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C'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'attuale momento storico. Mentre i nostri smartphone ci connettono al mondo e la medicina allunga la vita, l'Europa sceglie di investire massicciamente nel riarmo, ignorando milioni di giovani senza certezze e un tessuto sociale che si sta logorando. Ogni missile comprato è un reparto di oncologia negato, ogni aereo una borsa di studio persa. Questa è la cruda realtà di una politica che, in nome della "sicurezza", disinveste nell'unica vera garanzia per il futuro: il benessere collettivo.


L’Europa ha scelto di destinare centinaia di miliardi anche al riarmo, mentre milioni di giovani vivono senza certezze, senza tutele e senza futuro. La politica che promette sicurezza continua a disinvestire nell’unica vera sicurezza: il benessere delle prossime generazioni.

C'è qualcosa di tremendamente sbagliato in questo momento storico. Viviamo nell'era della connessione globale, della conoscenza condivisa, della possibilità di comunicare con chiunque e ovunque. Abbiamo smartphone che ci collegano al mondo intero, medicina che allunga la vita, tecnologie che potrebbero risolvere ogni problema. Eppure scegliamo ancora la logica primitiva delle armi.

Ogni nonno d'Europa ha storie di guerra da raccontare. Ogni famiglia porta cicatrici di conflitti che pensavamo superati. E ora, invece di imparare da quelle lacrime, stiamo comprando nuovi modi per versarne altre.

Ogni missile che compriamo vale un reparto di oncologia. Ogni aereo costa quanto mille borse di studio. Ma nessuno chiede cosa preferiamo. Decidono per noi, sempre.
In Italia è previsto un investimento complessivo di decine di miliardi di euro ogni anno. E tutto questo mentre le città sono carenti di infrastrutture, le scuole cadono a pezzi, gli ospedali non riescono a curare tutti e i giovani emigrano perché qui non c'è futuro. E intanto, da qualche parte nel mondo, una madre perde suo figlio sotto una bomba fatta con i soldi che avrebbero potuto costruire la sua scuola.

Le armi non portano pace. Lo sanno anche i bambini, lo insegna la storia, lo gridano i cimiteri di guerra sparsi per l'Europa. Eppure continuiamo a credere che la violenza risolva la violenza, che la paura tenga lontana la paura. È una bugia antica che continuiamo a raccontarci.
E mentre si parla di sicurezza, c'è insicurezza negli occhi di chi non arriva a fine mese. C'è disperazione in chi non può curarsi. Ci sono sogni spezzati di chi non può studiare.

Con quei soldi si potrebbe dare una casa a ogni senzatetto d'Europa. Si potrebbe curare ogni malato, istruire ogni bambino, dare speranza a ogni giovane. Si potrebbero piantare alberi invece di fabbricare strumenti di morte. Ma la strada della costruzione richiede coraggio, mentre quella della distruzione solo paura.

Il potere segue ancora la logica di Erode, che uccide bambini per paura di perdere il trono, e quella di Pilato, che si lava le mani davanti alle ingiustizie.


È difficile spiegare questa scelta alle nuove generazioni. È difficile guardare negli occhi chi erediterà questo mondo e dire che abbiamo fatto del nostro meglio. Perché non è vero. La pace non è un sogno impossibile. È una scelta che l'umanità può fare ogni giorno. Ma oggi ha scelto diversamente. E domani dovrà spiegare perché.

La storia giudicherà questa epoca. E quando le generazioni future chiederanno cosa abbiamo fatto quando potevamo ancora scegliere, la risposta sarà semplice: abbiamo avuto paura e abbiamo scelto la strada più facile.

Pubblicato il 10 luglio 2025

Camilla Scatena

Camilla Scatena / Direttore Aziendale (per hobby) - Bibliofila (di professione)

camilla.scatena@gmail.com