A pensarci bene nella mia vita ho sempre accumulato libri: da quando, da bambino, come ho già raccontato, ne ho ricevuti alcuni in regalo.
Ne ho accumulati di tutti i tipi, romanzi, gialli, libri di fantascienza, saggi, libri antichi (ho tutti i libri originali delle spedizioni in Himalaya/Karakorum e in Africa del Duca Degli Abruzzi ) fumetti (ormai confinati in bella mostra nella mia baita), libri illustrati, ecc. ecc.
Oggi la mia biblioteca milanese con migliaia di libri non è soltanto una testimonianza di quanti libri abbia acquistato, la maggioranza dei quali letti, gli altri comunque sfogliati e consultati, è diventata un rifugio.
Parafrasando quello che ha scritto Heorgi Gospodinov su Robinson, la biblioteca è un cronorifugio, che accoglie tutti i tempi.
“[…] se permettiamo la distruzione del mondo oggi abbiamo permesso l’annichilimento di tutti tempi e le epoche precedenti”.
L’annichilimento, nella situazione attuale, non sembra evitabile, troppi sono i presagi e i disastri incombenti che sovrastano tutti.
Non siamo però obbligati al pessimismo. Possiamo non agire e compiacerci nella nostra disperazione e inazione, oppure possiamo assumerci le nostre responsabilità da esseri umani e da cittadini, responsabilità che non valgono solo per il momento presente ma anche per il passato, per la storia che ci ha preceduto, una responsabilità che la cultura della cancellazione ha reo inevitabile se si vuole evitare la catastrofe.
La responsabilità vale anche per la realtà dell’oggi dominata da un linguaggio abbrutito, da parole private di senso e deprivate della loro ricchezza polisemica in cambio di una semplificazione avvilente e malata. Vale per una cultura della cancellazione al contrario che sta emergendo ovunque nel mondo occidentale, e si esprime culturalmente e politicamente nell’emergere di posizioni reazionarie e conservatrici che parlano di cambiare il mondo ma in realtà lo stanno affossando.
L'uomo colto dovrebbe riconoscere facilmente tutto il fake e il kitsch che ci sommergono. Il male, soprattutto il male politico, è sempre un cattivo solista (Georgy Gosponodov)
A chi vuole assumersi la sua responsabilità civile ma anche a chi sa che per tornare a stare bene non può cedere al pensiero conformistico dominante, non rimane che insistere nel leggere, nell’approfondire, nel ricercare conoscenze e provare ad accrescere la conoscenza personale e collettiva. Leggere non basta, bisogna anche scrivere, non necessariamente libri, ma testi che possano provare a dare ordine alle cose, a condividere racconti, esperienze e testimonianze, a restare.
Non ci serve la propaganda nella quale i (social) media attuali ci hanno ingabbiato (fregato), bisogna tornare alla letteratura, ai libri (avete pensato quanti pochi siano i libri prodotti da chi vuole restaurare una cultura reazionaria oggi?).
Nella realtà attuale, che racconta chiusura di librerie e crisi dell’editoria, non resta che continuare a leggere e a scrivere, anche per raccontare come moltitudini di ignoranti e idioti stanno contribuendo alla distruzione del mondo, che tutti sentiamo come reale, ma per la cui salvezza pochi si sentono responsabili a fare qualcosa.
Tutti siamo chiamati a diventare narratori migliori dei narratori di storie false. Dobbiamo impegnarci nella conversazione e far tornare tutti alla conversazione stessa, meglio se incarnata. umana