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Tutto comincia con un libro ritrovato, una biblioteca che custodisce più ricordi che volumi e due anime che si incontrano per caso sul lago di Como. Ci sono libri che non si limitano a raccontare ma ti insegnano a guardare diversamente la vita, la perdita e la speranza. Perché a volte un libro arriva nel momento giusto, quando il cuore ha bisogno di parole che curano e di storie che ti fanno sentire meno solo.


C'è un profumo che si sprigiona da certi libri, un sentore di carta invecchiata, di storie vissute e di anime che si sono intrecciate tra le loro pagine.

"Johnny non muore" di Daniel Di Schuler è uno di quei libri che non solo ti avvolgono in questo aroma, ma ti trascinano in un viaggio intimo e commovente, lasciandoti con un'eco nel cuore che continui a sentire ancora a lungo dopo aver voltato l'ultima pagina.

Brenno Tron è un uomo che, dopo la perdita della moglie Aurora, vive un lutto silente e profondo nella loro casa sul Lago di Como. La sua unica ragione di vita sembra essere riordinare la loro immensa biblioteca, un monumento di storie che è allo stesso tempo un labirinto di ricordi e un balsamo per l'anima. In questa atmosfera di dolore sussurrato, entra in scena John, un giovane di colore nato in Brianza. La loro relazione, nata per necessità, si trasforma in un'amicizia inaspettata e profonda, un legame che trascende generazioni e culture, con John che diventa un faro per Brenno, riportandolo alla vita attraverso la condivisione e la passione per i libri. La narrazione prende un'ulteriore svolta quando Brenno scopre un vecchio volume de "Il partigiano Johnny" con misteriose annotazioni ai margini. La ricerca dell'autore di quelle frasi intime e struggenti si trasforma in un'ossessione, una "caccia al tesoro emotiva" che gli offre una nuova ragione di vita, dimostrando come la letteratura possa creare legami tra anime, unendo vite lontane attraverso il linguaggio universale delle storie.

Mi sono ritrovata a indagare con Brenno, a sentire il desiderio impellente di scoprire chi si nascondeva dietro quelle parole così intime e profonde.
"Johnny non muore" è un libro sulla resilienza, sulla capacità di trovare la luce anche nelle fessure più piccole del dolore. È una riflessione sulla malinconia, non come un peso insopportabile, ma come una tinta che arricchisce la tavolozza delle emozioni umane.

È un inno alla letteratura come fonte di consolazione, di scoperta e di connessione.

La scrittura di Daniel è elegante e misurata, capace di toccare la parte più profonda dell'anima senza mai cadere nel sentimentalismo. Ogni frase sembra scelta con cura, ogni descrizione è vivida ma mai ridondante, e i dialoghi sono intrisi di una verità che ti fa sentire parte della conversazione.

Questo romanzo non è solo una storia, ma un'esperienza. Ti invita a riflettere sul significato della perdita, sul potere curativo dell'amicizia e sulla magia intrinseca dei libri. Ti lascia con la sensazione di aver incontrato persone vere, di aver condiviso un pezzo del loro cammino.

È un libro che ti sussurra all'orecchio che anche quando tutto sembra perduto, la vita trova sempre un modo per rifiorire, spesso grazie a un incontro inatteso o alla voce silenziosa di un libro.

E forse è per questo che Johnny non muore mai davvero, ma continua a vivere attraverso le storie che ci uniscono e le persone che incontriamo.

Pubblicato il 23 ottobre 2025

Camilla Scatena

Camilla Scatena / Direttore Aziendale (per hobby) - Bibliofila (di professione)

camilla.scatena@gmail.com