L'importanza del sesso e dell'amore per la psicoanalisi, la politica, la filosofia.
«Il filosofo più pericoloso d'Occidente» – The New Republic«Žižek è come Socrate sotto steroidi... un'intelligenza che toglie il fiato» – Terry Eagleton
«L'icona punk della filosofia europea» – Josh Cohen, New Statesman
«Qualunque contatto con un altro 'reale' in carne ed ossa, qualunque piacere sessuale che proviamo nel toccare un altro essere umano, non è qualcosa di evidente, ma qualcosa di intimamente traumatico, e può essere sopportato solo fintanto che questo altro entra nella cornice fantastica del soggetto»
Se è vero che oggi gli interventi teorici più interessanti sorgono dagli spazi fra le discipline, la voce che per antonomasia si situa alla confluenza, negli interstizi fra i diversi campi del sapere è quella di Slavoj Žižek .
In questo suo nuovo lavoro, L'incontinenza del vuoto (titolo ispirato a Beckett), Žižek esplora gli elementi di raccordo (i «pennacchi», come li chiama prendendo in prestito un termine architettonico) tra le tre dimensioni della filosofia, della psicoanalisi e della critica dell'economia politica, attraverso il canale del sesso, dei rapporti amorosi, della seduzione, del desiderio, del genere.
La riflessione di Žižek divora tutto ciò che si mette sulla sua strada. Nutrendosi di alto e di basso, di film trash e di Rossellini, Altman e Tarkovskij, di Šostakovic e di Demis Roussos,di fantascienza e di Mozart, Beethoven e Wagner, di Internet delle Cose e di serie tv, Žižek ci parla, come mai prima ha fatto, della nostra sessualità, dell'impossibilità che si trova al cuore del reale, dell'elemento di «eccesso» ontologico creato dall'antagonismo della differenza sessuale. In questo libro, che è anche un redde rationem contro i suoi critici, la capacità del filosofo sloveno di illuminare temi eterni a partire da dibattiti contingenti e contemporanei rifulge al massimo del suo splendore.