Mentre cammino la mia testa lavora, la mia mente si fa prolifica, il linguaggio fluisce e costruisce flussi di parole, che molto probabilmente non saranno mai pronunciate e forse verranno dimenticate. Ma va bene così!
Quando si viaggia non si può non pensare, bisogna affrontare il nuovo e le novità, gli eventi e le diversità, bisogna rompere schematismi e pregiudizi, preparare sé stessi all’imprevisto, all’instabilità, all’incertezza, anche ai potenziali e sempre possibili pericoli.
Pensare serve a predisporsi a ciò a cui si va incontro, a farsi coraggio, a adattarsi e a resistere, anche trovando il coraggio e la determinazione che servono per continuare il cammino superandone gli ostacoli e gli imprevisti.
Viaggiare (anche con la mente) e pensare aiuta a guardare alla realtà in modo non univoco, aprendosi al cambiamento e alle trasformazioni (avete mai provato a immergervi nelle strade dell’India e nella spiritualità che le caratterizza?) che poi è ciò che conta, essendo noi sempre in una fase di metamorfosi continua.
Quando si viaggia si ha più tempo per riflettere su sé stessi, per pensare a sé stessi, per interrogarsi e abbandonarsi alla voce silenziosa che parla dentro di noi, per liberarsi dal flusso concatenato delle parole e muoversi dentro gli interstizi che le parole non pronunciate (non solidificate semanticamente) sempre mettono a disposizione.
Pur essendo un montanaro e amando tutto ciò che è solido e lontano dal mare, credo che il viaggio per mare sia forse la metafora più forte del pensare. Nulla più del mare può suggerire quanto la nostra mente, nel suo pensare, possa essere illimitata e inesauribile, liquida come l’acqua del mare, profonda come i suoi abissi, complessa come i moti delle sue onde, vulcanica come le sue tempeste, infaticabile nel suo andare sempre al largo.
Al largo, per mare, spero di andarci presto con la STULTIFERANAVIS (La newsletter) e con tutti coloro che da tempo si stanno preparando a partire, non per fuggire dalla terraferma, diventata sempre più invivibile e pericolosa (vedi Valencia di questi giorni) ma per una scelta di saggezza e ricerca di conoscenza.
“𝑸𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒔𝒂𝒓𝒆𝒕𝒆 𝒓𝒊𝒖𝒔𝒄𝒊𝒕𝒊 𝒂 𝒓𝒊𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒑𝒊𝒆𝒅𝒆 𝒂 𝑼𝒔𝒖𝒉𝒂𝒊𝒂, 𝒏𝒐𝒏 𝒗𝒐𝒓𝒓𝒆𝒕𝒆 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒐 𝒅𝒊𝒔𝒐𝒏𝒐𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒕𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒗𝒗𝒆𝒏𝒕𝒖𝒓𝒐𝒔𝒐 [𝒊𝒏 𝑭𝒖𝒆𝒈𝒊𝒂] 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏 𝒃𝒂𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒓𝒊𝒕𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒂 𝑩𝒖𝒆𝒏𝒐𝒔 𝑨𝒊𝒓𝒆𝒔. 𝑨𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒂𝒕𝒆 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆 𝒑𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒊𝒍 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒏𝒂𝒗𝒆 [𝑺𝑼𝑳𝑻𝑰𝑭𝑬𝑹𝑨𝑵𝑨𝑽𝑰𝑺] 𝒅𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒊𝒏 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒂 𝒁𝒆𝒍𝒂𝒏𝒅𝒂 𝒆 𝒅𝒂 𝒍ì, 𝒊𝒏 𝒄𝒂𝒑𝒐 𝒂 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒎𝒆𝒔𝒊, 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒕𝒆 𝒓𝒊𝒈𝒖𝒂𝒅𝒂𝒈𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒍’𝑬𝒖𝒓𝒐𝒑𝒂” – FUEGIA Edizioni Franco Maria Ricci
Viaggiare e pensare
Carlo Mazzucchelli
10 agosto 2024
Il viaggio in generale (ma anche il camminare) è metafora potente del pensare. Almeno per me.