TESTI[1039]
Psicopolitica bellica. La militarizzazione della psicosfera
Venti di guerra sul Vecchio Continente. Una schiera variopinta di nemici pare assediarci da ogni direzione. Ogni nemico, prima ancora di essere reale, ci viene anzitutto narrato. Nell’epoca della menzogna universale non importa che il nemico esista, purché il popolo ci creda. L’Europa è bersaglio di un assedio mediatico finalizzato a militarizzarne la psicosfera. Gli scopi socialmente legittimi vengono ristrutturati: bisogna passare all’economia di guerra (comprando però costose auto elettriche). Crisi? Sì, ma smart-eco-inclusiva. Per un tramonto in technicolor. L’autodistruttività europea va mascherata con parole che suonino bene, possibilmente straniere e insensate. I tempi del benessere sono finiti. Automutilazione dell’Europa, con missili puntati. L’ultimo capitolo del nichilismo tragicomico made in UE è il Chihuahua che abbaia alla porta del Dobermann, credendo di essere un Rottweiler.
L'etica oggi, in tempo di guerra. La lezione di Edward Bond
L’arte ha molto da insegnare: il libero sguardo dell’artista ci permette di osservare, per differenza, la miopia e la falsa coscienza dei politici, dei tecnici, degli imprenditori e dei manager. E anche la miopia di ognuno di noi. Il linguaggio dell’arte riguarda in modo speciale chi, in ambito aziendale, si trova a lavorare con le persone, e per le persone. Tra le arti, peculiare è il caso del teatro. L’analogia tra la scena teatrale e la scena sulla quale viviamo quotidianamente la nostra vita è evidente. Avendo in mente temi attualissimi: guerra, disagio sociale, senso di impotenza, neoliberismo, capitalismo finanziario, lasciamo la parola al drammaturgo inglese Edward Bond.
Ontologia punk. Versioni del reale e sintesi radicali nella progettazione contemporanea
Questo articolo esplora l’ontologia come pratica critica e quotidiana, intrecciando filosofia, cultura cyberpunk e progettazione collaborativa. Non esistono dati puri: ogni realtà è una versione, una costruzione filtrata da scelte cognitive, tecniche e politiche. A partire da Kant, Yuk Hui, Mircea Florian e Franco Berardi, il testo mette in discussione l’apparente neutralità delle strutture operative e invita a riconoscere la portata ontologica di ogni atto progettuale. Ogni backlog, ogni sistema di permessi, ogni metrica è una dichiarazione implicita su ciò che è reale. Pensare ontologicamente oggi significa decostruire queste architetture e domandarsi a quale mondo valga davvero la pena adattarsi.