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Una riflessione sulle intelligenze artificiali. La vita reale non è quella raccontata. Parole, descrizioni, testi, segni e immagini prodotti dalle IA non configurano la realtà, sono limitate alla componente simbolica. Mancano il vissuto, la materialità, l’esperienza dentro il racconto, manca la soggettività.


Il titolo è tratto dal libro femminista di Brigitte Vasallo: Linguaggio inclusivo ed esclusione di classe, riferito anche ai numerosi post dei tanti sacerdoti delle Intelligenze Artificiali che forse poco si interrogano criticamente sulla tecnologia e i suoi effetti e che, nel mondo attuale, la rappresentazione, la narrazione, abbiano preso il posto della realtà.

L'assenza di pensiero critico racconta come, a forza di stare dentro una rappresentazione, di esaltarci per essere sul palcoscenico, di agire utilitaristicamente, facciamo fatica a percepire e a riconoscere quanto ci stiamo allontanando dalla vera vita.

Siamo tutti “identità in apparizione”, che hanno trasferito la propria vita sulle piattaforme social, limitandosi a usare gli occhi per mantenersi in contatto e interagire, perdendo il significato dello sguardo, del volto dell’altro e del corpo. Lo sguardo che conta è oggi quello che ci obbliga, ricattandoci emozionalmente e affettivamente, a guardare e a essere guardati, come tanti Tamagotchi.

Allo sguardo si accompagna il linguaggio. Il linguaggio oggi prevalente è quello diffuso sulle piattaforme che usiamo. Da questo linguaggio prendiamo concetti, parole, espressioni, le facciamo nostre, senza interrogarci sul fatto che nascono e si sviluppano dentro ambiti privati che li favoriscono, li indirizzano, assegnando loro significati, codici e cornici.

Stando dentro questo linguaggio in modo passivo, si finisce per non avere più la forza, neppure la voglia, di provare a costruire linguaggi alternativi e codificazioni linguistiche dissidenti.

La sottrazione della lingua da parte dei potentati tecnologici si accompagna alla sparizione della lingua come esistenza concreta attraverso un corpo. Perso il controllo del proprio corpo non siamo più padroni neppure della nostra lingua, cosa che si può sperimentare anche qui. Ogni qualvolta si usano linguaggi, codificazioni, parole e concetti, fuori dalla narrazione dominante, si incontrano tanti Savonarola sempre pronti a far notare a coloro che non sono ancora addomesticati, gli errori che fanno.

Ma la vita reale non è quella raccontata.

Parole, descrizioni, testi, segni e immagini prodotti dalle IA non configurano la realtà, sono limitate alla componente simbolica. Mancano il vissuto, la materialità, l’esperienza dentro il racconto, manca la soggettività.

Senza il vissuto, non si ha una narrazione e un linguaggio capaci di trasformare e costruire la realtà. Ma se oggi il vissuto è relegato principalmente alla vita online, si è in trappola. Bisognerebbe spostarsi dentro l’esistenza materiale e i rapporti sociali mediati da persone, ma per fare questo, dice Vasallo, bisogna passare “dall’esistenza all’appartenenza” che è sempre di gruppo.

Ma come si fa a compiere questo passaggio che implica la scelta della solidarietà, della collaborazione, dentro uno spazio politico che è privato e pubblico insieme?.

La macchina memorizza dati, ma non può ricordare per noi: non avendo anima né cuore non può ritornarci il vissuto, l’esperienza personale e la vita interiore 

StultiferaBiblio

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – STULTIFERANAVIS Co-founder

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