Go down

Alcune riflessioni in forma di pensieri sparsi, organizzati ed espressi in modo semplice e conciso con l'obiettivo di farsi leggere e far pensare. Un piccolo regalo a chi sotto l'albero è ancora disposto a usare criticamente il proprio pensiero, a praticare l'arte del dubbio e delle domande, per provare a cercare le tante risposte di cui oggi sentiamo tutti, esistenzialmente, il bisognno.


Lalbero non è necessariamente quello di Natale, e non è obbligatoriamente un abete (io amo betulle, aceri, platani e faggi ad esempio).

I pensieri ci sono sempre, non seguono ricorrenze o celebrazioni, a volte sentono l’urgenza di emergere, di trasformarsi in parole, siano esse parlate o scritte.

Le parole sono sempre alla ricerca di senso e significato, soprattutto perché senso e significato lo hanno perso da tempo.

La ricerca è spesso vana, perché avviene dentro un buco nero che tutto assimila e ingurgita per la sua forza gravitazionale e impossibilità a resistervi.

Resistere fa parte della natura umana (sopravvivere al peggio), anche nella forma di pratiche dedite alla maggiore conoscenza, forse utile a ritardare la fine del tutto (del mondo) che il buco nero sembra prefigurare.

"Niente è a lungo termine"

La conoscenza non basta, soprattutto in un’era (del caos) nella quale a prevalere sono i dati e le informazioni, poco utili o non sufficienti per aumentare conoscenze e conoscenza, saperi e saggezza.

La saggezza è risorsa scarsa, lo sono anche cacao e caffè, parti integranti della nostra cultura e identità, lo sono le terre rare alla base delle disfide geopolitiche presenti e future, lo sono valori intrinseci come la solidarietà, la verità, la giustizia e la libertà, lo sono ancor più le pratiche sociali che questi valori potrebbero valorizzare e consolidare.

La scarsità è anche quella del pensiero, lo si vede nella incapacità crescente a porsi domande capitali, vitali ed esistenziali, legate al futuro del nostro mondo (NOSTROVERSO) sempre più virtualizzato, oggettivizzato, edonizzato utilitiristicamente e demotivato, senza più pulsioni vitali.

Le domande che ci mancano ci impediscono di trovare le risposte che ci servono.

Le risposte “necessarie” sono spesso impegnative, dolorose, realiste, suggeriscono il cambio di punto di vista (outlook), il salto di paradigma, l’adozione di atteggiamenti e comportamenti non più antropocentrici, una visione olistica, poietica-creativa e complessa, la capacità di (eco)adattarsi, di ritrovare un’etica basata sulla verità, di prendere coscienza e consapevolezza di vivere in un mondo al collasso, dominato dal realismo capitalista che impedisce di pensare e persino di immaginare che esistano alternative possibili.

"I sentimenti di paura e cinismo coltivano il conformismo, il culto delle variazioni minime, l'eterna riproposizione di prodotti-copia [...]" - Mark Fisher, Realismo Capitalista

Il realismo capitalista, terminologia usata da Mark Fisher per descrivere l’impotenza e il malessere che molti sperimentano nel volere dare un senso (di cambiamento) alla realtà e al mondo senza riuscirci, è l’ambito nel quale dovrebbe esercitarsi la nostra capacità di porre e porsi delle domande, diventate ormai esistenziali per l’esistenza stessa del genere umano sulla Terra: domande sulla pace e sulla guerra, sull’innalzamento delle temperature e sui comportamenti umani, sulle sofferenze, fisiche, materiali e psichiche, sulla crisi e inutilità della politica e sulla pericolosità delle élite che la gestiscono, sul neoliberismo che non smette di fare danni, sulle derive populiste e sovraniste in atto, sulla sparizione dell’opinione pubblica e sul prevalere di un senso comune malato e inadeguato, sul collasso generalizzato che percepiamo e che sembra non interessare a nessuno.

Le alternative non sono svanite nel nulla, ci fanno solo credere che è così! Sarebbe sufficiente abbandonare le passioni tristi e andare alla (ri)conquista della libertà. Così facendo si potrebbe trasformare una crisi in opportunità. Sul tema suggerisco la lettura di un post di Francesco Varanini sulla piattaforma di Linkedin.

L’opportunità nasce in contesti nei quali ognuno di noi può fare la sua parte, generando barlumi di luce, lasciando tracce e disseminando semi pronti a germogliare, agendo da testimoni di buona volontà, come persone resistenti e sagge, soprattutto dando forma a progetti collettivi e condivisi.

"la lunga e tenebrosa notte della fine della storia va presa come un’opportunità enorme" - Mark Fisher, Realismo Capitalista

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – STULTIFERANAVIS Co-founder

c.mazzucchelli@libero.it http://www.solotablet.it