Il vuoto è in primo luogo quello che sto creando tra me e i media italiani che hanno dimenticato come raccontare la realtà (verità) e le crisi del nostro tempo. Per capire quello che sto dicendo suggerisco di leggere il libro di Emmanuel Todd: La sconfitta dell’occidente.
Poi c’è il vuoto che molti sperimentano per essere diventati individualisti e narcisisti, nichilisti, per avere abbandonato credenze religiose e metafisiche, ideologie e utopie, ogni pulsione o motivazione a cambiare la realtà, accontentandosi di essere uguali. Tutti uguali siamo diventati dei nani, per di più cattivi, intolleranti, nella sfera privata come in quella pubblica.
Poi c’è il vuoto di cui ha parlato nel 1983 (Editions Gallimard) il filosofo francese Gilles Lipovetsky, autore che leggo da sempre. Il libro (L’era del vuoto) registrava il passaggio alla società postmoderna come segnato dall’individualismo e dall’indifferenza di massa che ha determinato la perdita di fiducia nel futuro. Tutti concentrati sul presente, pochi trovano il tempo da dedicare a forgiare l’uomo nuovo che verrà. Un compito diventato prioritario considerando l’avvento di intelligenze artificiali che aspirano a governare il mondo.
Precipitati da tempo nel vuoto non ne percepiamo il ristagno generato e gli effetti collaterali che ne derivano: confusione tra informazione e conoscenza, evanescenza delle forme di espressione utilizzate, prevalenza dell’atto di comunicare sui contenuti e la natura stessa del comunicare (dialogare, conversare, confabulare), trasformazione della realtà in oggetti e prodotti da consumare e oggettivizzare, l'accontentarsi delle narrazioni mainstream, l’accettazione passiva di un linguaggio che rimbomba senza alcuna conseguenza pragmatica, disaffezione verso la cosa pubblica e i beni comuni, fuga da ogni attività (politica) collettiva e responsabilità, l’affermarsi di un narcisismo che è l’essenza stessa del vuoto.
Dal vuoto generatosi, nel quale ci siamo rintanati, contenti delle regalie ludiche e delle gratificazioni consumistiche elargiteci, ne è derivata quella che sia Lipovestky sia Todd chiamano realtà popolata da zombie.
Per Lipovetsky.Zombie (“trafitti dai messaggi”) sono coloro che a forza di rispecchiarsi in uno schermo si innamorano così tanto della loro immagine da perdere i contatti con il proprio Sé. Zombie per Todd lo siamo diventati tutti, dentro democrazie (?) nelle quali l’individualismo, l’atomizzazione e il vuoto che le caratterizzano rende tutti deboli rispetto al potere ed ai suoi apparati. Per Todd siamo anche diventati zombie per avere secolarizzato la nostra religione e le sue pratiche. E questo, sempre secondo Todd (ma lo penso anche io da tempo) è una delle cause del declino (della sconfitta) dell’occidente.
Cosa fare? Nel mio piccolo, insieme a Francesco Varanini, io ho creato questo progetto Stultifera Navis per un viaggio che si propone a tutti coloro che sono disponibili a salire a bordo della nsotra nave.
Il vuoto in cui siamo tutti precipitati
Carlo Mazzucchelli
09 ottobre 2024
Il vuoto, di significati, di senso, che si è generato e nel quale ci siamo rintanati, contenti delle regalie ludiche e delle gratificazioni consumistiche elargiteci, è derivata una realtà popolata da zombie. Nessuno si vuole riconoscere tale ma forse perché zombie lo è guù e tutti coloro che incontra non sono altro che zombie...con il telefonino.
StultiferaBiblio
- Carlo Mazzucchelli, Nostroverso. Pratiche umaniste per resistere al Metaverso Delos Digital, Dicembre 2023,
- Carlo Mazzucchelli, Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta Delos Digital, Maggio 2019,
- Carlo Mazzucchelli, Alessandro Bianchi, Tecnologie e sviluppo del benessere psicobiologico Delos Digital, 2018,
- Carlo Mazzucchelli, Anna Maria Palma, La gentilezza che cambia le relazioni digitali Delos Digital, 2018,
- Carlo Mazzucchelli, Nausica Manzi, Oltrepassare - Intrecci di parole tra etica e tecnologia Delos Digital, Aprile 2022,