Si attende fiduciosamente un futuro tempo felice, si crede nella promessa di un paradiso tecnologico. Forse nuove tecnologie ci salveranno. Ma intanto i costi immediati li stiamo pagando, e li pagheremo nei prossimi anni. Perché nessuna promessa tecnologica è veramente ultima, salvifica. Dovremmo sempre ricordare che anche la tecnologia più promettente e splendida ha un rovescio della medaglia: costi e aspetti perversi che solo nel tempo e alla prova dei fatti si rivelano evidenti.
Siccome l’innovazione appare inarrestabile, si sceglie di abbracciarla e ci si sforza di vederne solo gli aspetti positivi. Ma di fronte ad una innovazione tecnologica che sembra correre inarrestabile è doveroso continuare a porci domande, anche se non abbiamo risposte immediate, e fondamentale osservare le miserie che gli splendori non riescono a nascondere.
Più che raccontare ciò che del mondo è possibile vedere tramite un computer, infatti, è importante guardare a ciò che un computer non sa e non può vedere. Più che rileggere la storia alla luce della novità digitale è opportuno oggi leggere la novità digitale alla luce della storia, chiederci perché preferiamo la macchina a noi stessi, perché impegnarsi in progetti che consistono nell’ingannarci, rendendoci impossibile distinguere se stiamo parlando con un altro essere umano o con una macchina.
La chiave sta nel guardare alle Intelligenze Artificiali con lo sguardo del cittadino che cerca strumenti per essere più pienamente sé stesso, più responsabile e consapevole.