Tutti bravi a raccontarsi e a praticare la narrazione online, tutti specialisti del mordi e fuggi, esperti delle riflessioni brevi e nell’uso di (auto)citazioni di autori scelti per la loro capacità di indirizzare MiPiace e interazioni, visualizzazioni e reazioni.
Pochi disponibili a dialogare nella tolleranza, a colloquiare, a soffermarsi sul pensiero dell’altro, a intavolare una conversazione e un confronto di idee, a dedicare tempo e testa alla comprensione e alla convivenza con pensieri storti e diversi, a adottare un atteggiamento positivo nei confronti di chi esprime punti di vista, idee e opinioni diverse, a mostrare apertura mentale anche nei confronti di pensieri radicali e ribelli, di parole estranee al linguaggio conformistico e omologato ormai imperante.
Viviamo tempi strani, estremi, tempi bui (citazione dal libro di Hanna Arendt) che segnalano l’emersione, nella nostra massima inconsapevolezza, di mostri e demoni già emersi in passato in situazioni di crisi come quelle attuali. Sono tempi malati, dominati da ansia, affanno, insicurezza, incertezza, e tanta inquietudine. L’inquietudine che ci coglie tutti potrebbe essere il carburante della Vita e del cambiamento, nella situazione attuale non fa che aumentare la paura del futuro, il senso di vuoto e di senso, l’aggressività, la brutalità del linguaggio e la violenza.
Il dialogo è l’antidoto più forte a ogni forma di aggressività e violenza. Dovrebbe essere adottato e praticato da tutti, ma è un antidoto che molti non vogliono sperimentare, così come molti rifiutano il vaccino che potrebbe contribuire a debellare i numerosi virus in circolazione.
Mai come oggi c’è bisogno di dialogo, mai come oggi non dialoghiamo abbastanza.
Siamo così distratti, così spaventati, così impigriti, così affaccendati nelle nostre fugaci e superficiali interazioni online, sempre alla ricerca di soluzioni, che oggi ci vengono regalate da macchine di IA generative, e impegnati nella risoluzione di problemi, che rifuggiamo da ogni decisione che ci permetta di dialogare, che poi significa ascoltare e cercare di capire con pazienza, approfondire e chiarire, comprendere per poi prendere posizione e continuare a conversare.
Questa riflessione è nata dalla lettura del libro di G. Zagrebelsky, Il dubbio e il dialogo, un libro di cui suggerisco la lettura. È un libro che ripercorre il “labirinto” di Norberto Bobbio, uomo del dialogo (etico) per definizione, un intellettuale votato al rigore critico, al dubbio metodico, alla tolleranza, alla non prevaricazione, al rispetto delle idee altrui.
Questo approccio alla base di ogni dialogo fecondo è fatto proprio da STULTIFERA NAVIS, un'iniziativa dialogica, laica e transdisciplinare, che aspira a diventare uno spazio aperto al confronto, all'approfondimento, all'esercizio metodico del dubbio e del pensiero critico. Un approccio che potrebbe motivare molti a partecipare!