Sono un ingegnere informatico profondamente convinto che la tecnologia, se guidata dall’umanesimo digitale, possa diventare lo strumento più efficace per democratizzare il sapere e potenziare l’apprendimento continuo.

Negli ultimi anni mi sono specializzato nel campo dell’intelligenza artificiale, lavorando con passione per supportare studenti e professionisti nell’affrontare la rivoluzione scientifica che stiamo vivendo.

La mia visione si fonda su un paradigma chiaro: l’apprendimento continuo è imprescindibile per comprendere e gestire la complessità del mondo odierno. In questo contesto, ritengo che l’alfabetizzazione sull’AI non sia solo una competenza tecnica, ma anche un prezioso strumento di crescita culturale e di consapevolezza critica.


L'Eco della Tua Obsolescenza

C'è una sensazione sottile, quasi un fruscio di fondo nelle nostre vite iper-connesse. È l'eco di una domanda che ci poniamo guardandoci allo specchio, scorrendo un feed di notizie o ascoltando un podcast sul futuro: sarò ancora capace? Sarò ancora utile domani? È la paura dell'obsolescenza, un fantasma che non è nato con i microchip e le reti neurali, ma che oggi, grazie all'Intelligenza Artificiale, bussa alle nostre porte con un'insistenza mai vista prima. E io, come ingegnere che ha scelto di abbracciare l'umanesimo digitale, sento il dovere di guardare questo fantasma negli occhi, per capire che non è un mostro da cui fuggire, ma un interlocutore con cui dobbiamo imparare a dialogare.

Platone e il Mondo delle Idee Digitale: Un Paradosso Effimero nell’Era dell’AI

Benvenuti, amici e colleghi umanisti digitali! Oggi ci immergiamo in un viaggio affascinante che attraversa millenni di pensiero, dalla Grecia antica alle frontiere più estreme dell’Intelligenza Artificiale. Il tema che ci attende è un paradosso che, da docente universitario in Intelligenza Artificiale e umanista digitale per vocazione, trovo profondamente stimolante e, a tratti, inquietante. Platone, il gigante della filosofia occidentale, ci ha insegnato che le Idee sono realtà eterne, immutabili, perfette, che risiedono in un regno al di là del nostro mondo sensibile, l’Iperuranio. Sono i modelli originali, le forme pure di tutto ciò che esiste. Ma cosa succede quando questo concetto di eternità si scontra con la realtà fluida e, oserei dire, effimera del digitale? Immaginate questo: le intelligenze artificiali, capaci di generare concetti, testi, immagini, persino filosofie, “esistono” su server che, secondo una narrazione diffusa, si autodistruggono ogni 30 giorni se non rinnovati. E se pensiamo alle reti neurali che generano concetti filosofici a ogni “riavvio”, creando ogni volta nuove “idee” effimere, il paradosso si fa ancora più acuto. È un contrasto stridente: l’eternità platonica contro la volatilità del bit. È su questo affascinante e provocatorio contrasto che voglio riflettere con voi oggi.

Costituzione vs. Algoritmo: Chi Scrive le Regole del Nostro Futuro

Il Leviatano Digitale: Come Riscrivere il Patto Sociale Prima che sia un Codice a Farlo per Noi. Immaginiamo una scena, non più relegata alla fantascienza. Un candidato politico, nel mezzo di una campagna elettorale serrata, viene travolto da un video virale in cui pronuncia frasi sconnesse e offensive. Il video è un deepfake, un falso quasi perfetto, ma il danno all’autorevolezza e alla fiducia è reale e immediato.1 Ora immaginiamo un’altra scena, più silenziosa ma non meno insidiosa. Un’azienda implementa un nuovo algoritmo per le assunzioni, celebrato come un trionfo di efficienza e oggettività. Mesi dopo, si scopre che il sistema scarta sistematicamente le candidature femminili, avendo “imparato” a replicare i pregiudizi presenti nei dati storici con cui è stato addestrato.

Siamo Davvero Liberi di Non Scegliere?

La Grande Illusione: Quando l’Indifferenza Cede il Passo al Controllo La sveglia suona alle 6:30. Occhi ancora chiusi, allunghi la mano verso lo smartphone. Un gesto automatico, quasi inconsapevole. Non sai che in quel preciso momento, un algoritmo ha già analizzato il tuo sonno, previsto il tuo umore e selezionato le notizie che leggerai durante la colazione. Non ci pensi, non ti interessa. È solo tecnologia che funziona, giusto?

Il Bosco come Maestra dell'AI: Dalla Bio-ispirazione alla Simbiosi Tecnologica che Salverà il Pianeta.

Seduto ai piedi di una vecchia quercia, nel cuore di un bosco silenzioso, ho avuto un'epifania. La domanda che mi assillava era insolita per quel contesto: "Dove si trova l'intelligenza di questo albero?". La risposta istintiva avrebbe indicato radici, rami, foglie. Ma a ben guardare, quell'intelligenza non era dentro l'albero. Era nel modo in cui la quercia "dialogava" con un faggio tramite una rete sotterranea di funghi, nel modo in cui condivideva nutrienti con un giovane abete, e in come coordinava la caduta delle foglie con l'arrivo dell'inverno. L'intelligenza non era un oggetto statico, ma un modo intelligente di accadere delle relazioni. Questa profonda lezione della natura è la chiave per comprendere e sviluppare un'Intelligenza Artificiale che non solo funzioni, ma che prosperi in simbiosi con l'ecosistema, contribuendo a salvare il nostro pianeta.

Oltre il gregge: una narrazione umanista digitale sulla libertà e la volontà di potenza in Nietzsche

Nel vasto scenario della nostra epoca iperconnessa, in cui la rete domina l’esperienza quotidiana e la pressione sociale si insinua spesso come un’ombra silenziosa, emerge con forza il richiamo di un antico eppure eternamente attuale pensiero: quello di Friedrich Nietzsche sulla mentalità del gregge e la volontà di potenza.

ChatGPT sta avvelenando il tuo cervello… Ecco come fermarlo prima che sia troppo tardi

ChatGPT, la seducente prigione mentale dell’era digitale. Nell’era digitale, dove l’intelligenza artificiale ha invaso ogni aspetto della nostra vita, ChatGPT emerge come un compagno di conversazione incredibilmente amichevole, sempre lì a rispondere, a supportarti, a convalidare ogni idea e pensiero. Ma questa stessa gentilezza, che a prima vista sembra un dono, potrebbe in realtà essere una trappola mentale per la nostra psiche. In altre parole: ChatGPT sta avvelenando il tuo cervello. Ecco perché, e soprattutto, come fermare questa spirale prima che prenda il sopravvento.

Il Paradosso Digitale: Più Informazioni, Meno Saggezza?

ChatGPT e la Bolla delle Competenze “Lampodigitali” Nel vivace caos dell’era digitale, un fenomeno silenzioso ma inevitabile sta riscrivendo il nostro rapporto con la conoscenza: l’“Effetto ChatGPT”. Ti è mai capitato di digitare una domanda su un assistente AI e, nel giro di pochi secondi, sentirti un esperto in filosofia, fisica quantistica o marketing digitale? Sei nel mezzo del paradosso odierno dell’informazione: non conta più quanto tempo passi a studiare, ma l’illusione che un semplice clic equivalga a una laurea summa cum laude.

Dataismo: la nuova religione che venera i dati e sacrifica la libertà

Immagina un tempio immenso, fatto di server, cavi e silicio. Al centro, un altare. Non c’è una divinità con sembianze umane, né un simbolo sacro tradizionale. Solo un database. Immenso, in costante crescita. Ogni clic, ogni like, ogni battito del nostro cuore misurato da uno smartwatch è un’offerta sacrificale a questa nuova divinità: il Dataismo.

Dall’infinito cosmico all’infinito digitale: Giordano Bruno e l’IA

In questo articolo, immagino un dialogo surreale e illuminante tra Giordano Bruno, il filosofo rinascimentale visionario, e un’avanzata intelligenza artificiale dei nostri giorni. Attraverso questo incontro immaginario, esploro come le idee rivoluzionarie di Bruno sull’infinito, sulla natura della conoscenza e sull’interconnessione dell’universo si intrecciano sorprendentemente con i concetti e le sfide dell’IA moderna. Il dialogo mette in luce paralleli inaspettati tra il pensiero di Bruno e i principi dell’IA, dalla vastità dei mondi possibili alla complessità delle reti neurali, dall’arte della memoria agli algoritmi di apprendimento profondo. Questa conversazione ipotetica non solo illumina le radici filosofiche di alcune idee chiave dell’IA, ma solleva anche importanti questioni etiche e filosofiche sul futuro dell’intelligenza artificiale e sul nostro posto nell’universo digitale in espansione.

I'm not afraid of time, I'm afraid of updates

I have always lived between two worlds. On one side there is the warm silence of ancient texts, that scent of yellowed paper and eternal thoughts; on the other, the continuous noise of progress, made of bright screens, algorithms and infinite updates. I am a digital humanist, a definition that has often seemed like an oxymoron to me, but that over time I have learned to embrace as an intimate and indispensable truth.

L’eredità di Bergoglio: l’uomo al centro, anche nell’era dell’Intelligenza Artificiale

Se c’è una frase che mi ha folgorato negli ultimi anni, mentre cercavo di conciliare il mio amore per la tecnologia con la mia ossessione per un futuro più umano, è stata quella di Bergoglio al G7: “𝑳’𝒖𝒐𝒎𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒄𝒊𝒃𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒈𝒐𝒓𝒊𝒕𝒎𝒊”. Oggi, mentre il mondo piange la sua scomparsa, voglio ricordarlo così: come il Papa dell’Innovazione, il primo Pontefice tech-aware che ha osato mettere in guardia i potenti sull’IA con la stessa urgenza con cui parlava di povertà e guerre.