Ancora Foucault? Follia.

La riflessione foucaultiana sulla follia permette di cogliere quelli che, ancora oggi in molte realtà, sono aspetti condizionanti la visione del disagio psichico, percepito come specchio deformante delle nostre paure.

Storie dalla fine del mondo

Senza catastrofismi, evitando di lasciarsi prendere dal pessimismo, dall'angoscia e dall'ansia, ma con realismo, in questi tempi di policrisi, tutti possiamo condividere la percezione di un'epoca al suo tramonto. Un'epoca che vede il declino, per alcuni la disfatta, dell'Occidente ma soprattutto il benire meno delle certezze che nel secolos corso avevano fatto immaginare un progresso e un benessere senza fine. Così non è e il terzo millennio ce lo ricorda ogni anno. Per questo riflettere sul vivere alla fine dei tempi può essere utile, anche per esorcizzare quello che non vorremmo e forse non vogliamo neppure vedere.

Poetando cammin facendo

Secondo Umberto Galimberti i poeti sono dentro la propria follia, la abitano e ci fanno i conti, la esprimono senza timore, a differenza dell’uomo comune che è abitato dalla propria follia senza conoscerla e anzi ignorandola o rimuovendola.

Pennacchi del reale e incontinenza del vuoto

𝗨𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗻𝗮𝗿𝗰𝗵𝗶𝗰𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗲𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗮𝗺𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮𝗻𝗲 del 5 novembre 2024.

Il declino si vede anche online

Viviamo l'Era digitale come se fosse una fase evolutiva e di progresso. Non ci rendiamo conto del montante disagio psicodigitale (DPD) che nasce dalla percezione di un declino in atto e che genera un malessere diffuso, individuale e collettivo, generato dalle tante crisi in atto ma anche da interazioni disfunzionali con la tecnologia che determinano ansie, insonnie, sbalzi d'umore, affettività negative, aggressività, e in generale un peggioramento dello stare bene sociale. Effetti e cause sono da ricercarsi nella vita di tutti i giorni, con le sue precarietà crescenti, con il disequilibrio crescente tra vita privata e lavoro, ecc. Su tutto però domina una sensazione sofferente e preoccupata di vivre una fase di declino dagli scenari futuri difficilmente modificabili.

Nuova Era Umana

L'Umanità è alle porte di un nuova era, che molto velocemente sta spalancando i suoi cancelli su nuovi orizzonti urbani sconosciuti e inquietanti.

Eventi, cornici e social network

La nostra vita è piena di eventi, tutto è vissuto come un evento, oggi sempre declinato al presente continuo del tempo tecnologico a cui siamo assuefatti. Ogni evento determina nuovi orizzonti di senso, il modo con cui percepiamo e ci relazioniamo alla realtà.

In assenza di corpi ci innamoriamo di macchine

Siamo sempre in movimento verso Altrovi virtuali e digitali, dovremmo farlo attraverso esperienze esistenziali fatte di scelte e di azioni etiche capaci di dare un senso alla vita, anche a quella degli Altri, rivalutando i loro volti e gli sguardi. Nella consapevolezza che il nostro essere è bisognoso dell’Altro, dipende dalla vicinanza e dalla presenza, dalla comunicazione con e dal riconoscimento dell’Altro, dal suo desiderio a noi rivolto che poi è un desiderio di farsi riconoscere, uguale al nostro. Anche nella conflittualità che ne deriva. A caratterizzare l’incontro è lo sguardo, a volte reificante, giudicante, sconvolgente e destabilizzante ma anche rincuorante perché fa sentire meno soli, capiti, compresi, ci identifica, ci fortifica, riempie il nostro vuoto, attiva in noi nuove possibilità e ci realizza, pur nella contrapposizione, nella negatività e nella conflittualità. Recuperare corpo, volto e sguardo è diventata una missione per tutti ma per realizzarla serviranno coraggio, capacità di pensiero e tanta cura.

Superficiale pensare che umani e intelligenza artificiale siano due fazioni contendenti

Le macchine sono un mezzo, come il bastone, la pietra o il jet supersonico, per consentirci di raggiungere i nostri obiettivi. Così come un direttore d’orchestra non è irrilevante solo perché i musicisti suonano il loro rispettivo strumento meglio di quanto lui mai saprebbe fare, anche la specie umana non perderà il suo ruolo fintanto che sarà in grado di dirigere gli strumenti che ha creato. Gli esseri umani devono prepararsi a un futuro da direttori d’orchestra, senza però perdere quell’insieme di conoscenze e competenze che ci potranno consentire di rimediare velocemente qualora uno degli strumenti iniziasse a essere stonato.

Guarda in alto, oltre lo schermo!

Una riflessione sul film Don't Look Up per dire che il vero messaggio del film è il richiamo a guardare con occhi diversi, attenti, non superficiali ma profondi, con razionalità ed emotività, alla realtà e a cosa ci sta succedendo, alla stupidità diffusa, al linguaggio che pratichiamo, a come si è ridotta la politica, alle emergenti tendenze antiscientifiche in forma di teorie complottiste, alla tanta disinformazione circolante e in particolare alla misinformazione da noi stessi auto-alimentata.

Io, Io, Io, e il mondo

La nostra mente è il luogo in cui si manifestano processi emergenti di informazione semantica che alimentano e guidano le strategie cognitive [come] la capacità di utilizzare come risorse l’incertezza, il caso, i colori emotivi, e che ci permettono di vincere a scacchi in un modo meno noioso di quanto riesce a fare [una IA] (ignazio Licata)

Dove va il nostro sguardo?

La situazione di incertezza, insicurezza, precarietà e crisi, porta molti di noi a chiedere di essere lasciati in pace, a sfuggire ogni racconto di guerra, anche per non farsi guardare da immagini capaci di colpire i nostri sensi, farci stare male, far emergere domande e dubbi che obbligano a interrogarsi, umanamente, civilmente, politicamente, se è questo il mondo nel quale vogliamo vivere, se e quando saremo in grado di smettere di voltare lo sguardo da un’altra parte per agire.

Cresce il bisogno di silenzio…mediale!

Il silenzio e il tacere sono pratiche che tutti oggi dovrebbero individualmente adottare anche nella rete e sulle piattaforme social da molti abitate in pianta stabile. Il chiacchiericcio di fondo fatto di cose, comportamenti, eventi tutti uguali impedisce qualsiasi tipo di approfondimento, di riflessione, di ascolto, di comprensione e di conoscenza. La parola ha perso di significato, la comunicazione è diventata una coazione, la libertà, la riflessione e il pensiero sono vissuti come un gioco. Un modo per allontanarsi dalla confusione che regna sovrana nel mondo reale e forse dentro ognuno di noi. In questo contesto recuperare e riscoprire il silenzio non porterà a maggiore pace e serenità ma è diventata una necessità.

Intelligenza artificiale e anima

Impegnarsi a ritrovare un’anima è tanto più necessario quanto più siamo ormai ibridati tecnologicamente. Tutti percepiscono di vivere un’era alla fine dei tempi, e non solo per le sue crisi ricorrenti. Il momento è cruciale, serve una trasformazione culturale profonda. Unico modo per iniziarla è tornare a investire pesantemente (“whatever it takes”) sull’umano e sulla sua complessità.

(AI) - Addio Internauti

Tutti possono oggi operare per favorire conoscenza, consapevolezza, responsabilità e cittadinanza attiva. Più le voci minoritarie faranno massa e maggiore sarà la possibilità che la pioggia diventi nuovamente cristallina, capace di rinfrescare un suolo ormai da tempo inaridito e bruciato dal sole.

Elogio della lentezza

La lentezza permette di capire che non è necessario andare di corsa, neppure di accelerare, che è tempo al contrario di decelerare e frenare.