Sono una 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶, un interesse che mi accompagna fin da piccola. La mia formazione ha avuto inizio con il 𝗹𝗶𝗰𝗲𝗼 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗶𝗰𝗼, la cui scelta non fu casuale, ma una naturale conseguenza del mio desiderio di comprendere il mondo attraverso il linguaggio e la dottrina. I libri sono stati i miei primi maestri di ribellione intellettuale. Ogni pagina sfogliata rappresentava un atto di resistenza contro il pensiero unico, un invito a costruire la mia personale visione del mondo piuttosto che ereditarla passivamente. Il liceo classico ha nutrito questa sete di autenticità, spingendomi poi verso la 𝗳𝗮𝗰𝗼𝗹𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗿𝗶𝘀𝗽𝗿𝘂𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮, dove ho scoperto che anche le leggi, come i grandi romanzi, raccontano storie di umanità e richiedono interpretazione, non mera accettazione. Durante la mia lunga 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗮𝗴𝗲𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲, ho portato questa filosofia nel mondo aziendale. Come direttore, non mi sono limitata a gestire progetti e team: ho coltivato ambienti dove l'intelligenza emotiva potesse fiorire, dove il pensiero critico fosse incoraggiato e dove ogni collaboratore potesse sviluppare la propria voce autentica. Perché un'azienda, proprio come una biblioteca, dovrebbe essere un luogo di crescita intellettuale, non di omologazione. Dopo quasi trent'anni di carriera, però, ho sentito la necessità di fermarmi. Di fronte a un mondo che cambiava velocemente e a dinamiche che non riuscivo più a comprendere, ho fatto la scelta più coraggiosa. Non per arrendermi, ma per riconnettermi con me stessa e con ciò che amavo davvero. Ho scelto di rimettere al centro le mie passioni: lo studio, la lettura, la scrittura e il desiderio di contribuire alla crescita degli altri e, perché no, anche alla mia. E così che ho iniziato a offrire consulenza in ambito aziendale e universitario, unendo le mie competenze gestionali alla formazione e all'orientamento. Ho continuato a scrivere testi per aziende, studenti e professionisti, affiancando chi aveva bisogno di strumenti, metodo o ispirazione per affrontare sfide accademiche, lavorative o personali. Oggi sono convinta che la vera leadership del futuro appartenga a chi sa pensare in modo indipendente, a chi legge oltre le righe, a chi trasforma ogni esperienza in crescita emotiva e intellettuale. In un mondo frenetico e superficiale, abbiamo bisogno di menti che sappiano rallentare, riflettere e creare connessioni autentiche. I libri mi hanno insegnato che ogni fine è un nuovo inizio. E io sono pronta.

Viaggiare è leggere con l'anima

Il viaggio più straordinario che possiamo intraprendere è quello che trasforma un paesaggio in un testo, un volto in una poesia, un gesto in un racconto. I libri ci preparano al mondo, ma il mondo è un libro infinitamente più complesso e vitale.

L'umanità perduta

"I crimini peggiori sono stati osati da pochi, voluti da molti e tollerati da tutti" (Tacito).

Lego ergo sum: leggo, dunque sono

Ogni libro che leggiamo ci cambia, ogni interpretazione ci modifica. Non siamo gli stessi dopo aver letto un testo significativo: le parole degli altri diventano parte del nostro tessuto mentale, modificano la nostra comprensione, espandono i nostri orizzonti.

Amo chi legge e leggo chi amo

C'è un legame profondo tra l'amore e la lettura, tra chi sa abitare le pagine di un libro e chi sa leggere l'anima degli altri. Io amo chi legge perché riconosco in lui il coraggio di mettersi in discussione e cercare il senso nascosto tra le righe. E leggo chi amo perché le persone che lasciano un segno sono quelle che diventano per me storie da attraversare, enigmi da decifrare e presenze da comprendere.

Il peccato originale dell'Europa

C'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'attuale momento storico. Mentre i nostri smartphone ci connettono al mondo e la medicina allunga la vita, l'Europa sceglie di investire massicciamente nel riarmo, ignorando milioni di giovani senza certezze e un tessuto sociale che si sta logorando. Ogni missile comprato è un reparto di oncologia negato, ogni aereo una borsa di studio persa. Questa è la cruda realtà di una politica che, in nome della "sicurezza", disinveste nell'unica vera garanzia per il futuro: il benessere collettivo.

Siamo ciò che ci plasma (?)

Ti sei mai chiesto se stai ancora scegliendo con la tua testa o se hai semplicemente imparato ad adattarti? La velocità ci ha resi superficiali. L'abbondanza ci ha tolto profondità. Ci somigliamo sempre di più, ma pensiamo sempre di meno. Abbiamo smesso di leggere, dubitare, ascoltare. Eppure il pensiero critico, la lettura e l'autenticità non sono scomparsi, sono solo più difficili da trovare. L'importante è essere consapevoli di non aver perso la propria coscienza.