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Itinerario di scoperta - Prima tappa


Ho aperto il volume Knowledge Socialism: The Rise of Peer Production (Peters et al., 2020) con una certa diffidenza. L'ennesimo libro sull'economia della conoscenza, pensavo. Eppure, fin dalle prime pagine, qualcosa ha iniziato a scricchiolare nelle mie certezze. Michael A. Peters, il curatore principale, non celebra il knowledge socialism come un'utopia digitale. Lo usa, scrive esplicitamente, "non come termine di approvazione ma come disruptor".

Un disruptor. La parola mi ha fermato. Non un modello da implementare, non una soluzione tecnica, ma uno strumento concettuale per incrinare il discorso dominante. Peters situa il knowledge capitalism "in una fase storica capitalista info-tech digitale che ha segnalato una profonda trasformazione strutturale" (Peters, 2019). Ma dentro questa trasformazione, aggiunge, esistono "possibilità radicali aperte" che potenziano il libero scambio di conoscenza e creano "condizioni approssimate di knowledge socialism basato su collaborazione, condivisione e peer economy".

La prima sorpresa è stata scoprire che il termine "knowledge socialism" appare per la prima volta in un articolo del 2004 di Peters intitolato "Marxist Futures: Knowledge Socialism and the Academy" (Peters, 2004). Non un neologismo da marketing accademico, quindi, ma una provocazione teorica nata vent'anni fa. Peters e Tina Besley hanno sviluppato il concetto attraverso due decadi di lavoro, usando quello che Marshall McLuhan chiamava "thought probes" - sonde intellettuali, provocazioni destinate a far emergere tensioni nascoste (McLuhan, 1964).

Il contesto storico è cruciale. Dagli anni Novanta, i termini "knowledge economy" e "knowledge capitalism" descrivevano "la fase più recente del capitalismo nel processo di ristrutturazione globale" (Peters et al., 2020). Ma mentre la letteratura mainstream celebrava questa transizione come inevitabile progresso tecnologico, Peters cercava qualcos'altro: i punti di frattura, gli spazi dove il sistema rivela le proprie contraddizioni.

Nel 2010, Peters aveva già identificato tre forme distinte della knowledge economy, ciascuna con implicazioni radicalmente diverse per l'educazione e la società (Peters, 2010):

La learning economy, basata sul lavoro di Bengt-Åke Lundvall, enfatizza l'apprendimento continuo come driver economico. La creative economy, sviluppata da Richard Florida e Charles Landry, celebra il lavoro creativo e il capitale umano. Ma è la terza forma quella davvero sovversiva: la open knowledge economy, fondata sul pensiero di Yochai Benkler e altri, che propone "una forma radicalmente non-proprietaria che incorpora sia 'open education' sia 'open science' economies".

Quest'ultima opzione rappresenta qualcosa di più di un modello economico alternativo. È un tentativo di "reclamare la conoscenza come bene pubblico globale" e di vedere l'openness come "aspetto essenziale di un knowledge global commons emergente che favorisce open science e open education" (Peters & Besley, 2006).

Ma qui Peters introduce una distinzione fondamentale che ho trovato illuminante per il mio lavoro sui sistemi organizzativi. Il knowledge capitalism non è solo un modello economico - è una fase storica del capitalismo stesso. Insieme a Ergin Bulut, Peters ha descritto il "capitalismo cognitivo" come "una terza fase del capitalismo, dopo le precedenti fasi mercantile e industriale, dove il processo di accumulazione è centrato su asset immateriali utilizzando processi di lavoro immateriale o digitale e produzione di beni simbolici ed esperienze" (Peters & Bulut, 2011).

La transizione dal fordismo alle forme post-fordiste di produzione, accentuata dalla finanziarizzazione a partire dagli anni 2000 e dall'high-frequency trading, ha creato quello che Peters chiama "capitalismo algoritmico" - un sistema dove "la governanza algoritmica e la crescente prominenza del big data informationalism" dominano (Peters et al., 2015). La conoscenza è diventata sempre più astratta, matematica, algoritmica.

Ciò che mi ha colpito di questa prima immersione nel pensiero di Peters non è tanto la risposta quanto la formulazione della domanda. Il knowledge socialism non è presentato come una soluzione pronta all'uso, ma come una tensione produttiva: se il knowledge capitalism è la fase storica in cui viviamo, quali sono le "possibilità radicali" contenute al suo interno?

Peters stesso ammette di essere "più cauto e più scettico di quanto fossi un decennio fa riguardo alle opportunità per il knowledge socialism specialmente in vista del capitalismo algoritmico" (Peters, 2019). Eppure, continua a cercarlo. Non come evasione utopica, ma come pratica di resistenza intellettuale dentro il sistema.

Questo è solo l'inizio dell'itinerario. Nelle prossime tappe esploreremo il concetto di "knowledge cultures" che Peters sviluppa in opposizione al dualismo knowledge economy/knowledge society, e scopriremo perché il "postdigitale" non è quello che pensiamo.


Bibliografia

McLuhan, M. (1964). Understanding Media: The Extensions of Man. New York: McGraw-Hill.

Peters, M. A. (2004). Marxist Futures: Knowledge Socialism and the Academy. Policy Futures in Education, 2(3-4), 435-438. https://doi.org/10.2304/pfie.2004.2.3.1

Peters, M. A. (2010). Three Forms of the Knowledge Economy: Learning, Creativity and Openness. British Journal of Educational Studies, 58(1), 67-88. https://doi.org/10.1080/00071000903516452

Peters, M. A. (2019). Knowledge Socialism: The Rise of Peer Production—Collegiality, Collaboration, and Collective Intelligence. Educational Philosophy and Theory. https://doi.org/10.1080/00131857.2019.1654375

Peters, M. A., & Besley, T. (2006). Building Knowledge Cultures: Education and Development in the Age of Knowledge Capitalism. Lanham, MD: Rowman & Littlefield.

Peters, M. A., & Bulut, E. (Eds.). (2011). Cognitive Capitalism, Education, and Digital Labor. New York: Peter Lang.

Peters, M. A., Besley, T., & Jandrić, P. (2018). Postdigital Knowledge Cultures and their Politics. ECNU Review of Education, 1(2), 23-43. https://doi.org/10.30926/ecnuroe2018010202

Peters, M. A., Besley, T., Jandrić, P., & Zhu, X. (Eds.). (2020). Knowledge Socialism: The Rise of Peer Production: Collegiality, Collaboration, and Collective Intelligence. Singapore: Springer. https://doi.org/10.1007/978-981-13-8126-3

Peters, M. A., Jandrić, P., & Means, A. J. (Eds.). (2019). Education and Technological Unemployment. Singapore: Springer.

Peters, M. A., Murphy, P., & Marginson, S. (2009). Creativity and the Global Knowledge Economy. New York: Peter Lang.

Peters, M. A., Besley, T., & Paraskeva, J. M. (2015). The Global Financial Crisis and Educational Restructuring. New York: Peter Lang.

Pubblicato il 28 dicembre 2025

Calogero (Kàlos) Bonasia

Calogero (Kàlos) Bonasia / etiam capillus unus habet umbram suam