TESTI
Un cuadro imaginario
𝐔𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫 𝐧𝐮𝐧𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐛𝐞𝐫í𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐮𝐜𝐢𝐫 𝐬𝐮 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐢𝐨 𝐭𝐞𝐱𝐭𝐨 𝐞𝐧 𝐨𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐝𝐢𝐨𝐦𝐚 𝐩𝐨𝐫𝐪𝐮𝐞 𝐢𝐧𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐝𝐞𝐬𝐝𝐞 𝐥𝐚𝐬 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐞𝐫𝐚𝐬 𝐟𝐫𝐚𝐬𝐞𝐬, 𝐬𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐢𝐞𝐫𝐭𝐞 𝐞𝐧 𝐨𝐭𝐫𝐨 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐭𝐨.¿España es un país BRICS, dijo Trump? Bueno, me pareció una buena sugerencia, no tanto para el Presidente en ejercicio -sería demasiado arriesgado para su salud-, pero al menos para su antiguo aliado de gobierno Pablo Iglesias (por la creación de un nuevo cristianismo, la Iglesia de Pedro, resbalón: una nueva EU). Sería un truco que lo pondría de nuevo en el centro de atención, dando nueva fuerza al partido que fundió. Y quién sabe, tal vez la idea, al menos la idea sola, haga una gira por Europa en busca no solo de prosélitos, sino también de otras semillas y de sembradores con visiones alternativas a escenarios de guerra. ¿Quién sabe?
Il pastore delle idee: il Sapere come bestiame errante
L’articolo esplora il paradosso della conoscenza tra controllo e fluidità, confrontando tre approcci alla gestione del sapere: il capitale intellettuale di Leif Edvinsson, l’ecosistema sociale di Chris Collison e il cattle approach di Sébastien Dubois. Attraverso riferimenti filosofici, dalla Biblioteca di Alessandria a Walter Benjamin, e metafore evocative, come il bestiame errante della conoscenza, il testo riflette sulla natura mutevole del sapere e sull’impossibilità di possederlo davvero. 𝐋𝐚 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐨𝐧 è 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐦𝐮𝐥𝐨, 𝐦𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐞𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐮𝐧’𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐢ù 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢𝐨, 𝐮𝐧 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐨𝐛𝐥𝐢𝐨.
Il luddismo come monito. Un articolo scritto da un essere umano e destinato ad essere letto da esseri umani
Il luddismo, l'agire di quelle operaie e di quegli operai che agli inizi del 1800 prendevano a martellate o a zoccolate le macchine che toglievano loro lavoro, è comunemente giudicato atteggiamento retrogrado ed infantile. Ad uno sguardo più attento, il luddismo appare invece il primo passo, del tutto comprensibile ed anzi necessario, di reazione ad una novità. L'energia inizialmente indirizzata verso l'inutile attacco alla macchina trova negli anni immediatamente successivi una destinazione costruttiva. Nascono così le mutue, i sindacati, i partiti dei lavoratori. Oggi ci troviamo esattamente nella stessa situazione: seguire i luddisti nel non subire passivamente, trovare vie per rispondere costruttivamente. Questo articolo è stato rifiutato nel 2017 dalla rivista 'Prometeo'. Il motivo: è pessimista, fosco. Ma come scrivo nella conclusione "Credo che ci convenga essere turbati, spaventati, come lo erano i luddisti". Il turbamento è il necessario passaggio iniziale verso una presa di coscienza che si traduce in azione. Ripubblico qui l'articolo senza cambiare una virgola.
A me interessa, I care
“Uomini e donne vivono accanto da millenni, ma tanto poco si conoscono, tanto poco tentano di conoscersi, di intendersi, di creare zone profonde d’armonia, anziché cercare di sopraffarsi, di imporsi gli uni agli altri! Tanto poco si sorridono dall’intimo del loro essere. Non provano tenerezza se non superficiale, transitoria. Sono incapaci di ricominciare ogni mattina l’opera di paziente, vicendevole conquista, e di innalzare ogni sera l’inno di ringraziamento per l’esistenza della persona cara che la sorte ha dato loro d’incontrare. Non amano. Non amano neppure se stessi. Cresceranno? Diverranno un giorno, queste larve, veramente donne e uomini?” - Sibilla Aleramo
Purpose? Telos
Negli ultimi anni, nel mondo aziendale, così affascinante quanto perturbante, abbiamo assistito a un passaggio significativo, espresso dal linguaggio in termini di “mission” e di “purpose”: quando ogni dipendente si era abituato a parlare di mission, di vision, attraverso una allocuzione più o meno dichiarata, il purpose aziendale ha preso il sopravvento. Da dichiarazione d’intenti il termine ha preso possesso del valore di principio guida, che può orientare l’azione dell’azienda, definirne la sua cultura e influire sui risultati economici. Ha senso, però, escludere uno o più termini di questa triade linguistico-concettuale?
L'importanza di immaginare utopie
Senza pensare utopie, ci si condanna a non agire politicamente Non si possono cogliere e affrontare le sfide della contemporaneità. L’evidenza più eclatante è cronaca di questi giorni. Una Europa abituata a volare basso, a galleggiare, a gestire compromessi, a burocratizzarsi, si è impedita di pensare in grande, di osare, di agire con radicalità di pensiero e di visione, ha coltivato spaventata la delegittimazione di ogni UTOPIA.
Spinoza, non Maslow. Affetti, non motivazioni
"Dopo Maslow, nel campo della psicologia delle organizzazioni, è stato detto ben poco di nuovo", dice un noto accademico, durante l'incontro del Comitato Scientifico di una rivista dedicati agli studi organizzativi e di management. Mi soffermo a pensare: l'opinione mi pare abbastanza arrischiata. Mi vengono in mente altri studiosi, degni secondo me di attenzione tanto, o anzi, secondo me, più di Maslow: Bion, Winnicott, Elliott Jaques, Weick, Wenger, per non di dire di italiani come Spaltro e Pagliarani.
Gurdulù, Torrismondo e Carlomagno
Come ho scritto nel mio libro "L'Intelligenza Inesistente", io credo che molti di noi vivano oggi nella totale inconsapevolezza con la quale andiamo in giro per il mondo lasciando tracce digitali di noi, pronte per essere "messe a valore" dai tecnocrati della Silicon Valley, serviti dalla loro migliore paladina, l'intelligenza artificiale. Che cosa verrà da qui in avanti non lo sappiamo, e per scoprirlo non ci aiuterà una tecnologia che basa le sue previsioni sull'ipotesi che il futuro sarà una replica di quanto accaduto nel passato. Comprendere questo fenomeno, però, può aiutarci a costruire tecnologie alternative, che promuovano la convivialità e la partecipazione diffusa, a scuola come nella società.
Errore-Umano. Tra limite e possibilità
L’errore non è un elemento accidentale della conoscenza, né un semplice inciampo nel percorso del pensiero, ma una manifestazione essenziale della condizione umana. Esso non rappresenta una mera privazione o un limite da colmare, bensì l’apertura stessa al divenire, il segno di un’intelligenza che si misura con l’incompletezza e con la necessità di trascendersi. Ogni atto cognitivo autentico si radica in questa dialettica tra ciò che è dato e ciò che può essere ripensato, tra la stabilità del sapere e la sua continua ridefinizione. Lungi dall’essere una deviazione dalla verità, l’errore ne costituisce il motore segreto: disarticola le certezze consolidate, introduce uno scarto nell’ordine del già noto e rende possibile l’emergere di nuove prospettive.
Quando l’opinione del più pagato affossa i progetti IT
Nel project management IT, il rischio non è solo tecnico, ma spesso umano. Da Icaro alla teoria del formaggio svizzero di Reason, comprendiamo che i fallimenti non derivano da un singolo errore, ma dalla convergenza di più vulnerabilità. Tuttavia, c’è un altro fattore critico: il HiPPO (Highest Paid Person’s Opinion), ovvero l’influenza delle figure di potere che impongono decisioni non supportate dai fatti. Con una riflessione tra filosofia stoica, Bauman e Agile, questo articolo esplora come evitare che l’autorità gerarchica soffochi l’innovazione, e come uno Scrum Master illuminato possa trasformarsi nel vero saggio del team.
Connessi ma frammentati: come la tecnologia trasforma il pensiero
Il digitale ha trasformato il nostro modo di lavorare e pensare, favorendo la velocità e la produttività a scapito della riflessione critica. L’iperconnessione e la collaborazione globale hanno reso la sincronicità un mito e l’asincronia una necessità, ma senza strumenti adeguati rischiamo di disperdere conoscenza e ridurre il pensiero a un flusso di reazioni istantanee. L’intelligenza artificiale e gli algoritmi personalizzati ci guidano, ma ci privano della scoperta e della diversità cognitiva, portandoci verso un modello di “uomo a un algoritmo”. In questo scenario, la sfida non è eliminare la complessità, ma imparare a gestirla. L’articolo esplora il paradosso della semplicità nell’era digitale, analizzando il lavoro distribuito, il rischio della superficialità e la necessità di un nuovo umanesimo tecnologico. Attraverso riferimenti filosofici e pratici, propone strategie per preservare il pensiero critico e la conoscenza in un mondo sempre più automatizzato, dimostrando che la vera intelligenza non sta nella semplificazione, ma nella capacità di scegliere cosa rendere semplice e cosa mantenere complesso.
DeepSeek: Vantaggio Condiviso o Cavallo di Troia?
Più di due mesi fa veniva lanciato DeepSeek, il primo LLM cinese, con l’effetto di un sasso nello stagno. Correggo subito: proprio stagno non è, considerando che parliamo di un settore, quello dell’AI, in cui le startup hanno raccolto 131 miliardi nel 2024, di cui il 74% negli USA (1,2 miliardi solo in Italia). Tanto meno un sassolino, visto che ha provocato il crollo in borsa di giganti come NVIDIA e non solo.
“HI! Human Intelligence”, il video di Joe Casini
L’Intelligenza Artificiale sorprende per le sue capacità, ma non è del tutto appropriato chiamarla intelligente. Sicuramente è un esecutore (agency, la chiama Luciano Floridi) talmente bravo nel suo lavoro da sorprenderci che ne sia capace, e da farci sospettare che lo faccia con intelligenza. Però, non sappiamo definire con precisione l’Intelligenza Umana, e questo rende ancora più difficile argomentare che l’AI non la possiede.
Homo Narrans e l’Algoritmo Replicante
Le narrazioni hanno accompagnato, e spesso orientato, lo sviluppo della storia dell’umanità, fin dalle lontane origini ai giorni nostri. Infatti, oltre a distinguerci come specie, sono in stretta relazione con l’esecuzione di processi cognitivi, e strumento di espressione della natura umana, e realizzazione del suo potenziale.
L'amico dell'uomo
I libri e i nostri amici a quattro zampe sono forse le più pure espressioni di conforto che l'umanità abbia mai conosciuto. Entrambi ci accolgono senza giudizio nelle nostre giornate più buie, offrendo un rifugio silenzioso ma mai vuoto. Un libro, come un fedele amico a quattro zampe, sa starci accanto senza pretese, regalandoci quella sensazione di non essere mai veramente soli.
Inchiostro e libri
Non è un caso che i libri, come l'amore, abbiano il potere di farci perdere il senno del tempo. In entrambi ci immergiamo, dimenticando il mondo attorno a noi, lasciandoci trasportare in altre dimensioni, dove la realtà sfuma nei contorni del sogno.
Ho preso il largo, per disertare da questo mondo terrestre!
𝑳𝒂 𝒏𝒂𝒗𝒆 𝒅𝒆𝒊 𝒇𝒐𝒍𝒍𝒊 (𝑺𝒕𝒖𝒍𝒕𝒊𝒇𝒆𝒓𝒂𝒏𝒂𝒗𝒊𝒔) 𝒔𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒂 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒆𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒂𝒇𝒐𝒓𝒆, non solo marin(ar)e. Sono metafore, esistenziali e filosofiche, letterarie e narrative. La metafora con cui voglio cimentarmi in questo testo è quella della “diserzione” (deserĕre «abbandonare»), come scelta individuale, impegnata, sociale e politica. La collego al prendere il largo, che poi significa abbandonare la terraferma, ormai percepita sull’orlo dello sfacelo, valutando il rischio di andar per mare, tra fiordi e canali, marosi, venti impetuosi e tempeste, ombre oscure e abissi, imprevedibilità delle correnti e (mal)configurazioni delle coste. Un rischio percepito come minore, rispetto a quello di rimanere fermi sul “bagnasciuga” (chi ha visto la petroliera puntare diritto verso la spiaggia o le Tesla che si accartocciano una sull’altra per il venire meno della connessione Starlink nel film Leave the world behind, sa a cosa mi riferisco).
The Brutalist, opera epica quasi mitologica
A dispetto del titolo, The Brutalist non è propriamente un film sull’omonimo movimento architettonico. Il brutalismo assunto a tema centrale del film è quello della vicenda umana del protagonista, prima come immigrato, poi come artista e infine come uomo. Brutalista è quindi l’uomo moderno, in preda alla hybris di determinare il proprio destino e realizzare opere destinate a sopravvivergli, al costo però di perdere la propria umanità, le gioie del presente, la connessione con i propri sentimenti più naturali.
La gentilezza che cambia le relazioni
La parola “gentilezza” talvolta evoca negli altri uno stile di altri tempi, quando va bene. Spesso è collegata semanticamente e nella realtà ad atteggiamenti “affettati”, a semplici azioni cortesi, gesti di convenienza, comportamenti da galateo e buone maniere. In alcuni casi è percepita come una rischiosa modalità di relazione nella quale, la persona che usa modi gentili è sopraffatta dalle più disparate prevaricazioni, fino a sentirsi non rispettata nel suo esistere, sia a livello personale sia professionale.
Calici e pagine: l'arte di degustare la vita
Un buon libro fa sognare, un buon vino emoziona. Entrambi hanno il potere di creare momenti indimenticabili: sono creatori di ricordi, tessitori di momenti significativi. Invitano a rallentare e a godere delle piccole cose. Insegnano a prendersi del tempo per sé, ad ascoltare le emozioni, a riflettere e contemplare.