Cristiano De Mei è un professionista con una vasta esperienza nel settore dell’information technology. Ha lavorato per diverse società di consulenza internazionali e istituti finanziari di rilievo, acquisendo una profonda conoscenza del mondo digitale. La sua passione per l’intelligenza artificiale si è sviluppata all’intersezione tra tecnologia avanzata e riflessioni filosofiche. Nei suoi interventi in conferenze e tavole rotonde, l’autore esplora come l’AI possa essere uno strumento non solo di innovazione, ma anche di trasformazione sociale e intellettuale.
La mente bicamerale e l’intelligenza artificiale: un ritorno alle voci degli dèi
La teoria della mente bicamerale, proposta da Julian Jaynes, suggerisce che gli esseri umani antichi operassero attraverso una divisione funzionale del cervello, in cui le decisioni erano guidate da “voci” percepite come divine. Con l’avvento della coscienza moderna, questa struttura si è dissolta, lasciando spazio all’introspezione e all’autoconsapevolezza. Tuttavia, l’emergere dell’intelligenza artificiale generativa solleva interrogativi sulla possibilità di un ritorno, chiaramente metaforico, a una forma di mente bicamerale, in cui le macchine fungono da nuove “voci” esterne che influenzano il pensiero e il comportamento umano. Questo articolo esplora il parallelo tra la teoria di Jaynes e l’interazione contemporanea con l’AI, analizzando le implicazioni cognitive e culturali di questa evoluzione.