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Una riflessione sulla propria esistenza.


Sei mai entrato in un manicomio?

Prova a immaginare questa situazione: varchi la porta di un grande salone e ti ritrovi in un ambiente dove qualcuno, in un angolo, si comporta come fosse Napoleone al comando del suo fedele esercito, un altro come Sherlock Holmes alle prese con qualche misterioso crimine, uno seduto a un tavolo da pranzo, si comporta come si trovasse al lavoro nel suo ufficio, uno che passa vicino a te ti chiede "a che ora parte il treno?"

Tutti in quel salone sono intenti a svolgere qualcosa, spinti da una genuina volontà di fare e realizzare se stessi e i propri obiettivi di vita.

A guardarli, tutti insieme, immersi ognuno nel proprio scenario mentale, trasformano quel salone in un piano esistenziale multidimensionale, dove si sovrappongono: un campo di battaglia, una scena del crimine, un ufficio, una stazione ferroviaria…

Per ognuno, tutto ciò che conta è quello che la propria mente proietta e vede in quei pochi metri quadri, e tutto ciò che non è affine, che stona con lo scenario immaginario - ma che appartiene alla realtà vera - viene completamente ignorato, o interpretato come elemento di sfondo disturbante o non significante.

A seconda di chi ci si va a rivolgere in quel salone, si viene visti e vissuti, come: un soldato, un testimone, un collega, un passante…

Se avessi in mano ad esempio un ombrello, che per te, da osservatore è un oggetto qualsiasi, senza nessun significato specifico, in quel particolare contesto, diverrebbe un MacGuffin, a seconda di chi ti rivolgi, l'ombrello, diventa: una spada, l'arma del delitto, un pacco in consegna, una valigia…

Sembra che ognuna di quelle persone, proceda dritta e determinata per il proprio cammino, pienamente cosciente di se stessa e delle proprie azioni.

Sembra che ognuna, stia facendo proprio quello che è più importante per lei nella sua esistenza.

Vivono ogni momento e ogni situazione, nella piena consapevolezza, che stiano vincendo una battaglia, arrestando un criminale, svolgendo il proprio lavoro, aspettando il proprio treno…

Non sembrano avere nulla in comune l'una con l'altra, persino l'epoca temporale che stanno vivendo.

Eppure! Tutte! Hanno moltissimo in comune.

Alle 13:00 arrivano nel salone gli infermieri, che gli somministrano i medicinali e gli servono il pranzo, nel pomeriggio, gli viene servito un tè caldo e dei biscotti, e alle 19:00 la cena.

Al tavolo, quando si ritrovano a mangiare uno di fianco all'altro, ognuno, sciorina agli altri le proprie imprese della giornata: le battaglie in corso, gli enigmi da risolvere, le pratiche da sbrigare, il lungo viaggio da affrontare…

E, pieni di entusiasmo, ognuno racconta i propri progetti per l'indomani, e i propri obiettivi per il futuro.

Poi, alle 22:00, c'è chi lascia la spada, chi la pipa, chi la macchina da scrivere, chi la valigia… e tutti vanno a dormire nella propria stanza.

Se tornassi a trovarli di lì a 10 anni, entrando, li ritroveresti tutti lì! In quello stesso salone, come cristallizzati nello spazio e nel tempo, ognuno ancora immerso nelle proprio mondo, nelle proprie attività, nei propri sogni.

Ricordi Napoleone col sogno di conquistare la Gran Bretagna? E Holmes col sogno di arrestare Moriarty? E il tuo collega che sogna di comprare la barca a vela? E tua moglie che sogna di fare quel meraviglioso viaggio?

E tu? Cosa stai sognando?

Driiinnn… E' suonata la campanella, sono le 22:00.

E' ora di andare al letto… che domattina alle 07:00, hai la sveglia.

P.S.

Sai cos'altro hanno in comune tutte le persone?

Se qualcuno torna a trovarle dopo 50 anni, le ritrova sempre tutte lì, ma seppellite in una bella bara di frassino sotto terra, dopo aver trascorso la medesima miserabile esistenza, nel medesimo salone, nel medesimo manicomio, dove hanno aspettato tutta la vita, nella piena e totale illusione che quel fare e fare e fare… un giorno, li avrebbe condotti a realizzare i loro sogni.

E hai presente il progetto che stai sviluppando nella tua azienda?

O la riunione di domani?

Oppure il cliente a cui devi consegnare il prodotto?

Il 730 e le tasse da pagare?

La guerra al telegiornale?

Ecco! Quelli sono i tuoi MacGuffin!

Le cose senza senso che vieni indotto a credere, affinché, mentre circoli a vuoto nel salone, correndo dietro al tuo mondo illusorio, tu svolga i compiti che ti sono stati assegnati: combattere battaglie, risolvere problemi, svolgere pratiche, consegnare pacchi, e, aspettare quel treno che non passerà mai!

Adesso credo che dovresti saper rispondere da solo a questa domanda:

Perché sono stati chiusi i manicomi in quasi tutto il mondo?

Perché è stato scoperto che attraverso la DISLOGIA, iniettandone il concetto nella mente delle persone, viene meno la necessità, e soprattutto gli oneri, di costruirli e gestirli.

Ognuno, si occupa indipendentemente del suo, fa il suo lavoro, va dormire, e una mattina alle 07:00, invece di suonare la sveglia, una tromba, suonerà Il Silenzio per lui.

Senti che queste parole siano disturbanti per te, o credi che stonino col tuo scenario, puoi tranquillamente ignorarle, però alla fine della lettura, dovrai comunque alzare la testa e guardarti intorno.

Dove credi di essere?

Pubblicato il 20 novembre 2025

Fabrizio Ranzani

Fabrizio Ranzani / Scrittore | Docente | Ricercatore | Analista e Sviluppatore di software | Opinionista