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Una breve riflessione sul destino di libri scintifici d'autore, nei tempi rivoluzionari delle intelligenze artificiali e delle loro narrazioni onnipresenti e celebrative. Un breve testo per una riflessione necessario. Una provocazione da prendere sul serio, guardando al (nostro) futuro.


Come nel Cinema il "Sonoro" decretò la fine del "Cinema Muto", così l'IA sta decretando la fine dei Libri scientifici d'Autore.

Questo non accade nella narrativa — almeno non ancora. I romanzi vivono di empatia, immaginazione, stile personale: elementi ancora profondamente umani.

Ma i testi scientifici e tecnici?

Manuali, saggi, guide operative?

Quelli sì, sono già sostituibili. 

L’IA oggi può generare spiegazioni, esempi, modelli, codici, formule, schemi didattici — il tutto aggiornato in tempo reale, personalizzato per ogni lettore, e perfino tradotto automaticamente.  A cosa serve allora il libro dell’Esperto/Studioso, se una macchina può produrre all’istante qualcosa di simile? 

Oggi celebriamo il funerale dei libri scientifici classici.

Sì, proprio loro: i grandi manuali d'Autore, costruiti su anni di studio, esperienze, verifiche sul campo.

L’Intelligenza Artificiale li ha resi obsoleti, sostituibili, sommersi in un oceano di contenuti generati al volo. 

Ma attenzione: un giorno — non troppo lontano — potremmo celebrare il funerale dell’Intelligenza Artificiale stessa.

Perché se smettiamo di scrivere, di produrre sapere autentico, di innovare nella profondità...

l’IA non avrà più nulla da cui attingere. 

Senza nuove idee, senza nuovi testi, senza pensiero originale,

l’IA non potrà che riciclare l’esistente — e lentamente si spegnerà nella sua stessa ripetizione.

Forse oggi l’autore scientifico non è più “l’oracolo del sapere”, ma ha un ruolo ancora più critico: alimentare l’intelligenza futura con pensiero vivo.

un giorno — non troppo lontano — potremmo celebrare il funerale dell’Intelligenza Artificiale stessa

Pubblicato il 16 luglio 2025