Go down

Una breve riflessione sul tempo, scaturita da una attività di trekking in alta Val Maira della durata di cinque giorni tra montagne ancor innevate, da cascate rigogliose per la persitente neve di quest'anno dalla primavera strana, non ancora compiutamente sbocciata, da distese infinite di fiori e da simpatici incontri con centinaia di marmotte felici di poter essere nuovamente uscita dalle loro tane. E chissà se anch'esse si sono ritrovate a riflettere sul tempo!


Il tempo non è lineare, lo sanno anche quelli che alla linearità sono da sempre affezionati.

Il tempo non si può rinchiudere dentro un orologio analogico, neppure dentro un iWatch.

Per alcuni il tempo è misurabile, e se invece di misurarlo cominciassimo a sentirlo?

Come si fa a sentirlo se siamo sempre in accelerazione, sempre connessi, sempre immersi in un presente continuo e per questo distanti da esso, ormai incapaci di cogliere il valore di un attimo, riscontrabile in un viso, in un sorriso o in uno sguardo?

Immergersi nella natura è un modo per sentire il tempo in profondità, in modo interiore e arricchente, di usarlo come lente di ingrandimento attraverso cui guardare alla vita e alla realtà, passando a una dimensione temporale alla quale, soprattutto chi vive in città, ma anche chi vive online, non è più abituato.

A contatto con la natura, soprattutto se incontaminata, si smette di pensare al tempo, non si sente il bisogno di consumarlo in fretta, in accelerazione, si comprende meglio il suo essere una risorsa esistenziale inestimabile, per noi umani non ancora cyborg. Un tempo da rivalorizzare lasciandoci semplicemente avvolgere e nutrire, da suggerirci di fare una sosta, di vivere il momento, per esempio lasciandoci incantare da una vetta innevata o da una famiglia di marmotte alla loro prima uscita primaverile dopo il letargo.

Fermarsi, fermare il tempo, rallentare, riflettere, prendersi una pausa non è nulla di impossibile o rivoluzionario, è semplicemente una opportunità. Per me è anche un atto di ribellione, contro le mode dell’era digitale e di questa fase del capitalismo nel quale la fretta è diventata normalità, uccidendo qualità (anche nelle relazioni con gli altri), identità e profondità.

Il contatto con la natura porta ad abitare il tempo in modo diverso alla ricerca di un rifugio di presenza e di significato, aiuta a rallentare, favorisce la riflessione sulle opportunità che esso regala, aiuta la memoria, fa crescere la consapevolezza, con il risultato di conoscere meglio noi stessi, di vivere con maggiore autenticità il presente attraverso ponti gettati sul passato e rivolti al futuro.

La natura a cui faccio riferimento in questo testo è quella della Val Maira, un vero gioiello delle Alpi Occidentali, ricca di tradizioni e di cultura (occitanica), tesoro di biodiversità, con un’anima antica, silenziosa e accogliente, nella quale il tempo si è fermato, nel mio caso si è sospeso per cinque interminabili e lenti giorni di trekking.


Pubblicato il 03 giugno 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

c.mazzucchelli@libero.it http://www.stultiferanavis.it