«Un viaggio dentro l’architettura informatica, il manufatto contemporaneo più capace di rivelare la cultura della nostra epoca.» – La Lettura
Nell'epoca dei social media, tristezza, disagio e distrazione sembrano ubiqui. Non appena smettiamo di cliccare, navigare, scorrere e likare, ci resta solo un senso di noia, di torpore, di vuoto. È una questione di progettazione, di design: i nostri stati d'animo patologici sono codificati fin dal principio nell'architettura delle piattaforme.
Prima di disegnare alternative, è quindi indispensabile un'analisi tanto lucida quanto brutale degli scenari digitali contemporanei, che consenta di comprendere a fondo i meccanismi di funzionamento e la psicologia delle piattaforme dei social media: dalle sensazioni di noia e malinconia agli atteggiamenti contraddittori verso i selfi e, alla politica regressiva dei meme e alle (più o meno) nuove forme di violenza tecnologica.
Rifuggendo da strali moralistici, intenti pedagogici o sterili pulsioni regolatorie, "Nichilismo digitale" abbina una critica radicale di internet al tentativo di fare i conti con gli sbalzi d'umore - assai reali - degli utilizzatori delle piattaforme.