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I nostri sensi hanno bisogno di ritrovare se stessi. Facciamolo ponendoci domande, come quelle a cui ci ha abituato Socrate.

Poiché le domande non sono mai stupide ma spesso lo sono le risposte, ho deciso di darne alcune a domande non fatte o forse sottintese.

Pochi lo conoscono. Molti fingono di conoscerlo. È uno di quegli uomini il cui pensiero, pericoloso per il quieto vivere di uno stato, non è insegnato nelle canoniche stanze dell’indottrinamento. Un individuo venuto al mondo con il nome di Henry David Thoreau e un piccolo saggio nel suo destino.

I nostri sensi hanno bisogno di ritrovare se stessi.

Queste brevi risposte costituiscono un libero estratto di un libero arbitrio. Un invito senza alcuna pretesa alle nuove generazioni a sviluppare quel buon senso di cui è indispensabile essere in possesso per osservare e comprendere lo stato passato e presente delle cose.

“Chi vuol esser lieto, sia: di doman non v’è certezza”.

Desidero darlo in pasto alle vostre giovani menti: prendetene piccoli pezzi, osservatene la forma e i colori, sentitene il profumo, date un bel morso e assaporatene il gusto, masticatelo bene affinché il processo digestivo abbia inizio già nella bocca.

Potrebbe darsi che inizialmente il sapore risulti non proprio gradevole, troppo salato per alcuni, troppo dolce per altri. Non abbiate timore. Abbiate pazienza. I nostri sensi hanno bisogno di ritrovare se stessi.

Nel frattempo, vi auguro buon appetito.

  1. Il governo migliore è quello che governa meno.
  2. Il miglior governo è quello che non governa affatto.
  3. Quando gli uomini saranno pronti, sarà proprio quello il tipo di governo che avranno.
  4. Il governo è nell'ipotesi migliore solo un espediente
  5. Molti governi sono di solito un espediente inutile e tutti i governi sono tali di quando in quando.
  6. Il governo è la forma attraverso la quale il popolo ha scelto di esercitare la propria volontà.
  7. Il governo è allo stesso modo suscettibile di abusi e di deviazioni, prima ancora che il popolo possa agire mediante esso o anche attraverso di esso.
  8. I governi mostrano come sia facile che gli uomini si lascino ingannare, persino che essi stessi si auto-ingannino, per proprio vantaggio.
  9. I governi non hanno mai portato avanti nessuna impresa con la stessa alacrità con la quale sono venuti meno ai propri compiti. Essi non mantengono libero il paese.
  10. Il governo è un espediente mediante il quale gli uomini potrebbero tranquillamente lasciarsi in pace a vicenda; e, come si è detto, quanto più i governati vengono da esso lasciati in pace, tanto più è vantaggioso.
  11. Se scambi e commerci non fossero fatti di gomma, non riuscirebbero mai a superare gli ostacoli che i legislatori pongono continuamente sulla loro strada; e se uno dovesse giudicare questi uomini soltanto in base agli effetti delle loro azioni, e non, in parte, in base alle loro intenzioni, essi meriterebbero d'essere considerati e puniti come quei malvagi che ostruiscono i binari ferroviari.
  12. Si lasci che ogni uomo renda noto quale tipo di governo susciterebbe in lui il rispetto, e quello sarà il primo passo per riuscire a ottenerlo. Dopo tutto, la ragione pratica per la quale, quando il potere è per una volta nelle mani del popolo, si permette a una maggioranza di governare, e lo si fa per un lungo periodo ininterrotto, non sta nel fatto che la cosa più probabile è che essa sia nel giusto, né nel fatto che ciò sembra la cosa più equa alla minoranza, ma nel fatto che la maggioranza è fisicamente la più forte.
  13. Un governo nel quale la maggioranza comandi in tutti i casi non può essere basato sulla giustizia, neppure nei limiti nei quali gli uomini la intendono.
  14. Non può esistere un governo nel quale non siano le maggioranze a stabilire, virtualmente, il giusto e l'ingiusto, bensì la coscienza.
  15. Dovremmo essere prima uomini, e poi cittadini.
  16. Non è desiderabile coltivare il rispetto della legge nella stessa misura nella quale si coltiva il giusto. Il solo obbligo che ho diritto di assumermi è quello di fare sempre ciò che ritengo giusto.
  17. La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati in agenti d'ingiustizia.
  18. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece, si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia, persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio.
  19. Pochissimi, come gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso elevato, e gli uomini, servono lo Stato anche con la propria coscienza, e dunque per la maggior parte necessariamente gli si oppongono; e sono comunemente trattati da esso come nemici.
  20. Un uomo saggio sarà utile soltanto come uomo, e non si sottometterà ad essere "argilla," né "ad otturare un buco per non far entrare il vento," ma lascerà questo compito alle sue ceneri almeno".
  21. Chi si concede interamente ai propri simili appare loro essere un uomo inutile ed egoista, ma chi si concede loro solo in parte, è considerato un benefattore ed un filantropo. [chissà perché]
  22. Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l'obbedienza, e d'opporre resistenza a un governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili.
  23. Siamo abituati a dire che la massa degli uomini è impreparata, ma il cambiamento in meglio è lento, in quanto i pochi non sono sostanzialmente più saggi o migliori dei molti.
  24. Non è tanto importante che molti siano buoni come te, quanto il fatto che esista da qualche parte qualcosa di buono, poiché questo influenzerà l'intera massa.
  25. Ci sono migliaia di persone che in teoria si oppongono alla schiavitù ed alla guerra, ma che in pratica non fanno niente per porvi fine; persone che se ne stanno sedute con le mani in tasca, e dicono di non sapere cosa fare, e che non fanno niente; che addirittura pospongono la questione della libertà a quella del libero scambio, e leggono tranquillamente il listino-prezzi e le ultime notizie di cronaca dopo cena, e magari si addormentano su entrambi.
  26. Qual è il prezzo corrente di un uomo onesto? Esitano, e si rammaricano, e talvolta fanno petizioni, ma non fanno niente con serietà ed in maniera efficace. Aspetteranno, ben disposti, che altri pongano rimedio al male, così da non doversene più rammaricare. Al massimo, si limitano a dare un voto che costa loro poco, ed un debole incoraggiamento ed un Augurio al giusto, quando passa loro vicino.
  27. Ogni votazione è una sorta di gioco d'azzardo, come la dama, con una lieve sfumatura morale, un gioco con il giusto e l'ingiusto, con le questioni morali; e naturalmente le scommesse lo accompagnano. Il buon nome dei votanti non è in discussione. Può darsi che io dia il mio voto in base a ciò che considero giusto, ma non è per me vitale che il giusto prevalga. Sono disponibile a lasciare ciò alla maggioranza. L'impegno del voto, dunque, non va mai oltre quello della convenienza. Persino votare per il giusto è un non fare niente per esso. Significa solo manifestare debolmente agli uomini il desiderio che il giusto debba prevalere.
  28. Un uomo saggio non lascerà il giusto alla mercé del caso, né desidererà che esso prevalga mediante il potere della maggioranza. C'è pochissima virtù nell'azione delle masse umane. Quando la maggioranza alla fine voterà per l'abolizione della schiavitù, sarà perché la schiavitù le è indifferente, oppure perché sarà rimasta ben poca schiavitù da abolire con il proprio voto. Allora saranno loro gli unici schiavi.
  29. Il cosiddetto uomo rispettabile s'è immediatamente mosso dalla sua posizione, e che ha perso le speranze nel suo paese, quando il suo paese ha più ragioni di disperare senza di lui. Egli senza indugi adotta uno dei candidati selezionati come l'unico disponibile, dimostrando così d'essere egli stesso disponibile per qualunque scopo demagogico.
  30. Cosa non darei per un uomo che sia un uomo, e che, come dice il mio vicino, abbia una spina dorsale che non puoi trapassare con una mano.

Dovremmo essere prima uomini, e poi cittadini.

In conclusione.

L’essere consapevole si concretizza nel modo di vedere il mondo, nella formazione del nostro Io, e, proprio per questo, possiamo essere complici della realtà, possiamo scegliere il modo in cui vederla, in cui essere compartecipi e consapevoli.

 

Francesco Spadera

Francesco Spadera / Project Manager - Water Treatment Specialist - Sustainability Specialist & Consultant - Lean Thinking Professional - Scrum Master - Chemical Engineer - TQM Professional - Executive Lean Six Sigma - Il Novelliere

francescospadera@libero.it