«La Rete è libera e democratica». (Falso!)
Anno:
2014
Casa editrice:
Laterza

«La Rete è libera e democratica». (Falso!)

Crediamo in una Rete libera, democratica, gratuita, trasparente, imparziale.

Crediamo in una Rete rivoluzionaria, capace di rovesciare le gerarchie stabilite a favore di una partecipazione ampia, diffusa, popolare. Crediamo nella circolazione gratuita di contenuti, contro lo strapotere di cartelli mediatici e obsoleti detentori di copyright. Ci crediamo, ma niente di tutto questo è vero: Rete aperta non significa Rete libera, perché ha i suoi pochi, potentissimi padroni.

Pubblicare in Rete non significa rendere pubblico. La libertà non è gratuita, costa cara. Rete libera e democratica? E dove stanno i dati dei cittadini? Nelle mani di chi?

Per cosa vengono usati? E come si può invertire la tendenza alla delega tecnocratica?

Articoli correlati

Internet non è quello che sembra

Come infrastruttura, ormai privatizzata e occupata da piattaforme che hanno costruito in Rete veri e propri mondi chiusi, Internet è aperta ma non è più libera. Dipende ed è controllata da pochi Internet provider e da poche aziende tecnologiche, principalmente Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Netflix, che hanno trasformato Internet in un cartello, una mega-caverna platonica, in un grande centro commerciale (Saramago) nel quale gli utenti sono semplici consumatori e merci al tempo stesso. Gli spazi , gli arredi, i corridoi, di questi centri commerciali vengono usati per costruire narrazioni omologate e coformistiche, ma anche a diffondere messaggi reazionari e bigotti, fascisti e complottisti, false verità e informazioni sempre più fuori controllo.

Camminare, pensare, sentire

Una breve riflessione sul cammonare ispirata dalla lettura dell’ultimo libro di Vittorio Lingiardi (Corpo, u,amo). un libro che riporta il corpo al centro della scena, letteralmente, con tutti i suoi organi: cervello, cuore, polmoni, fegato, pelle, reni, mani, piedi, e tutto il resto

La tecnica è da sempre una forma di mediazione col mondo, con tutte le sue contraddizioni e biforcazioni

Lo smartphone è il dispositivo più biopolitico dell’era contemporanea ed è la principale componente di un universo di oggetti connessi in vertiginoso aumento. Siamo sempre infatti sempre più immersi nel mondo dell’internet degli oggetti una Bioipermedia, un insieme di bios/biopolitica e ipermedia, uan delle attuali dimensioni della mediazione tecnologica.

Che fine faranno i siti Web?

L'avvento delle IA, in particolare di quelle generative, sta cambiando, forse per sempre, Internet, la rete delle reti, la sua natura e la sua identità. Continueremo a cercare e a scrivere per le persone o ci affideremo alle IA e scriveremo per loro? Uno dei primi effetti della trasformazione in corso è la scomparsa dei motori di ricerca alla Google Search, a seguire il rischio è che la Internet abitata da umani diventi una landa umanisticamente desolata, popolata da macchine e algoritmi, in forma di bot, LLM e chatbot, piattaforme e APP sempre più pensate per sostituire gli esseri umani nelle loro usuali attività quotidiane, contenuti generati automaticamente, dati sintetici e soluzioni preconfezionate, semplici merci da prendere per quello che sono. Un altro effetto può essere la fine, la scomparsa dei siti web, che non interesserebbero più a nessuno, tantomeno alle IA.