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In questo mondo caotico, tecnologico e superficiale, l’abitudine alla riflessione quotidiana, che diventerà nel tempo sempre più profonda e articolata, proteggerà la nostra mente dall’illusione del controllo e creerà spazi di silenzio per il nostro spirito stanco.

Quando scoprirò chi veramente sono, sarò libero. - R. Ellison

 


Cosa si intende per consapevolezza?

Si sente parlare sempre più spesso di consapevolezza, dentro e fuori le aziende, gli ospedali, le scuole, nella politica. Ma cosa significa veramente essere consapevoli?

La consapevolezza è un atteggiamento di conoscenza e familiarità con il mondo dentro e fuori di noi.

Sviluppare conoscenza, permette all’individuo di osservare e comprendere ciò che accade mentre sta accadendo. La capacità di presenza consapevole permette quindi di entrare in contatto con la natura e la qualità stessa degli avvenimenti mentali o fisici e di comprenderne e accogliere il loro significato, qualunque esso sia.

Per essere consapevoli, occorre essere svegli. Non solo fisicamente, ma anche emotivamente. E questo significa lasciar andare ogni preconcetto, tutte quelle costruzioni e quei modelli mentali che ci dicono cosa siamo noi e cosa è il mondo.

Significa sviluppare fiducia nell’ignoto; curiosità nei confronti della complessità.

La consapevolezza è una competenza

La consapevolezza è parte integrante delle intelligenze multiple.  Senza consapevolezza, ogni nostro comportamento diventa impulsivo e casuale. Come ogni competenza, è possibile apprenderla, affinarla, svilupparla sempre di più, senza scoraggiarsi ai primi fallimenti. Metodologia, pratica e fiducia rendono il percorso di sviluppo personale impegnativo, ma incredibilmente interessante.

Mente e Cervello: integrare le conoscenze

Il nostro lavoro sulla mente non può essere separato da quello sulla nostra parte corporea: il cervello, infatti, acquisisce ed elabora informazioni in ogni momento della giornata.

La neocorteccia rappresenta il cervello pensante, è l’area deputata all’apprendimento, al pensiero, al ragionamento.

Le informazioni in quest’area sono per la maggior parte elaborate a livello conscio, e ciò significa che ne siamo consapevoli e possiamo quindi utilizzarle al bisogno.

Il sistema limbico è invece il nostro centro delle emozioni. Come in una vecchia libreria, troviamo i nostri ricordi di comportamenti, le impronte delle nostre esperienze positive e negative, i nostri giudizi sul nostro passato. Informazioni che vengono elaborate a livello subconscio, un filo al di sotto della nostra soglia di consapevolezza.

Infine, troviamo i gangli basali, il centro dei nostri istinti, una regione primitiva che elabora le informazioni a livello inconscio. Informazioni alle quali ci è possibile accedere direttamente.

Per costruire consapevolezza occorre integrare

Se vogliamo costruire consapevolezza, occorre integrare le nostre connessioni neurali e diventare gradualmente più consapevoli di ciò che guida i nostri comportamenti.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario migliorare la nostra relazione con le emozioni e gli istinti e familiarizzare con quelle parti e quelle emozioni che, a volte, ci tormentano.

Meditazione e consapevolezza

Molti di noi hanno sentito parlare di mindfulness, l’esperienza diretta del prestare attenzione con intenzione e in maniera non giudicante al momento presente, come dice Kabat-Zinn, primo ricercatore della mindfulness in ambito scientifico.

Nella psicologia della mente buddhista, mindfulness è la pratica di essere intenzionalmente consapevoli di ciò che avviene nella nostra mente, nel corpo e nell’ambiente in questo preciso istante e di ricordarsi di osservare in quale modo la nostra attenzione si sposta incessantemente da un oggetto all’altro. (Sati in lingua Pali).

Attraverso la pratica di consapevolezza, è possibile coltivare una presenza ricca, piena, e stabile con il qui e ora. Non nella ricerca affannata di un qui e ora edulcorato, perfetto, scintillante, ma nel qui e ora nudo e crudo, affascinante o terrificante, dolce o amaro, ricco o povero. La consapevolezza è accoglienza gentile.

La meditazione di consapevolezza è la pratica stabilizzante delle mindfulness, derivata da una delle principali tradizioni meditative del buddhismo, la meditazione Vipassana.

L’osservazione dei propri stati fisici mentali passa attraverso la semplice regolarità del respiro, che funge da àncora e da porto sicuro per la nostra mente.

Attraverso questa pratica millenaria, ci è possibile sviluppare l’Osservatore consapevole e un atteggiamento non giudicante. Quale liberazione dai nostri schemi mentali!

Semplicità. Gentilezza. Saggezza.

Ogni nostro comportamento, guidato dalla giusta intenzione, diventa un comportamento di benessere, compassione e amore verso noi stessi e verso il mondo.

Come dice Carl Gustav Jung “La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.”

Vi lascio con tre domande da porvi alla fine della vostra giornata:

  • Quale emozione ho provato più frequentemente?
  • Quali parole ho ripetuto più spesso?
  • Quale comportamento ho osservato ripetersi durante la giornata?

In questo mondo caotico, tecnologico e superficiale, l’abitudine alla riflessione quotidiana, che diventerà nel tempo sempre più profonda e articolata, proteggerà la nostra mente dall’illusione del controllo e creerà spazi di silenzio per il nostro spirito stanco.

Pubblicato il 15 aprile 2025

Kira Stellato

Kira Stellato / PhD – Mindful Psychologist | PhD Neuroscience | Narrative Medicine & Storytelling | AI-Aware Human Advocate | Guiding Change Across Life Stages

ks@kirastellato.com https://kirastellato.com