È iniziato il tempo del disincanto tecnologico, della riflessione critica, della tecnoconsapevolezza.
Stanchi di false notizie e inganni digitali, cosa faranno gli internauti? Si doteranno di nuovi strumenti, ricercando vie di fuga e alternative possibili? Cercheranno itinerari di viaggio con destinazioni diverse da quelle suggerite da Tripadvisor, Booking, Google Search e dai loro clienti paganti?
La stanchezza emergente è legata all’interazione con il medium tecnologico e all’emergere di nuovi bisogni. Uno in particolare: riconquistare spazi privati di libertà personale nei quali esercitare la capacità di scelta e il diritto alla verità, anche se illusoria. Una libertà che non sia negativa e subita, come quella che nasce dal consumismo e dalla costante variabilità di messaggi, prodotti e opinioni. Una libertà non fasulla come quella suggerita da cookie, bot, assistenti personali e algoritmi, ma reale, non automatizzata, vaccinata contro ogni tentativo di condizionarla algoritmicamente. Una libertà che nasca dalla volontà di liberarsi dalla schiavitù dei social network, per esercitare il libero arbitrio, assumendosi tutta la responsabilità che ogni scelta impone. Una libertà che rifiuta protezione, controllo, e gratificazioni che li rendono accattivanti, per lasciare emergere nuove idee, elaborare nuovi pensieri, sperimentare nuovi spazi di consapevolezza e possibilità.
La tecno-consapevolezza è il primo passo verso la libertà. Non è finalizzata a staccare la spina o a rinunciare alle tante opportunità e vantaggi offerti dalla tecnologia. Serve a disvelare l’inganno che la sorregge, a comprendere meglio il ruolo di coloro che la producono e i loro modelli di business monopolistici, guidati dalla volontà di potenza e di dominio del mondo. Serve a comprendere quanto i comportamenti e le nostre vite siano oggi manipolate, tecno-guidate con l’obiettivo di ingaggiarci, addestrarci, renderci tecno-dipendenti, in modo da trasformarci in merce e in semplici consumatori. Dalla fase attuale di sviluppo tecnologico non si torna indietro ma il futuro può ancora essere nelle mani di tutti. Per determinarlo bisogna impegnarsi nella ricerca di una soluzione. Il primo passo è acquistare maggiore libertà di scelta e riconquistare il controllo della propria vita.
La tecnoconsapevolezza ne è lo strumento. Si concretizza attraverso la conoscenza, la riflessione, l’elaborazione di pensiero, la dissidenza nei confronti del conformismo diffuso, la fuga dall’apatia e dall’isolamento digitale, e con il ritorno a nuove forme umane ed empatiche di socialità. Le scelte tecnoconsapevoli di ognuno faranno la differenza e costruiranno gli scenari futuri per tutti.