TESTI[1039]
Non confondiamo la rapidità del ragionamento con l’intelligenza
L’abitudine a premiare chi risponde in fretta, chi semplifica senza esitazione, ha finito per farci dimenticare che il pensiero autentico è un atto lento, complesso, spesso contraddittorio. Non nasce da riflessi automatici, ma dal coraggio di interrogare le possibilità, di sbagliare strada, di sostare nel dubbio. Questa riflessione — nata tra i banchi di una biblioteca senza Internet e maturata osservando i limiti delle cosiddette intelligenze artificiali — è un invito a restituire alla mente il tempo che le spetta.
Coscienza e AI (POV #01)
Federico Faggin vs Riccardo Manzotti: cosa distingue l’esperienza umana dalle tecnologie? Il rapido sviluppo dell'Intelligenza Artificiale Generativa sta facendo emergere questioni sulla natura della coscienza e sull'unicità dell'essere umano. Mentre le macchine diventano sempre più capaci di imitare il linguaggio e persino la creatività, ci si sta chiedendo se possono davvero "capire", "sentire", o essere "coscienti" come noi. Per indagare questa complessità ho messo a confronto due voci autorevoli e profondamente originali: Federico Faggin, pioniere dei microprocessori che oggi si dedica allo studio della coscienza, e Riccardo Manzotti, filosofo e ingegnere, ideatore della teoria della Mind-Object Identity. Le loro prospettive, pur partendo da basi disciplinari diverse - Faggin guarda alla fisica quantistica, Manzotti all'esperienza del mondo esterno - offrono spunti critici essenziali per cercare di conoscere il presente e il futuro dell'AI. L'obiettivo è sviscerare le loro visioni sulla coscienza, la vita e i limiti dell'AI, per vedere come rispondono alle stesse sfide con strumenti concettuali differenti.
L’Anatomia del “Lampo di Genio”: quando la scienza svela i segreti dell’Intuizione
C’è qualcosa di profondamente magico nel momento in cui una soluzione emerge dal nulla, cristallina e improvvisa come un fulmine a ciel sereno. Quel “lampo di genio” che attraversa e illumina la mente sembra appartenere a una dimensione quasi mistica del pensiero umano, sfuggendo a ogni tentativo di catalogazione scientifica. Per secoli, filosofi, psicologi e neuroscienziati si sono interrogati su questi momenti di illuminazione: da dove arrivano? Seguono leggi riconoscibili o sono davvero eventi casuali che balenano nell’oscurità della mente?
𝐘𝐨𝐮𝐫 𝐁𝐫𝐚𝐢𝐧 𝐨𝐧 𝐂𝐡𝐚𝐭𝐆𝐏𝐓
Una segnalazione di lettura della Stultiferanavis: un paper pubblicato con accesso libero su Arxiv.org dal titolo Your Brain on ChatGPT: Accumulation of Cognitive Debt when Using an AI Assistant for Essay Writing Task
Il paradosso del secondo cervello: perché cancellare tutto può essere la scelta più intelligente.
Due notti fa ho annientato tutto. Ogni annotazione in Obsidian, ogni cogitazione atomica abbozzata, ogni collegamento del Zettelkasten, ogni mappa concettuale meticolosamente intrecciata. Diecimila note, sette anni di labor intellectualis, obliterati in pochi secondi. Ciò che ne seguì non fu rimpianto, bensì un profondosollievo. Un silenzio consolatorio dove prima regnava la cacofonia. Questa mia esperienza non costituisce un episodio isolato, ma il sintomo di un fenomeno più vasto che merita di essere scrutinato con la lente dell'indagine cognitiva e della filosofia della mente.