Il valore del feedback: parole che aiutano a crescere
In ogni contesto, dal lavoro alla vita personale, il feedback è una delle leve più potenti per crescere. Eppure è spesso vissuto con disagio: chi lo riceve teme di essere giudicato, chi lo dà rischia di sentirsi invadente o troppo critico.
Ecco il punto centrale: feedback non significa giudizio. Il giudizio blocca, il feedback apre possibilità. Quando impariamo a distinguere tra i due, la comunicazione diventa uno strumento di crescita invece che un campo di battaglia.
Feedback non è giudizio
Quante volte, in buona fede, abbiamo detto a qualcuno “sei bravo” o “non sei portato per questo”? Sono frasi comuni, ma in realtà sono giudizi. Etichettano la persona e non lasciano spazio a miglioramenti concreti. Spesso sono generici...
Il feedback, invece, si concentra sui comportamenti e sugli effetti. Non dice “sei disorganizzato”, ma “ho notato che la consegna è arrivata in ritardo, questo ha rallentato il lavoro del team”. La differenza è enorme: nel primo caso colpisce l’identità, nel secondo illumina un comportamento che può cambiare.
Il linguista e psicologo Marshall Rosenberg, ideatore della Comunicazione Nonviolenta, distingueva chiaramente tra osservazione e valutazione. Osservare i fatti senza mescolarli a etichette o giudizi è il primo passo per un feedback che arricchisce e non ferisce.
Allo stesso modo, gli studiosi Douglas Stone e Sheila Heen, autori del libro Thanks for the Feedback, sottolineano come la crescita personale e professionale dipenda dalla qualità dei feedback che sappiamo dare e ricevere. Non si tratta di “avere ragione”, ma di aiutare l’altro a vedere prospettive che da solo non coglierebbe.
Perché il feedback è prezioso
Immagina di guidare al buio, senza fari e senza specchietti. Ecco cosa succede quando lavoriamo o viviamo senza feedback: non abbiamo alcun riscontro sul nostro impatto sugli altri.
Il feedback è prezioso perché:
- Aiuta a migliorare: individua aree di crescita concreta.
- Rafforza le relazioni: dimostra attenzione e cura verso l’altro.
- Favorisce la fiducia: in un team, sapere che ci si può dire le cose apertamente crea sicurezza psicologica.
- Accelera l’apprendimento: nessun manuale sostituisce un feedback sincero, costruttivo e tempestivo.
Ricevere feedback non è sempre piacevole, ma è quasi sempre utile. Senza, rischiamo di vivere in un’illusione su noi stessi.
Le difficoltà nel dare e ricevere feedback
Se il feedback è così importante, perché è così difficile?
- Chi deve darlo spesso teme di ferire o di scatenare conflitti.
- Chi lo riceve può sentirsi sotto attacco, reagendo in modo difensivo o con chiusura.
- Molti confondono feedback con critica distruttiva.
C’è poi un aspetto culturale: siamo abituati a pensare in termini di “giusto/sbagliato”, “promosso/bocciato”. Ma questa logica binaria non funziona per la crescita delle persone.
La forma con cui si dà un feedback è tanto importante quanto il contenuto.
Linee guida per un feedback efficace
Come si può trasformare il feedback da momento critico a occasione di apprendimento?
Ecco 7 suggerimenti pratici:
- Sii specifico, non generico: “Sei poco professionale” non dice nulla. “Durante la riunione hai interrotto tre volte i colleghi, e questo ha reso difficile seguire il filo della discussione” è chiaro e concreto.
- Parla di comportamenti osservabili, non della persona: concentrati su ciò che qualcuno fa, non su ciò che “è”. Questo riduce la percezione di attacco personale.
- Usa la prima persona: dire “ho notato che…” o “mi è sembrato che…” responsabilizza te come osservatore, senza pretendere di avere la verità assoluta.
- Alterna rinforzo e suggerimenti: il feedback non è solo evidenziare mancanze. È altrettanto importante riconoscere ciò che funziona, per rafforzarlo.
- Concentrati sul futuro: un buon feedback guarda avanti: “cosa puoi fare diversamente la prossima volta?”. Questo trasforma il confronto in un’occasione di crescita.
- Scegli il momento e il contesto giusto: un feedback dato in pubblico o in un momento di forte tensione rischia di ferire. In privato e con calma è molto più efficace.
- Ascolta la risposta dell’altro: il feedback non è un monologo, ma un dialogo. Chiedere “come ti sembra quello che ti ho detto?” apre la porta alla comprensione reciproca.
Conclusioni, dal giudizio al dialogo
Il feedback è un dono, ma solo se è offerto e ricevuto con la giusta intenzione: non per giudicare, ma per aiutare a crescere. Non per mettere un’etichetta, ma per aprire prospettive. Non per chiudere, ma per costruire dialogo.
Nella vita professionale, un feedback ben dato può trasformare un collaboratore, un leader, un team. Nella vita personale, può rafforzare relazioni e creare fiducia autentica.
Alla fine, tutto si riduce a una scelta: vogliamo usare le nostre parole per giudicare o per far crescere? Per "aprire o per chiudere"?