Nell’epoca dell’Antropocene e delle accelerazioni imposte dal digitale, urge lavorare a un pensiero che sia anche pensiero della cura.
Le tecnologie della comunicazione hanno infatti causato un impoverimento dell’intelligenza collettiva e creato una proletarizzazione di lavoratori, ricercatori e scienziati: nessuna attività umana sembra esserle sfuggita.
Questo nuovo capitalismo digitale va inteso come un deserto del pensiero che distrugge le forme di conoscenza e limita lo sviluppo della coscienza. Le nostre società sono all’altezza di questi tempi complessi e delle sue sfide?
O siamo completamente avvinti dalla società del controllo e pertanto incapaci di affrontare la realtà? Qual è il compito della filosofia?
C’è bisogno di cambiare rotta, c’è bisogno di utopia: senza, il mondo è invivibile, in tutti i sensi. Pensare, curare offre una straordinaria riflessione per capire come fare.