli multimodali, come quelli descritti negli esperimenti più recenti, possono integrare testi, immagini, grafici e tabelle, trasformando ogni tesi in un tesoro di conoscenza multidimensionale. Immaginiamo, per esempio, un sistema che analizza le tesi italiane per rispondere a domande specifiche sulla storia locale, sull’architettura, o sugli impatti ambientali di politiche passate.

Ogni tesi diventerebbe una parte di un archivio vivo, in grado di illuminare nuove rotte per la ricerca.

Un’occasione persa o un’occasione futura?

Ma qui sorge una domanda cruciale: siamo pronti a sfruttare questo potenziale? La risposta non è solo tecnologica, ma politica e culturale. In Italia, non esiste un archivio nazionale centralizzato delle tesi. Ogni università gestisce i propri lavori, con regole diverse e spesso restrittive. Inoltre, il diritto d’autore protegge ogni elaborato, rendendone complesso l’utilizzo per scopi collettivi senza il consenso degli autori. Questo quadro ci invita a riflettere su ciò che significa “custodire” il sapere. Se le tesi restano inaccessibili, non stiamo forse tradendo il loro scopo? La conoscenza non è fatta per essere nascosta, ma condivisa, trasformata, utilizzata.

La nave che può salpare: un progetto per il futuro

Immaginiamo, invece, un progetto diverso. Un’Italia che diventa il primo paese a creare un archivio nazionale delle tesi di laurea, accessibile a tutti. Un’iniziativa che non solo valorizzi il lavoro degli studenti, ma promuova l’innovazione tecnologica e culturale. Non sarebbe questa la vera democratizzazione del sapere?

Non sarebbe questa la realizzazione del potenziale di una “nave dei folli” che finalmente salpa, portando con sé la saggezza e la follia creativa delle nuove generazioni? In un mondo sempre più frammentato, le tesi di laurea potrebbero diventare un punto di connessione, un mare aperto dove la conoscenza si muove liberamente. Sta a noi decidere se lasciare questo patrimonio nel porto sicuro dell’oblio o farne la base di un nuovo viaggio intellettuale.

Perché, in fondo, la conoscenza non è mai statica: è un’onda che si propaga, e il nostro compito è darle la forza di raggiungere nuove rive.

Bibliografia Ragionata

1. Sebastian Brant, La nave dei folli (1494)

Opera satirica che ispira il nome Stultifera Navis. Fornisce un parallelo simbolico tra la conoscenza intrappolata nelle tesi accademiche e i folli che navigano senza meta. Utile per inquadrare il tema del sapere come bene universale.

2. Umberto Eco, Il nome della rosa (1980)

Romanzo che esplora il tema della conoscenza custodita e nascosta, attraverso la metafora del labirinto della biblioteca medievale. Un riferimento letterario che illumina l’idea delle tesi come un sapere inaccessibile, simile ai manoscritti segreti.

3. Peter Suber, Open Access (2012)

Introduzione alla filosofia dell’accesso aperto, con argomentazioni pratiche ed etiche sul perché il sapere accademico debba essere condiviso liberamente. Offre una base teorica per sostenere la necessità di un archivio nazionale delle tesi.

4. Shaw Talebi, Multimodal RAG: Process Any File Type with AI (2023)

Articolo che esplora il potenziale dei sistemi di retrieval augmented generation (RAG) e dei modelli multimodali nell’integrare diverse forme di conoscenza. Fornisce il contesto tecnico per immaginare un uso innovativo delle tesi in IA.

5. Riccardo Ridi, Il sapere accademico nell’era digitale (2018)

Studio sulla trasformazione delle università e del sapere accademico nell’era digitale. Utile per comprendere le dinamiche di archiviazione e condivisione delle tesi nelle università italiane.

6. Francesco Varanini, Stultifera Navis: un progetto culturale (2024)

Descrive la filosofia della rivista Stultifera Navis, evidenziando la sua missione di promuovere testi eccentrici e innovativi. Utile per adattare l’articolo al pubblico della rivista.

7. European University Association (EUA), Open Science in Europe: Policy and Practice (2021)

Rapporto che analizza lo stato dell’accesso aperto nelle università europee. Fornisce un confronto tra la situazione italiana e le politiche di open access adottate in altri paesi.

8. OpenAIRE (www.openaire.eu)

Portale europeo sull’accesso aperto e sull’archiviazione delle pubblicazioni accademiche. Offre informazioni su progetti simili al possibile archivio nazionale delle tesi italiane.

9. Anna Maria Tammaro, Digital Libraries and Open Access (2015)

Studio sull’importanza delle biblioteche digitali come strumenti di democratizzazione della conoscenza. Fornisce spunti per il progetto di un archivio centralizzato delle tesi.

10. Lawrence Lessig, The Future of Ideas (2001)

Analisi sui limiti posti dal copyright alla diffusione della conoscenza. Utile per inquadrare le sfide legali legate alla condivisione delle tesi.

Calogero (Kàlos) Bonasia

Calogero (Kàlos) Bonasia / “omnia mea mecum porto”: il vero valore risiede nell’esperienza e nella conoscenza che portiamo con noi