Vogliamo pensare. O l'Intelligenza Artificiale come pedagogia delle masse

Non rinunciare a pensare - a pensare avendo sotto gli occhi il presente, ma senza frontiere. Reagire all'invito oggi così pressante che ci impone uno spazio angusto: limitare il pensiero dell'umano alla situazione in cui accanto a un umano sta la macchina. Questo non è pensare all'umano, è pensare alla relazione umano-macchina. Se pensiamo così, liberamente, possiamo osservare una archeologia, una genealogia. Possiamo vedere come la cultura digitale si fonda su un travisamento o un abuso della cultura giovanile degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Da quella cultura emerse un pensiero antiautoritario, che ora è paradossalmente riciclato come legittimazione dell'autorità della macchina. La macchina sostituisce genitori assenti. Solo con un pensiero che viene prima della macchina e che va oltre la macchina e che prescinde dalla macchina si va oltre il pensiero che oggi domina.