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Le regole sono un peso, sono una “scocciatura” come, ironicamente, ha affermato Obama nel suo bellissimo discorso del 3 Aprile 2025 allo Hamilton College di New York.   Sino a quando non verranno singolarmente cambiate e/o annullate, sono alla base del nostro vivere civile.


Regole sono i dieci comandamenti, regole sono i codici del diritto romano, regole sono le leggi costituzionali in tutti i paesi del mondo.

Regole sono le “indicazioni “che ci hanno permesso di vivere meglio evitando che un’auto si fermi davanti ad un cancello, che alle due di notte qualcuno urli per strada svegliandoci e mille altre micro-indicazioni che molti di noi hanno introiettato senza più rendersi conto di rispettarle.

Molte volte cambiare atteggiamento è stato difficile, capire che andava messa la cintura di sicurezza in auto, che un bambino si dovesse sedere su un seggiolino costruito ad hoc per la sua età e la sua altezza, smettere di fumare al cinema e poi in aereo e poi ….e poi….

Ogni volta le fazioni opposte si sono confrontate sul valore di una regola apparentemente “repressiva”. Le affermazioni più comuni sottolineano che, ad esempio, smettere di fumare è una limitazione della propria libertà. Esattamente, aggiungo io, come è una limitazione della propria libertà dover subire il fumo passivo dell’altro.

Non c’è altro che spieghi questo se non la famosa frase di “La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri” (Martin Luter King).

Si, bello, ma in concreto?

Ed è così che in molti casi le regole sono state contestualizzate spiegando che si, apparentemente era una limitazione della libertà, ma la scienza spiega, la maggioranza sostiene e così via…..

Rimaniamo sull’esempio del fumo. La scienza racconta che fa male, le statistiche supportano i dati con la quantità di gente che è morta e muore di tumore. Le case produttrici di sigarette espongono, per legge, foto raccapriccianti su ogni pacchetto. I film recenti non possono sollecitare, attraverso immagini, il consumo del tabacco…..la legge, la legge! 

Noi “oggi”, che fosse spenta o accesa, abbiamo visto il ministro Nordio con la sigaretta in mano in un incontro “abbastanza formale “ con l’Associazione Nazionale Magistrati. 

La domanda che sorge spontanea è: per chi sono valide le regole? La domanda successiva è : quando in ufficio il mio capo accenderà la sigaretta cosa potrò dire? Quando al cinema il mio vicino di poltrona farà altrettanto, a cosa e a chi faremo appello perché la regola venga rispettata? 

Intere generazioni hanno imparato a comportarsi “civilmente”, se intendiamo per civiltà la capacità di vivere bene con gli altri, senza arrecare disturbo inutile, grazie anche e soprattutto all’osservazione dei comportamenti altrui. Gli “altrui” erano spesso le persone che ricoprivano dei ruoli di riferimento nella società, nella scuola, in famiglia….

Sarà sempre più difficile invitare i più giovani, quelli che faranno e saranno la società del futuro, a seguire il buon esempio, perché non sapremo più quale sia il “buon esempio”.

Temo in una nuova tendenza, quella che ci permetterà di affermare “ fai quel che legifero, non fare quello che faccio io” ….parafrasando il “Fai quel che dico e non quel che faccio” (Seneca?)


Pubblicato il 15 aprile 2025

Enza Fumarola

Enza Fumarola / Experienced Executive, Information Technology expert, Digital advisor, M&A advisor, No profit activity

efumarol@gmail.com