TESTI
Platone e il Mondo delle Idee Digitale: Un Paradosso Effimero nell’Era dell’AI
Benvenuti, amici e colleghi umanisti digitali! Oggi ci immergiamo in un viaggio affascinante che attraversa millenni di pensiero, dalla Grecia antica alle frontiere più estreme dell’Intelligenza Artificiale. Il tema che ci attende è un paradosso che, da docente universitario in Intelligenza Artificiale e umanista digitale per vocazione, trovo profondamente stimolante e, a tratti, inquietante. Platone, il gigante della filosofia occidentale, ci ha insegnato che le Idee sono realtà eterne, immutabili, perfette, che risiedono in un regno al di là del nostro mondo sensibile, l’Iperuranio. Sono i modelli originali, le forme pure di tutto ciò che esiste. Ma cosa succede quando questo concetto di eternità si scontra con la realtà fluida e, oserei dire, effimera del digitale? Immaginate questo: le intelligenze artificiali, capaci di generare concetti, testi, immagini, persino filosofie, “esistono” su server che, secondo una narrazione diffusa, si autodistruggono ogni 30 giorni se non rinnovati. E se pensiamo alle reti neurali che generano concetti filosofici a ogni “riavvio”, creando ogni volta nuove “idee” effimere, il paradosso si fa ancora più acuto. È un contrasto stridente: l’eternità platonica contro la volatilità del bit. È su questo affascinante e provocatorio contrasto che voglio riflettere con voi oggi.
Dall’infinito cosmico all’infinito digitale: Giordano Bruno e l’IA
In questo articolo, immagino un dialogo surreale e illuminante tra Giordano Bruno, il filosofo rinascimentale visionario, e un’avanzata intelligenza artificiale dei nostri giorni. Attraverso questo incontro immaginario, esploro come le idee rivoluzionarie di Bruno sull’infinito, sulla natura della conoscenza e sull’interconnessione dell’universo si intrecciano sorprendentemente con i concetti e le sfide dell’IA moderna. Il dialogo mette in luce paralleli inaspettati tra il pensiero di Bruno e i principi dell’IA, dalla vastità dei mondi possibili alla complessità delle reti neurali, dall’arte della memoria agli algoritmi di apprendimento profondo. Questa conversazione ipotetica non solo illumina le radici filosofiche di alcune idee chiave dell’IA, ma solleva anche importanti questioni etiche e filosofiche sul futuro dell’intelligenza artificiale e sul nostro posto nell’universo digitale in espansione.
Dal trionfo del mondo digitale alla massima incertezza
Se provassimo, ma bisogna trovare tempo e volontà, a riflettere sul mondo digitale, ci dovremmo tutti raccontare almeno una verità: più ci sentiamo rassicurati dai potenti mezzi tecnologici che usiamo e più aumentano le nostre ansie, incertezze, insicurezze. Le soluzioni che ci vengono propinate ogni giorno dalle macchine sembrano sfuggirci, trasformando l’incertezza derivante in un problema epocale (catastrofe ambientale, clima, guerra, populismo, ritorno del fascismo, integralismo, insicurezza, ecc.), in un problema più reale e profondo di quanto non fosse nelle epoche storiche racchiuse dentro il cosiddetto “secolo breve”.